Referendum per la domanda di adesione all’Unione Europea: comunicato partiti del Si

Referendum per la domanda di adesione all’Unione Europea: comunicato partiti del Si

Referendum per la domanda di adesione all’Unione Europea: comunicato partiti del Si
A pochi giorni dall’inizio della campagna referendaria, alla quale si chiede alla cittadinanza di esprimersi se aprire o meno  un negoziato con  l’Unione Europea, i sei partiti per il Si escono allo scoperto.  
La posizione del Psd, con una vocazione storicamente europeista, è sempre stata quella del SI. Il partito di via Ordelaffi, membro dell’attuale Governo, non ha mai lasciato trasparire alcun tipo di perplessità: la maggiore integrazione europea è stata inoltre uno dei  cavalli di battaglia del Partito dei Socialisti e dei Democratici nel corso della campagna elettorale 2012. A tal proposito Marina Lazzarini, neo Segretario politico del Psd, afferma che: “Noi votiamo SI  perché è una scelta che guarda al futuro, è un’opportunità di conoscenza e di consapevolezza. Votare SI ci da la possibilità di andare a vedere le carte, cioè di sapere con chiarezza, al termine del percorso di contrattazione,   i pro e i contro; solo allora potremo decidere se entrare o no nell’Unione esprimendoci attraverso un secondo referendum. Se vincesse il  No – prosegue il Segretario Lazzarini-  sarebbe veramente un segno negativo per l’Europa, il segno della volontà di non cambiare, di non volere quella trasparenza ormai indispensabile nei rapporti internazionali   commerciali, di lavoro, quella trasparenza che ci è indispensabile per risollevare la nostra economia”. In conclusione, ribadendo alcune posizioni espresse dai cosiddetti “euroscettici”,il Segretario afferma che :” Per chi pensa che la nostra politica e amministrazione non siano ancora pronte a questo passo, sottolineo che l’Unione prevede l’aiuto ai paesi candidati all’adesione attraverso programmi di formazione e strumenti finanziari , quindi si rafforzerebbero le nostre istituzioni e si valorizzerebbe il nostro capitale umano”.
Anche il Partito Socialista, nonostante la sua attuale collocazione politica in seno all’opposizione e membro, assieme all’Upr, della coalizione Intesa per il Paese, ha deciso di intraprendere questa campagna assieme ai cugini del Psd. Per voce del suo Segretario, Simone Celli, ha apertamente espresso che: “L’approccio del Partito Socialista è stato molto pragmatico. Bisogna infatti essere chiari fin da subito che con la presentazione della domanda di adesione, non si entra automaticamente nell’Unione Europea- precisa Celli- ma si apre una trattativa bilaterale che valorizzerà notevolmente la sovranità del nostro Stato e che consentirà di valutare i costi e i benefici  di questo percorso, fornendo ai cittadini sammarinesi la possibilità di decidere successivamente, con cognizione di causa e attraverso un’ulteriore consultazione referendaria”. Conclude il Segretario del Ps sottolineando che “la vittoria del SI lascia aperte tutte le porte nel rapporto con la Ue. Porte che invece si chiuderebbero pericolosamente con il prevalere del NO. Per questo il Partito Socialista sostiene con convinzione la proposta contenuta dal quesito referendario.”
Dello stesso avviso sono i loro colleghi di coalizione, l’Upr. Il Capogruppo Giovanni Lonfernini, esprimendo che la sua posizione e quella del partito da lui rappresentato è per il Si, ha precisato che un esito positivo del referendum “significa esclusivamente affermare il principio della piena valorizzazione della nostra sovranità, chi sostiene il contrario dice una sciocchezza facendolo, peraltro, in maniera goffa e strumentale. Non e’, infatti, messa in alcun modo in discussione la nostra sovranità’. Così come non sono realizzabili scenari apocalittici, vagheggiati in questi giorni, in caso di affermazione del SI. Si avvierà’ soltanto una trattativa – alla luce del sole – con l’UE.” Nella sua nota ha aggiunto inoltre che: “ Con l’Unione Europea occorre fare i conti. Lo sanno già’ molto bene le nostre imprese, il sistema bancario e finanziario e i giovani sammarinesi”.  Quindi “l’avvio della trattativa con l’UE non significa quindi decidere a ‘scatola chiusa’ sul futuro della nostra Repubblica. Ma l’esatto contrario, con la vittoria del SI, avremo finalmente un quadro incontrovertibile su costi e benefici legati all’ingresso o meno di San Marino nell’Unione Europea”.
 
Per il Coordinatore di  Sinistra Unita, Augusto Gasperoni “Votare si al referendum sull’invio della richiesta di adesione all’Unione Europea significa fare un primo passo importante verso il futuro. Il Referendum non è vincolante, ma è essenziale per sapere a cosa andiamo incontro (costi e benefici), perché, in caso della vittoria dei si, impegna il Governo ad inviare la richiesta”. Gasperoni prosegue inoltre sostenendo che “nei negoziati che seguiranno, quando verrà recepita, San Marino intavolerà una trattativa con l’Europa, e non sarà più alla stregua di altri piccoli protettorati. Con il referendum del prossimo 20 ottobre si chiede l’avvio dell’adesione per poter iniziare i tavoli di trattativa, che ad oggi vengono portati avanti come Paese Terzo”. Per voce del proprio coordinatore, Sinistra Unita precisa che “i processi di integrazione in atto, continueranno, ma in modo più determinato e peculiare per la nostra realtà. Votare si significa credere in noi stessi, come Paese, nei nostri giovani, nei nostri imprenditori, nei nostri lavoratori”. Conclude infine sostenendo che: “Con la vittoria dei si, San Marino darebbe un segnale politico forte e chiaro all’Europa, al resto del mondo e soprattutto a se stesso”.
Civico10, per voce del suo coordinatore Matteo Ciacci, sostiene il si al referendum “perché San Marino lanci un forte messaggio politico di cambiamento agli interlocutori interni ed esterni. Una certa classe politica sammarinese ha sempre lottato per tenere San Marino fuori da ogni contesto politico-economico internazionale con lo scopo di fare del nostro Paese una culla perfetta per gli affari di certe lobbies economiche ma è ora di cambiare: vogliamo una San Marino trasparente, virtuosa, rispettata e riconosciuta da tutta la comunità internazionale all’interno di un contesto di regole chiare”. Prosegue Ciacci con la sua nota dicendo che “il referendum non chiede di entrare in Europa da subito ma semplicemente di inviare la lettera con la richiesta di Adesione che porterebbe all’inizio dei negoziati”, e conclude sottolineando come sia “semplicemente un’opportunità in più che diamo ai nostri cittadini, ai nostri giovani, alle nostre imprese, al nostro Paese, non lasciamocela sfuggire.
Infine, Emilio della Balda del movimento Per San Marino, sostiene che “il nostro SI è pienamente convinto e ragionato in quanto riteniamo utile aprire un percorso negoziale verso l’Unione Europea che ci consenta di conoscere i vantaggi, gli svantaggi e le opportunità di una eventuale adesione che si deciderà con un nuovo referendum al termine della trattativa. Il SI tiene aperte tutte le strade; il NO le chiude tutte.
 

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