Referendum Previdenza. Risposta del Comitato a Massimo Rossini

Referendum Previdenza. Risposta del Comitato a Massimo Rossini

REFERENDUM ABROGATIVO
LEGGE DI RIFORMA PREVIDENZIALE
In risposta a quanto dichiarato dal dott. Massimo Rossini sul quotidiano La Tribuna deIl’8.03.2012, il Comitato Promotore del referendum abrogativo della Legge di riforma del sistema previdenziale precisa quanto segue.
I liberi professionisti, che non dichiarano affatto redditi forfettari (come erroneamente sostenuto dal dott. Rossini), ma che sono tenuti ad una dichiarazione dei redditi analitica, pagano così pochi contributi che negli anni avevano accumulato un residuo attivo sul proprio fondo pari a 9,000.000,00 di €. (novemilionidieuro).
Sarebbe stato forse meglio che il dott. Rossini, anziché spendersi in demagogici commenti degni della migliore tradizione politica del Paese, si fosse preso la briga di dare una semplice scorsa alle statistiche, alle proiezioni ed ai freddi ma inequivocabili dati numerici che i consulenti tecnici dell’attuale Governo hanno posto a base della Legge di riforma del sistema previdenziale.
Si sarebbe forse reso conto che a tutti i lavoratori attivi di tutte le categorie (ai giovani in particolare) è imposto un aumento considerevole dei contributi a fronte di un ritorno pensionistico del tutto inadeguato, senza che, peraltro, tale sacrificio sia in grado di mettere in sicurezza il sistema previdenziale sammarinese.
I fondi pensionistici sono diversi e ciascuno deve essere in grado di mantenersi in equilibro. In particolare i lavoratori dipendenti pagano le pensioni degli ex lavoratori dipendenti e non- come erroneamente asserito dal dott, Rossini- quelle di tutti.
Noi giovani, dipendenti e lavoratori autonomi, non ci possiamo neppure permettere di sognare la pensione che percepisce oggi il dott. Rossini!
La Legge di riforma del sistema previdenziale introduce alcune migliorie che certamente dovranno essere riprese dalla nuova normativa che ci si auspica possa sostituire l’attuale. I giovani lavoratori, autonomi o subordinati che siano, devono certamente essere disposti a qualche necessario sacrificio per mantenere l’equilibrio dei fondi pensionistici, ma non possono accettare di essere esposti per tutta la durata della loro vita lavorativa a salatissimi prelievi contributivi, funzionali solamente a coprire le perdite dovute alle malefatte di anni di scellerata politica (tra cui anche il Governo di cui ha fatto parte il dott. Rossini).
Il referendum abrogativo proposto, lungi dall’essere una “trappola”, è l’unico modo per evitare tutto ciò e per addivenire ad una riforma finalmente improntata ai principi di equità e solidarietà fra lavoratori e fra generazioni.
La vera ed unica “trappola” è quella che è stata tesa dal Governo con l’approvazione di questa Legge: chi vuole liberarsi da questa “trappola” non ha altra strada che dare il proprio sostegno all’iniziativa referendaria.
Il Comitato Promotore

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