Referendum Salva Stipendi: pensionati uniti per il SI

Referendum Salva Stipendi: pensionati uniti per il SI

Referendum Salva Stipendi: pensionati  uniti per il SI
 
SAN MARINO 14 OTTOBRE 2013 – “Uniti contro la crisi: il 20 ottobre difendiamo i redditi delle nostre famiglie”. Trecento pensionati hanno incontrato il comitato promotore Referendum Salva Stipendi durante una serata conviviale a Chiesanuova. 
 
“A San Marino il ruolo sociale dei pensionati – afferma Armando Stacchini,  segretario Federazione Nazionale Pensionati CDLS – è da sempre molto importante, ma dentro questa crisi senza precedenti l’aiuto ai figli e nipoti è diventato decisivo, soprattutto per quelle famiglie  che devono fare i conti con la cassa integrazione e la disoccupazione”.
 
Mai come ora quindi, continua Stacchini, “il forte senso di solidarietà dei pensionati è necessario per affrontare uniti le difficoltà che sta affrontando il Paese.  Per questo domenica 20 ottobre invitiamo a votare  si al Referendum Salva Stipendi, che si propone di agganciare la busta paga all’inflazione durante i periodi non coperti da contratto, sostenendo  così  sia il potere di acquisto delle nostre famiglie sia  consumi interni”.
 
Marco Tura, rappresentante del comitato promotore, è intervenuto alla serata spiegando le ragioni del si: “Il Referendum  Salva Stipendi  vuole cambiare un passato fatto di paralisi contrattuali, alta conflittualità sociale e perdita del valore delle retribuzioni. Dall’inizio della crisi i consumi delle famiglie sammarinesi sono crollati del 14% e la pressione fiscale sui redditi dei lavoratori è aumentata, mentre centinaia di soggetti economici, imprese e società  hanno evaso quasi 200 milioni di monofase ed altri hanno intascato esenzioni fiscali a pioggia per altri 200 milioni. Insomma, un sistema di cose davvero insopportabile. Il Referendum Salva Stipendi nasce dunque da un dovere di giustizia sociale, vuole un cambiamento concreto, affinché non siano sempre i lavoratori, i giovani e i pensionati  a pagare  il conto più salato della crisi”.
 

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