L’idea più mirabolante di questa classe politica dopo mesi e mesi di dibattito sul futuro della Repubblica di San Marino è stata quella del condono fiscale tombale che dovrebbe riscuotere un successo politico trasversale totale a giudicare dal silenzio assenso con cui è stata accolta. Già, nel pur tanto frastagliato universo politico sammarinese, c’era stato un pratico sostanziale unanimismo – fino al ‘patto d’onore‘ – nel varare il binomio residenza-proprietà su cui hanno finito per convergere anche i sostenitori del primigenio proprietà-residenza.
Presso persone abituate a ragionare solo di materie come sopra che vanno a scapito del bene comune, come può trovare spazio una qualche proposta inerente esclusivamente al bene comune?
Un esempio.
Nell’autunno del 2007, nei primi incontri tecnico-organizzativi del San Marino Forum dell’anno a successivo, in ossequio alla mission loro affidata dai committenti (Fondazioni Carisp e Bsm, ed Anis) fu suggerito, fra l’altro, di puntare all’insediamento a San Marino di un Guggenheim Museum alla stregua dell’esperienza di Bilbao.
Nessuno raccolse. Eppure a formulare la proposta, oltre allo staff di Studio Ambrosetti, erano uomini del calibro del professore Franco Bassanini, del senatore Nicola Rossi, del Deputato Lucio Stanca, che, ovviamente, si erano, in precedenza. accertati delle condizioni di base per una effettiva realizzazione.
Si scrisse allora: Guggenheim Museum San Marino potrebbe diventare un punto di forza della economia
sammarinese, dando vita a un indotto nel commercio e nella ospitalità
necessariamente di alto livello, per rispondere alle esigenze specifiche del
nuovo particolare flusso turistico.
In aggiunta c’è la ricaduta sull’immagine
della Repubblica di San Marino che con questa iniziativa non va di certo a
recare danno alle economia italiana, ma invece ne sarà di beneficio specie per
le zone circonvicine, costa adriatica compresa.