Porta a porta o cassonetti?

Porta a porta o cassonetti?

Nell’ampio dibattito che si è di recente aperto sulla gestione dei rifiuti, riteniamo necessario intervenire precisando che non può trattarsi di un mero dualismo porta-a-porta/cassonetti: le azioni che si vogliono portare avanti hanno lo scopo di aumentare la percentuale di differenziato, coerentemente con le risorse economiche a disposizione del Paese ed in tempi rapidi. Si tratta di un tema che non è più rimandabile, che necessita di soluzioni concrete e non può essere affrontata nei ritagli di tempo.

Una casa, tuttavia, si costruisce partendo dalle fondamenta: ecco perché, per una corretta gestione dei rifiuti occorre partire dall’inizio della “catena”, ovvero su come il rifiuto si genera, sia in ambito domestico che nei luoghi di lavoro. Dal momento che prevenire è meglio che curare, è senza meno urgente impostare un serio progetto scolastico che includa l’educazione ambientale – argomento oggetto di una nostra istanza d’Arengo proposta nel 2018 e respinta dalla maggioranza di allora -, volta ad una maggiore sensibilizzazione della cittadinanza e degli operatori economici, con una particolare attenzione rivolta alla riduzione della produzione di rifiuti e di una loro migliore differenziazione (con possibile gestione interna degli stessi), incentivando il compostaggio domestico.

In secondo luogo entra in gioco il metodo di raccolta e, ad oggi, il porta-a-porta risulta logisticamente poco sostenibile (a partire dal numero di viaggi che gli operatori devono effettuare quotidianamente, anche a causa di mezzi di dimensioni ridotte) e quindi troppo costosa. Per i rifiuti industriali e aziendali si aggiunge anche la necessità di snellire l’iter burocratico e ridurre le tempistiche di emissione della documentazione.

Da ultimo, il post-raccolta: occorre intervenire maggiormente in materia di sostenibilità (approvvigionamento energetico green oriented ed incentivi all’uso di materiali riciclabili), sostegno alle nuove imprese per sviluppo di settori (si pensi alla moda ecosostenibile), oltre a gestione e recupero degli scarti di produzione.

Si tratta di temi prioritari per il nostro Paese, di cui si sta tenendo conto nell’elaborazione del progetto “San Marino 2030” portato avanti dalla Segreteria di Stato all’Industria Artigianato e Commercio, necessari per ricostruire insieme un Domani più sostenibile e più green.

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