Mentre dalla Repubblica di San Marino il Segretario di Stato agli Esteri, Antonella Mularoni sostiene che non ha fondamento l’ostilità che Roma continua a manifestare fino a rifiutare qualsiasi proposta di dialogo, il governo italiano fa conoscere, per la seconda volta nel giro di qualche mese, la sua posizione addirittura attraverso gli atti parlamentari.
Dapprima c’è stata la risposta del Sottosegretario Sonia Viale alle interrogazione dell’On.le Elisa Marchioni, con l’elencazione dei ‘famosi’ 9 punti.
Mercoledì scorso il sottosegretario Bruno Cesario addirittura ha accolto e fatta propria una proposta dell’opposizione che impegna il governo italiano a intervenire a ‘muso duro‘ su San Marino.
Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino a proposito di detta proposta, approvata all’unanimità, scrive sulla base del resoconto stenografico della seduta: “Il Sottosegretario Bruno Cesario (…) con riguardo ai negoziati per evitare le doppie imposizioni, rende noto che non è stato finora possibile giungere ad una finalizzazione della nuova Convenzione, essenzialmente per la mancata accettazione da parte della Repubblica di San Marino del più recente standard OCSE in materia di trasparenza e di scambio di informazioni. D’altra parte, l’Italia si è invece impegnata presso le sedi internazionali a concludere accordi in materia solo se pienamente in linea con lo standard OCSE”.
Viene legittimamente da chiedersi, a questo punto, quali siano ancora le resistenze verso l’adozione “del più recente standard OCSE in materia di trasparenza e di scambio di informazioni”, e che cosa sia stato effettivamente fatto in due anni e mezzo di governo nei quali uno dei cavalli di battaglia è stato proprio quello di dire che con l’Ocse siamo a posto. Dall’Italia, però, evidentemente non la pensano così ed è per questo che non firmano.
Lo aveva detto a suo tempo il sottosegretario Sonia Viale in risposta ad una interrogazione del deputato del Pd Elisa Marchioni.
Lo ha ribadito l’altro ieri il Sottosegretario all’economia Bruno Cesario.
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