Pugno di ferro contro i ‘furbi’ Scovati oltre 187 milioni. La Nazione

Pugno di ferro contro i ‘furbi’ Scovati oltre 187 milioni. La Nazione
Pugno di ferro contro i ‘furbi’ Scovati oltre 187 milioni

Il comandante Cuneo: “Con la crisi aumenta l’evasione”. Il 22 per cento degli umbri non emette lo scontrino fiscale

Perugia, 29 giugno 2011 – CAPITALI di provenienza illecita aggrediti, evasori smascherati e complesse indagini che portano dritte nei paradisi fiscali svizzeri e nelle banche di San Marino, dove attraverso omesse dichiarazioni e società «esterovestite» qualche Paperone era andato a nascondere i redditi. Tredici milioni di euro recuperati a tassazione, solo per contare le ultime quattro indagini che hanno portato fuori dai confini nazionali. Per quanto riguarda il mercato interno, invece, la Guardia di Finanza — grazie ai 2.700 controlli svolti nei primi cinque mesi dell’anno — ha scoperto che 22 volte su cento in Umbria non vengono rilasciati scontrini o ricevute fiscali. «Nei momenti di crisi aumenta la propensione all’evasione — ha spiegato il comandante regionale, il generale Fabrizio Cuneo in occasione del 237mo anniversario del Corpo —. ma è nostro compito intervenire nell’immediato per garantire le pretese erariali. Contro i complessi fenomeni dell’evasione fiscale e dei traffici illeciti devono intervenire le Istituzioni. Ed è necessario investire sulla formazione culturale e sulla sensibilizzazione per vincere certe battaglie». I numeri e le statistiche, in molti casi migliori dell’anno scorso, «non rendono completamente l’idea degli sforzi e dell’attaccamento al Corpo — ha aggiunto Cuneo — in un momento così delicato dell’economia i miei uomini impiegano professionalità ed entusiasmo per raggiungere certi obiettivi». In Umbria sono stati recuperati a tassazione 167 milioni di redditi sottratti alle imposte dirette e 24 milioni di euro di Iva evasa.
 
Le 911 ispezioni contabili (di cui 234 verifiche fiscali e 677 controlli) hanno permesso di constatare la sottrazione all’imposizione diretta di redditi per circa 187 milioni e un’evasione nel campo dell’Iva per 32 milioni. E, sempre nell’ottica di rendere più incisiva l’azione contro gli evasori, le fiamme gialle hanno chiesto all’autorità giudiziaria il sequestro di capitali e beni mobili per un valore complessivo di oltre 770mila euro. L’attività di contrasto al lavoro sommerso registra un incremento: i lavoratori irregolari rintracciati sono stati 371 (136 quelli scoperti nello stesso periodo di riferimento, nel 2010). «Spesso ci sono dei ‘grigi’, ossia persone iscritte ma non perfettamente regolarizzate», ha detto il generale. Per quel che riguarda la ‘punizione’ contro persone condannate penalmente e dalle confische — possessori di beni on giustificabili coi redditi dichiarati — i militari hanno inflitto sanzioni ad un uomo condannato per ricettazione: la Corte d’appello di Perugia gli ha confiscato beni per un valore ci circa 170mila euro. E’ capitato anche che da un numero di targa appuntato in maniera frettolosa su un pacchetto di sigarette i finanzieri sono riusciti a risalire ad evasori.
 
In ogni modo, nella stragrande maggioranza dei casi, gli interventi della Guardia di finanza sono «mirati»: «Vengono selezionati i soggetti da controllare, noi siamo una polizia economico-finanziaria — ha aggiunto Cuneo — e utilizziamo numerose banche dati. Spesso partiamo dall’auto di grossa cilindrata e arriviamo a scoprire un’evasione importante. Ci concentriamo molto anche su dinamiche di apertura e chiusura delle partite Iva». Capitolo contraffazione: il settore riveste un’importanza strategica per l’esigenza di tutelare tutti gli operatori economici che investono, competono e producono ricchezza secondo le regole del mercato. A tutela dell’attività imprenditoriale e della regolare occupazione. Nel 2011 sono stati sequestrati oltre 80 mila articoli contraffatti e circa 70 mila prodotti commercializzati senza la certificazione degli standard di sicurezza europei. Nell’ambito della tutela del ‘made in Italy’ le fiamme gialle hanno sequestrato oggettistica Thun tarocca, destinata sia al mercato nazionale che a quello estero, beni per un valore di circa due milioni e 400 mila euro. Il danno per il produttore è «enorme», è stato spiegato, sotto quest’aspetto nel nostro Paese c’è «scarsa sensibilità» quando c’è di mezzo un risparmio evidente ed immediato.
di ENZO BERETTA
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