Presentazione del ‘Rapporto annuale 2013 sulle malattie da lavoro’

Presentazione del ‘Rapporto annuale 2013 sulle malattie da lavoro’

L’ironia del film capolavoro di Charlie Chaplin “Tempi moderni” ci mostra uno spaccato di vita lavorativa ormai “superata!?”, che affianca e si collega ai dati ed ai risultati contenuti nel rapporto annuale 2013 sulle malattie da lavoro.

“Lo spunto del tema e della copertina di quest’anno”, è nato da una riflessione del gruppo di lavoro (Patrizia Dragani, Riccardo Guerra e Claudio Muccioli) relativa all’adeguatezza dei tempi, all’organizzazione del lavoro e ai metodi di prevenzione adottati all’interno dalle attività produttive, che evidenziano da alcuni anni una continua impennata dei disturbi muscolo scheletrici. Tale riscontro trova una triste similitudine anche con i dati statistici presentati dall’INAIL.

Lo studio condotto da Patrizia Dragani, referente della gestione epidemiologica e della estrapolazione dei dati statistici dell’UO Medicina del Lavoro, evidenzia nella sua completezza la portata del danno sanitario e sociale, determinato dalle malattie professionali.

Questo preoccupante fenomeno delle malattie professionali viene evidenziato anche nel rapporto annuale dell’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) dove su 2 milioni e 360 mila decessi/anno sul lavoro, oltre 2 milioni di questi sono causati dalle malattie professionali.

Nonostante gli entusiasmi e l’impegno del team, purtroppo lo “spettacolo” di questa epoca fa riemergere, (come il film di Chaplin del 1936), i problemi legati: “alle postazioni di lavoro”, “ai movimenti ripetitivi”, “alla movimentazione manuale dei carichi, “alle posture incongrue”; tutti elementi di uno “show” che conducono a conseguenze cicliche che colpiscono il protagonista di sempre: “il lavoratore” incanalandolo sovente verso “un finale scontato” che oltre all’inabilità, ai disagi e alle assenze, conduce in un momento di grave crisi lavorativa ad un importante disagio sociale.

Nel 2013 sono state presentate 75 richieste di riconoscimento di pensione privilegiata per malattia professionale (+ 39% rispetto al 2012). Il 57% delle denunce presentate sono malattie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (tendiniti, neuropatie, osteo-artropatie). Le patologie riconosciute sono state 27 pari al solo 36 % delle denunce presentate mentre il 64% delle domande sono state valutate come patologie comuni e quindi non correlate con il lavoro.

Con l’aggiunta dei nuovi casi, il totale dei lavoratori a cui è riconosciuta un indennità per malattia professionale, raggiunge la quota di 186 unità con un costo economico per l’ISS pari a oltre 763.629 euro/anno. Complessivamente i costi della mancata sicurezza relativa alle indennità riconosciute per la pensione privilegiata: malattia professionale, infortuni sul lavoro e pensione ai superstiti, nel solo 2013 hanno determinato una spesa complessiva per l’ISS pari a 2.615.931 euro.

Il rapporto è completato dai dati relativi alla correlazione fra salute e lavoro che ha visto nel 2013: un notevole aumento dei giudizi di inidoneità totale passati da 36 del 2012 a 59 del 2013; un aumento significativo (22 casi) del numero dei lavoratori a cui è stato riconosciuto il requisito per poter accedere agli ammortizzatori sociali in quanto non idonei totalmente e al riconoscimento dell’astensione anticipata a 31 lavoratrici, allontanate dal lavoro per tutto il periodo della gravidanza in quanto l’attività lavorativa effettuata era incompatibile con il loro stato di gravidico. Un capitolo a parte è stato dedicato al rischio da esposizione a sostanze cancerogene e alla problematica relativa all’invecchiamento della forza lavoro.

La “regia” della prevenzione dovrà quindi prevedere nei prossimi anni un sempre maggior impegno affinché gli ambienti, l’organizzazione del lavoro i tempi e i metodi di lavoro siano effettivamente al passo con i nostri “tempi moderni”.

Ufficio Relazioni Pubbliche ISS

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