Presentate le 7 leggi del pacchetto di riforme istituzionali! R.E.T.E.

Presentate le 7 leggi del pacchetto di riforme istituzionali! R.E.T.E.

Presentate le 7 leggi del pacchetto di riforme istituzionali!
Finalmente, dopo essersi confrontato con la cittadinanza il movimento RETE ha depositato il pacchetto di leggi di riforma delle Istituzioni sammarinesi.
Certo ci sarebbe piaciuto confrontarci con i partiti sul contenuto delle Leggi, anche per evitare il ritornello ormai stanco secondo cui RETE fa tutto da sola senza cercare convergenze.
La situazione è diversa: RETE può fare anche da sola perché è composta da attivisti provenienti dall’associazionismo abituati a lavorare sodo, non a perdersi in chiacchiere come spesso accade nei partiti. Ma RETE cerca anche sempre il confronto. Lo ha fatto con la riforma delle Istituzioni, con l’Arengo della Cittadinanza, con le Giunte ecc.
Tuttavia RETE non elemosina un incontro: una volta inviata una richiesta ufficiale se ci si risponde bene, se no non ci fermiamo ad aspettare, né tentiamo una seconda richiesta. Andiamo avanti da soli, preferendo incontrare direttamente la cittadinanza, che se il buon giorno si vede dal mattino chi non ricorda di rispondere ad una convocazione, o se ne disinteressa, non è un gran valore aggiunto in termini operativi.
RETE cerca il confronto, ma lo cerca su temi indigesti ai partiti politici, che limitano i loro privilegi… facile dunque che non ci sia risposta da parte di questi!
Per onore del vero dobbiamo ringraziare l’unico partito che si è confrontato con il nostro movimento su questa riforma, ovvero Sinistra Unita.
Ciò detto, invitiamo tutti i cittadini a consultare sul nostro sito internet (all’indirizzo www.movimentorete.org/2014/10/riforma-istituzionale) il pacchetto di 7 leggi, facilmente fruibile grazie alle slide esplicative e a una relazione complessiva per l’intero pacchetto, che ne sintetizza i contenuti.
Ogni cittadino potrà in tal modo rendersi conto dell’estrema semplificazione che viene introdotta, eliminando una serie di articoli dispersi in decreti e leggi sparse nell’arco di 30 anni, realizzando 5 testi unici riassuntivi e istituendo la Reggenza di Garanzia, un ridimensionamento del Congresso di Stato e del Consiglio Grande e Generale, l’eliminazione delle Commissioni Consiliari Permanenti, l’eliminazione del finanziamento ai partiti in caso di elezioni e la riduzione del finanziamento ordinario, la riduzione e restrizione del vitalizio agli ex-consiglieri, la riduzione degli stipendi di Segretari di Stato e Reggenti, la revisione degli emolumenti per i membri del Consiglio Grande e Generale, l’aumento significativo dei vincoli di trasparenza e pubblicità del proprio operato per i politici, la pubblicazione di ogni reddito, debito, conto corrente ecc per ogni consigliere eletto, l’accorpamento dei seggi elettorali e la riduzione delle spese per le elezioni, la riforma elettorale che va a sanare il rischio di far governare chi nel primo turno elettorale abbia ottenuto solo un 20% dei voti, il limite di 13 anni per il ruolo di Consigliere e tanto altro.
Il tutto comporterà una riduzione di spesa di 1,5 milioni di euro l’anno, che ad esempio si potrebbero utilizzare per il sostegno alle persone che hanno perduto il lavoro.
Non ci illudiamo: nessuna di queste proposte verrà accolta da questo quadro politico: ci hanno già detto che €2.000 al mese per un consigliere è troppo poco, “non conviene”, dando una chiara idea degli ideali che spingono a ricoprire tale ruolo.
Ci hanno detto che è assurdo dimezzare i Consiglieri, nonostante Monaco ne conti 24, il Liechtenstein 25, Andorra 28.
Ci hanno detto che i lavori del Congresso di Stato devono rimanere segreti, per questioni di riservatezza, mentre noi pensiamo che un paese come questo potrebbe e dovrebbe permettersi un incontro settimanale del governo con la cittadinanza per esporre nel dettaglio le attività svolte.
Ci hanno detto che il finanziamento ai partiti è già troppo ridotto, ed è vero… se si continua a pagare stipendi da nababbi ai funzionari e per ogni cavolata, mentre noi riusciamo a economizzare su tutto: ma chi non è in grado di economizzare nella gestione di un partito come può economizzare nella gestione di un paese?
Ci hanno detto che siamo demagogici, populisti, apolitici. In fondo preferiamo evidentemente questi appellativi ad un appiattimento alle visioni elitiste troppo spesso e immotivatamente condivise all’interno dei palazzi.
Otterremo queste riforme, in un modo o nell’altro. Insieme ai cittadini, dovremo porre fini a chi vive privilegi come un atto dovuto.

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