Privatizzazione nido Falciano. Su

Privatizzazione nido Falciano. Su

Nei periodi di crisi economica il contenimento della spesa pubblica aumenta la sua presa emotiva fino a diventare uno slogan buono per ogni occasione. Spesso, però, dietro allo scopo dichiarato di un uso più attento e misurato dei soldi versati dai contribuenti, si nascondono intenzioni che vanno in tutt’altra direzione, e diventa solo il pretesto per potere togliere dalla gestione pubblica parti di stato sociale, per affidarle, invece, a soggetti privati.
Come, a noi sembra, nel caso dell’asilo nido di Falciano, dove, dopo che lo Stato ha speso più di 800mila euro per ristrutturare la struttura, la gestione ora passa al privato. Una prima considerazione: non si capisce perché, a parità di servizio, il privato dovrebbe costare meno del pubblico. A meno che non si parta dal presupposto che il pubblico è sprecone e non ha la volontà di correggere questa sua tara. Oppure, a meno che nel privato gli standard garantiti siano di qualità inferiore, o le rette più alte.  
Solo qualche giorno fa – ed ora capiamo il perché – la Segreteria all’Istruzione ha reso pubblici i dati sulla spesa per i servizi socio-educativi: un bambino che frequenta l’asilo costa allo Stato più di 20mila euro l’anno.
A naso la cifra sembra un po’ alta. Ad ogni modo ci chiediamo: se così fosse, perché – come avviene nel nord Europa – non offrire ai genitori la possibilità di crescere ed accudire loro il proprio figlio, garantendo alla famiglia un reddito pari ai 20mila euro spesi dallo Stato per il servizio di asilo nido? Se una forza laica come Sinistra Unita, è in grado di immaginare un provvedimento del genere, ancora di più dovrebbero esserlo i signori al governo di dichiarata fede familista e tradizionalista. Forse, però, per loro sono più forti gli argomenti che stanno dalla parte di chi vorrebbe trasformare l’istruzione e i servizi socio sanitari in un terreno di caccia, e confonde la religione con l’imprenditoria, e l’imprenditoria con il saccheggio.
A sostegno dell’esclusività della gestione pubblica in tali settori noi diciamo soltanto che, ma ci sembra più che sufficiente, se per il pubblico la finalità ultima è solo quella di dare sostegno a chi si trova in difficoltà, di curare chi è ammalato e di offrire ai giovani un’adeguata istruzione, per il privato, invece, le dinamiche in gioco sono tutt’altre e hanno a che fare soprattutto con il guadagno. Ma l’idea del guadagno, lo vogliamo ripetere, dovrebbe essere bandita da tutte quelle attività che riguardano più da vicino la vita di tutti noi.
Sinistra Unita

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