Affitti brevi, pernottamenti almeno per due notti. L’assessore Magrini soddisfatto solo in parte: “Non si risolve così lo spopolamento delle città”. Il testo non soddisfa Federalberghi. Giorgetti: “Sarebbe ottimale portare il limite a cinque giorni”
ALESSANDRO CICOGNANI – Era ottobre 2007 quando Airbnb faceva la sua comparsa su internet. Sono bastati pochi anni perché si assestasse, per vedere il mondo degli albergatori dare il via a una battaglia che dura ormai da un decennio, con le associazioni della costa romagnola, terra di turismo e seconde case, l’Istat ne ha censite quasi 9mila per un totale di 38mila posti letto ma potrebbero essere di più, in prima fila a cercare di far valere le proprie ragioni contro un portale che ha generato non poca concorrenza. Oggi, però, quel sistema sembra essere giunto a un punto di svolta. Il ministero del Turismo ha annunciato di aver pronto un disegno di legge per limitare gli affitti brevi, contenendoli a un minimo di pernottamento pari a due notti. Una strada, quella intrapresa dal ministero, che secondo il presidente di Federalberghi Emilia Romagna, Alessandro Giorgetti, “ha il sapore della presa in giro”. “Come associazione – tuona l’albergatore riminese – siamo convinti che porre un limite minimo di cinque giorni sarebbe la soluzione ottimale. In questa fase ne avevamo proposti almeno tre, ma dalle prime informazioni si parla di appena due”. Insomma, nonostante l’impulso a cercare di mettere ordine nel comparto dei portali online per l’affitto delle case fosse giunto proprio da Federalberghi – che chiedevano regole e maggiori controlli – i confini su cui sembrano muoversi nei palazzi romani assomigliano tanto a quelli della prudenza. (…)
Articolo tratto da Corriere Romagna