Lo chiedono i Comuni per una migliore organizzazione. E la prefettura allarga i posti disponibili. Continua l’adesione spontanea degli hotel, ma deve essere regolarizzata attraverso una convenzione.
Continuano ad arrivare. Donne, anziani e minori in fuga dalla guerra che sta insanguinando il loro Paese. Sono ormai quasi 1.780 i profughi ucraini ospiti della nostra Provincia. La macchina dell’accoglienza, coordinata dalla Prefettura con la collaborazione della Protezione civile e dei sindaci, sta mettendo in campo tutti gli sforzi possibili per trovare una sistemazione adeguata agli sfollati che scappano dalle bombe. Il che naturalmente non significa solamente vitto e alloggio, ma anche un lungo elenco di altre cose: assistenza sanitaria e psicologica, scuola, corsi di lingue. Al momento sarebbero circa 380 le camere reperite a livello provinciale, in strutture pubbliche e private, per offrire una risposta immediata all’emergenza. La prima linea dell’accoglienza è rappresentata dai Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e dalla rete Sai (Sistema di accoglienza integrata). Da soli, però, questi centri non sono sufficienti. Ecco perché la prefettura ha chiesto il sostegno dei Comuni e dei privati. (…)
Articolo tratto dal Resto del Carlino