Tunisino prende a botte la moglie incinta perché parla in italiano. La Procura di Rimini ha chiesto una condanna a 8 anni per lo straniero. Alla vittima era vietato uscire di casa da sola e anche truccarsi
LORENZO MUCCIOLI – Truccarsi, indossare abiti corti o parlare in italiano con i vicini di casa. Tutte cose categoricamente vietate a una donna di origine tunisina, diventata succube del marito, un connazionale di 50 anni, che si ritrova ora a processo con l’accusa di maltrattamenti. Per farla “rigare dritto”, obbligandola a vivere secondo le regole da lui stesso imposte, l’uomo non avrebbe esitato – almeno secondo la ricostruzione degli inquirenti – a fare ricorso agli insulti e alle minacce, come quella di portarle via il permesso di soggiorno e farla rispedire nel Paese di origine, o addirittura di non farle più rivedere i figli. E quando le minacce non bastavano, ecco allora che arrivavano le botte. (…)
L’uomo, che attualmente si trova in carcere, ha respinto categoricamente le accuse, ma per lui il pubblico ministero Luca Bertuzzi ha chiesto una condanna a 8 anni di reclusione. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino