Referendum Salva Stipendi: San Marino si salva se si salva il lavoro

Referendum Salva Stipendi: San Marino si salva se si salva il lavoro

Serata pubblica a Domagnano apre la campagna referendaria.

Serata che si è aperta con la lettura del quesito referendario. “Volete voi che, fino al rinnovo dei contratti collettivi di lavoro scaduti, le retribuzioni dei lavoratori dipendenti siano rivalutate al primo gennaio di ogni anno di un importo pari alla percentuale di inflazione rilevata nell’anno precedente dall’Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica dello Stato?”

“Poche, chiarissime righe – ha sottolineato Marco Tura, segretario CDLS e rappresentate del comitato promotore – che abbiamo elaborato in collaborazione con esperti del lavoro dell’Università di Urbino e che in pochi giorni sono state sottoscritte da duemila sammarinesi”.

Molto chiare, ha continuato Tura, anche le parole del Collegio dei Garanti, che ha dato il via libera al Referendum Salva Stipendi: “Il gruppo di professori, costituzionalisti e magistrati ha spazzato via qualsiasi dubbio sul possibile contrasto tra la libera contrattazione e l’aggancio delle buste paga all’inflazione nei periodi non coperti da contratto”.

Hanno infatti scritto i saggi: il Referendum “non comprime l’autonomia collettiva ne si pone in contrasto con il principio di libertà contrattuale, che resta lo strumento principale di attuazione del principio dell’equa retribuzione”.

Del resto, ha spiegato Tura, l’origine del Referendum Salva Stipendi è nota: “La nostra iniziativa nasce dalla paralisi contrattuale del settore industria: per quattro anni ottomila lavoratori sono rimasti senza contratto a causa delle ingiustificate chiusure dell’Anis. Un lungo immobilismo che, dentro una crisi devastante, è costato 90 ore di sciopero e una perdita secca del 4.5 % delle retribuzioni. Ecco, il Referendum del 20 ottobre vuole impedire che tutto questo si ripeta. Vogliamo difendere il potere di acquisto delle buste paga anche quando i contratti sono scaduti, impedire così perdite di tempo nei rinnovi contrattuali e continui conflitti sociali. Basta infatti ricordare che dopo l’approvazione del Referendum, il contratto industria è stato chiuso in pochi mesi e che anche numerosi imprenditori, stanchi dei lunghi tira e molla del passato, il 20 ottobre voteranno si”.

Tra le parole chiave della campagna per il si al Referendum svetta infatti “Mai più senza contratto”. Parole accompagnate sui manifesti e nei video dalla gratuita testimonianza di Adrian, un giovane operaio sammarinese del Gruppo SCM.

 

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