Per Paolo Rondelli stabilito indennizzo e il reintegro a direttore degli Istituti Culturali

Per Paolo Rondelli stabilito indennizzo e il reintegro a direttore degli Istituti Culturali

Un indennizzo di 45 mila euro a Paolo Rondelli da parte dello Stato e il suo reintegro alla direzione degli Istituti Culturali da cui era stato allontanato a fine 2017 per volere del governo dell’epoca.

È quanto autorizzato alla fine di dicembre 2021 dal Congresso di Stato che ha accolto quando stabilito nell’ottobre 2021 dalla Commissione Permanente Conciliativa, l’istituto in cui vengono discusse le controversie individuali e collettive di lavoro, relative a rapporti di lavoro subordinato.

La notizia è emersa soltanto in questi giorni dopo la pubblicazione della delibera di spesa.

La storia

Termina in questo modo una vicenda nata alla fine del 2017 quando il Congresso di Stato targato Adesso.sm decise di non rinnovare l’incarico a Rondelli alla guida dell’Uo Istituti Culturali al termine dei primi 3 anni di contratto.

La vicenda divenne di dominio pubblico nei primi giorni del 2018 con la lettera di alcuni dipendenti dell’ufficio che chiesero al governo di tornare sui propri passi. Seguirono l’interpellanza e la successiva mozione del Pdcs che portarono il caso nel dibattito politico. Emerse così che il mancato rinnovo avvenne nonostante il Direttore del Dipartimento Istruzione e Cultura, Gloria Licini, nella propria relazione di fine mandato avesse valutato positivamente il lavoro di Rondelli e indicato come raggiunti gli obiettivi stabiliti.

Ma il Segretario alla Cultura Marco Podeschi e i colleghi di governo difesero la propria scelta e successivamente emisero un nuovo bando per il reclutamento del nuovo dirigente. Dichiarato vincitore fu Vito Testaj che entrò ufficialmente in carica alla fine di settembre 2018.

Paolo Rondelli, assistito dai legali Lara Conti e Lucia Selva presentò tre ricorsi contro lo Stato: uno contro la decisione del mancato rinnovo, uno per contestare il calcolo della retribuzione di uscita, uno contro l’esito del concorso del 2018.

Per quest’ultimo nel febbraio del 2019 il Commissario della Legge ha accolto in primo grado il ricorso di Rondelli. A quanto si apprende un secondo ricorso sarebbe dovuto giungere a giudizio a breve.

È evidente che l’esborso che lo Stato avrebbe potuto subire in caso di condanna, tra rimborso delle spese legali e risarcimento danni, sarebbe stato ingente.

Così l’amministrazione ha deciso di arrivare ad un accordo per chiudere i contenziosi in via stragiudiziale.

L’accordo

Come detto, Paolo Rondelli si è impegnato a ritirare tutti i contenziosi aperti e dall’altra parte l’Eccellentissima Camera ha riconosciuto la somma di 45 mila euro come indennizzo reintegrandolo come dirigente alla guida dell’Unità operativa a partire dalle prossime settimane.

Le parole di Rondelli

Sono stati 4 anni pesanti. Mi sono ritrovato nella condizione in cui non mi sarei mai voluto ritrovare – commenta a Libertas Rondelli – cioè di dare contro al mio stesso Stato. Ma credo che le ingiustizie vadano combattute soprattutto se sono ingiustizie personali. Ora sono contento di essere arrivato alla chiusura di questa pagina e sono contento di poter tornare a fare quello che mi piace. Resta l’amarezza per aver perso 4 anni di crescita mia professionale e anche per l’amministrazione visto i risultati che avevo conseguito nei 3 anni di gestione“.

Rondelli, dal 2019 consigliere e presidente del movimento Rete, tenta di spegnere sul nascere le possibili polemiche politiche: “Ho intrapreso questo contenzioso ben prima di fare politica attivamente, attivandomi contro quella che è stato un tentativo di sistematica demolizione della mia persona”. 
“Il mio auspicio ora è che nessuno incorra più in situazioni come le mie”.
Davide Giardi
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