Polo del lusso: impatto commerciale devastante, Usc

Polo del lusso: impatto commerciale devastante, Usc

Si all’investitore non significa no a priori, il messaggio della USC è chiaro, siamo a favore agli investimenti esteri purché questi non creino uno scompenso ed uno squilibrio economico commerciale, il polo del lusso tutto questo nel medio-lungo periodo lo creerà.
 In primo luogo la trasformazione del terreno creerebbe un precedente grazie al quale altri investitori potranno godere dello stesso trattamento senza condizioni e senza regole il tutto a svantaggio dei cittadini e della collettività.
 In secondo luogo l’impatto commerciale sarà devastante per tutte quelle attività già esistenti nel settore abbigliamento e degli accessori i quali non saranno in grado di competere con il polo, in particolar modo per la disparità delle condizioni economiche che verranno concesse all’investitore, ricordiamo che darà luogo alla creazione di Cento nuove attività.
 Su questo aspetto abbiamo in modo evidente la condivisione delle rispettive categorie commerciali italiane limitrofe, Confcommercio, Federmoda e comune di Rimini, le quali hanno più volte rimarcato la contrarietà al progetto del polo del lusso circa la ricaduta che esso può avere sul loro comparto commerciale, noi aggiungiamo che essendo direttamente interessati saremo più coinvolti per cui da dimostrazione che è reale e concreta la nostra perplessità e disapprovazione al progetto.
 Su questo aspetto ci sono da fare due precisazioni, la prima verificare che l’accordo con l’investitore sia un accordo che non nasconda vantaggi indiretti ossia che sia un accordo trasparente e non creato ad doc per l’investitore come che si è’ già verificato in passato sull’outlet (big chic) di cui sappiamo tutti che fine ha fatto, confidiamo che esso si basi su principi di trasparenza ed equità e richiami i principi di sviluppo economico come evidenziato dal governo.
 Se l’investitore vuole fare un investimento a San Marino è liberissimo di farlo, può scegliere il posto a lui più adatto ma alle stesse condizioni di un operatore sammarinese per cui senza vantaggi di convenzione, di concessioni urbanistiche, fiscali, contributive ed economici, lasciando ad esso solo il differenziale di aliquota sulla tassazione esistente fra San Marino e Italia, solo così tutte le attività avranno la possibilità di competere in libera concorrenza.
 In seguito all’esposizione del progetto che Alleanza Popolare ha presentato ai suoi associati qualche giorno fa ed a cui la Usc era presente ci teniamo a fare delle osservazioni che sono in contrapposizione con quelle indicate inizialmente sia dall’investitore sia dal governo;
 1- il progetto iniziale approvato in prima lettura è stato modificato, attualmente la realizzazione del polo prevede 2 fasi per ultimare l’opera, la viabilità esistente di Via Fondo Ausa subirà una modifica evidente per mantenere la sottostazione elettrica nella sede attuale, l’andamento naturale del terreno subirà un cambiamento e si renderanno necessari muri di contenimento a sostegno del terreno, inoltre avranno la possibilità di allargare il fronte strada con la creazione di un ampio parcheggio non previsto nel progetto iniziale
 2- l’altezza di alcuni edifici passa da una altezza massima di 15 mt a 18 mt per avere più visibilità dalla superstrada, a tal proposito segnaliamo che l’investitore ha sempre dichiarato che il loro progetto doveva nascere su un unico piano. Di fatto è stato da noi proposto anche di poterlo realizzare nelle adiacenze del centro storico in cui l’unica soluzione possibile era lo sviluppo in verticale dell’edificio, ossia in altezza, alla quale ci è sempre stato detto che non era fattibile perché la concezione di outlet è individuata solo in un unico piano, per cui è evidente ed eloquente che tale tipologia di struttura sia realizzabile e che essa assumerebbe una connotazione da centro commerciale e non di outlet;
 3- i costi della realizzazione delle opere di urbanizzazione quali le strade, ecc. Saranno a carico dell’investitore a cui verranno detratti tali costi con un conto a scalare sull’imposta monofase, su questo aspetto ci domandiamo, cosa pagheranno se tutti i costi che sosterranno gli verranno rimborsati?
 4- l’investitore chiede di accedere al credito agevolato per il 60% del valore della struttura quando la legge prevede un finanziamento di 1,5 milioni. A noi hanno sempre detto e dichiarato che avrebbero investito i propri soldi;
 5- per fugare ogni dubbio che questo non sia l’ennesimo centro commerciale ma realizzato sotto forma di outlet, chiediamo che in sede di accordo economico l’investitore metta per iscritto l’elenco dei Brands della Moda che intende insediare all’interno del polo per non eludere i cittadini e che rispettino in accordo con quanto ci hanno illustrato che saranno presenti i migliori Brands di alta moda e che saremo effettivamente paragonati alle grandi realtà come Parigi o Milano.
 La USC chiede che le condizioni economiche previste dalla legge sullo sviluppo che saranno concesse all’investitore vengano estese a tutte le attività esistenti senza distinzioni o disparità di trattamento al fine di garantire la libera concorrenza fra i vari operatori.
 6- hanno evidenziato durante la serata che il centro storico sarà attirato da maggiori presenze grazie alla previsione di nuovi flussi turistici e che verrà istituito un collegamento con il Polo, la nostra opinione che abbiamo già espresso al governo va in netta contrapposizione, infatti ci domandiamo come si possa fare una considerazione di questo tipo quando l’offerta commerciale all’interno del polo sarà rappresentata da un centro alimentare, da negozi di moda, calzature, occhiali, profumi, gioielli, orologi, accessori, sportivi e tanto altro, per cui la stessa di quella già esistente sul territorio della Repubblica compreso il centro storico.
 La politica ed il governo cercano nei confronti della opinione pubblica di lanciare un messaggio diametralmente opposto a quello che è’ il pensiero della nostra associazione scaricando su di noi quello che è l’immobilismo del governo in materia di sviluppo economico invece di essere collaborativi, disponibili ed aperti ad un confronto.
 USC

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