Referendum 15 maggio, commenti e reazioni: Sinistra Unita

Referendum 15 maggio, commenti e reazioni: Sinistra Unita

Il voto di domenica ha dato indicazioni precise ma anche articolate che vanno analizzate in maniera dettagliata, lasciando da parte i facili slogan della campagna referendaria ormai alle spalle. Tre referendum hanno visto la vittoria dei sì: due di questi maniera netta, un altro in modo più risicato. Il quesito sulla preferenza unica infatti, ha ottenuto all’incirca gli stessi voti delle altre volte (ma di meno dell’agosto 2003) per un esito che è stato positivo solo grazie all’abbassamento del quorum.

I vincitori sono i comitati dei tre quesiti propositivi e il comitato contrario all’abrogazione, mentre per governo e forze politiche i risultati presentano alcune luci e molte ombre.

L’esito complessivo è indubbiamente un “avviso di sfratto” per il governo che non potrà certo fare finta di niente, dato che i quesiti, ad eccezione di quello sul quorum, sono stati fortemente politicizzati dai promotori che hanno espressamente chiesto un voto contro il governo.

Questo dunque rappresenta un grosso segnale inviato a Bene Comune e alla politica in generale. Dietro queste cifre infatti, è facile leggere un forte malcontento per l’azione del tutto inefficace di questa maggioranza che ha mostrato sin dal suo insediamento tutta la sua incapacità a fare fronte alla crisi in atto da anni senza soluzione di continuità.

Tuttavia il segnale dato è un segnale di critica forte ma ragionata poiché proprio il quesito sul polo della moda, quello su cui si giocava la partita politica più importante, ha visto la prevalenza dei No. I Sammarinesi hanno infatti riconosciuto la validità del progetto ritenendo che, pur nella necessità di esprimere il loro disappunto verso l’operato del governo, sarebbe stato controproducente farsi sfuggire l’unico investimento, capitato forse per caso, degno di nota per il nostro Paese dopo tanti anni di deserto. Come abbiamo detto più volte, l’operato del governo resta comunque fallimentare sia per il bilancio pubblico sia sul fronte dell’occupazione, che sono le due emergenze principali, e non avrebbe fatto molta differenza in tal senso un esito diverso di questa tornata referendaria.

Se il governo, che aveva chiesto esplicitamente 4 no, cerca di minimizzare la sconfitta incassata, è invece bizzarro notare che anche quella parte di opposizione che ha perso il referendum più “politico” cerchi a sua volta di seguire le stesse orme della maggioranza parlando di “pareggio” come se si potesse considerare allo stesso modo chi ha votato con chi non lo ha fatto.

Solo il 23% dei Sammarinesi – cioè meno di 1 su 4- ha detto di non volere il polo della moda. Chi è rimasto a casa non era certamente ostile al progetto. Sostanzialmente ha ritenuto indifferente che il polo ci fosse o non ci fosse, il che vuol dire che, pur non riponendo particolari aspettative su questa operazione, non aveva niente da obiettare nei suoi confronti.

Va inoltre sottolineata la risposta positiva giunta dai Castelli maggiormente interessati alla variante del PRG  a riguardo.

Chi oggi dice che il Paese è diviso a metà e che “bisognerebbe trovare una mediazione” tra le due parti, di fatto non vuole accettare la sconfitta e non vuole rispettare la volontà popolare, pretendendo di trasformare la matematica in un’opinione pro domo sua.

È vero che i contrari al Polo avevano puntato tutto su questo referendum, sia partecipando con loro esponenti nel comitato promotore sia conducendo da protagonisti una campagna tutta imperniata sulla paura, divulgando informazioni non veritiere allo scopo di spaventare i cittadini con numeri e interpretazioni forzate o fantasiose in modo da fare leva sul pericolo del “profittatore” straniero che viene a minacciare la nostra sovranità e a riempirci di debiti. Una campagna condotta in maniera “border line”, a volte anche oltre al limite delle regole stabilite per gli orari, la data e le modalità di svolgimento della propaganda, ma a quanto pare i toni urlati e spesso aggressivi sono apparsi eccessivi alla maggioranza dei cittadini.

Sinistra Unita aveva sostenuto due no, all’abolizione della variante di PRG e alla preferenza unica pertanto, pur rammaricandoci per l’esito di quest’ultimo, che taglierà le gambe ai più giovani e ostacolerà ulteriormente la presenza femminile, oltre a riaprire la caccia al voto estero, riteniamo molto positivo l’esito del referendum sul polo della moda poiché, potrà consentire la ripresa dell’occupazione e una crescita di fiducia nel nostro sistema. Archiviato dunque l’esito del voto ora è necessario delineare al più presto un nuovo quadro politico, capace di affrontare i problemi rimasti irrisolti e condurre il Paese a nuove elezioni per trovare finalmente le soluzioni più adatte.

Ci facciamo promotori in Consiglio Grande e Generale di un ordine del giorno perché si dia mandato ad una commissione paritetica di recepire l’esito referendario (e quindi la volontà popolare) nell’ambito di un’armonizzazione delle norma in oggetto.

Sinistra Unita

17/05/2016 

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