Adesso sono di scena le armi (Puglia, Medio Oriente), nel battage contro la Repubblica di San Marino, alimentato da continui scandali.
Roberto Galullo, nel suo blog Guardie o ladri di IlSole24Ore, cavalca l’onda, trattando di armi acquistate direttamente a San Marino dai malavitosi anche di altri regioni.
Acquisti legittimi ritengo ma qualche imbecille doc “arroccato” – anziché guardare alla luna, vale a dire all’ennesima rappresentazione di un’economia criminogena di scena anche sul Titano oltre che nella già martoriata Italia e anziché domandarsi perché lo shopping li sia preferibile anche dai malavitosi – commentò dicendo che vedevo mafia ovunque.
Nulla di più sbagliato: la vedo solo dove c’è!
In realtà a San Marino ogni volta che si scopre un anello di illegalità la classe politica e dirigente risponde con un corale e sbigottito: “oooohhhhh”.
Ogni volta è la prima volta e ogni volta l’imene della verginità politico-sociale viene magicamente ricostruito.
E come ciliegina sulla torta ricorda che il 18 febbraio 2003 a Poggio Imperiale (guarda caso ancora in provincia di Foggia) un sammarinese fu pescato con due bombe a mano, una pistola e un grosso coltello.
Le due bombe a mano, una del tipo ad ananas, provenivano dall’Est d’Europa. Secondo le prime ipotesi investigative (poi la vicenda è scomparsa dai radar dei media), le armi sequestrate facevano parte di un campionario che l’uomo stava portando in visione, per eventuali acquisti, a esponenti della criminalità del Gargano.
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