Relazione Segretario uscente Marco Gatti. Congresso Pdcs

Relazione Segretario uscente Marco Gatti. Congresso Pdcs

RELAZIONE DEL SEGRETARIO POLITICO MARCO GATTI
AL
XIX CONGRESSO GENERALE DEL PARTITO DEMOCRATICO
CRISTIANO SAMMARINESE

In apertura di questo mio intervento voglio mandare un saluto alla
Reggenza, che è per tutti noi sammarinesi la garanzia della nostra
democrazia e libertà.
Presidente, Amiche ed Amici dell’Ufficio di Presidenza, gentili Ospiti,
illustrissimi Delegati, Amiche ed Amici,
Vi ringrazio della Vostra partecipazione al nostro 19° Congresso del
Partito Democratico Cristiano Sammarinese,
un Congresso che ha quale tema il FARE

FARE il PARTITO
FARE il PAESE
FARE il FUTURO

Un tema, quello del FARE, quanto mai attuale, in forte contrasto con
quello che sembra essere diventata oggi la politica: il DIRE.
Il DIRE quello che si vuole, senza senso e senza verità, senza contenuto e
senza identità.
Il FARE CONSEGUENTE A CIÒ CHE SI DICE, è cosa ben più difficile
ma è quello che noi vogliamo FARE.
Ho fortemente desiderato impostare e condividere con la Dirigenza del
PDCS l’idea di questo nostro Congresso
sulla fatto che il FARE non è più rimandabile:
per il bene del nostro Paese,
per il Futuro dei sammarinesi e dei nostri figli,
ma soprattutto per il nostro Partito, per chiudere definitivamente con un
modo anacronistico di fare politica e aprire con decisione
al recupero della nostra anima più vera e profonda, ispirata dai nostri padri
fondatori 65 anni fa alla Dottrina Sociale della Chiesa,
aprire alla partecipazione attiva di chiunque desideri essere protagonista di
un nuovo sviluppo etico e sostenibile,
aprire principalmente ai giovani, per contribuire al rafforzamento di Partito
guida del Paese.

Permettetemi innanzi tutto in apertura del mio intervento di ringraziare il
Presidente e tutti i membri del Consiglio Centrale uscente, tutte le Sezioni
e gli amici che si sono adoperati per la buona riuscita di questo Congresso
Politico. Grazie
Tre anni fa lo stesso Congresso mi ha votato Vostro Segretario, in un
momento difficile del Partito e del Paese.
Sono stato considerato in quell’occasione probabilmente il meno peggio o
il più adatto per gestire una situazione molto complessa.
Forse molti avevano sperato che non sarei stato all’altezza di continuare il
percorso virtuoso promosso dal mio predecessore: un pensiero che,
all’inizio, più di una volta ho avuto anch’io.
Infatti io non sono nato Segretario.
Ho dovuto impararlo giorno per giorno, ho dovuto passare anche attraverso quegli errori di inesperienza, che però
non contraddicono la testardaggine del FARE
FARE bene il compito a cui la responsabilità chiede l’impegno.
Ho capito che per vincere la sfida di ritornare una DC forte e coesa dovevo
fare squadra non solo con chi ha assunto responsabilità con me ma anche
con chi aveva più esperienza di me e poteva aiutarmi a rendere operative
ed efficaci le mie idee di rinnovamento.
Cercando di costruire rapporti operativi sinceri mi sono scontrato, alle
volte, anche con logiche di non lealtà, ma di questo ne parleremo più
avanti.
Quando l’anno scorso ho preso posizione per andare alle elezioni
anticipiate, per affermare il primato della politica e del consenso
democratico sul solito modo di gestire gli accordi di governo
(perché ci eravamo stancati dei voltafaccia di pochi, legati a mediocri
interessi di parte, in un momento così difficile per il paese)  perfino funzionari del PDCS erano impegnati a squalificare il mio operato
ma soprattutto il proprio Partito, sbandierando in giro che la lista della
nostra grande DC avrebbe fatto al massimo 12 consiglieri.
Invece grazie proprio ad un grande lavoro di squadra, dall’ultimo iscritto ai
Segretari di Sezione, fino ai Segretari di Stato
e, soprattutto, con il coraggio di aver messo in lista tante facce nuove e
credibili, il PDCS non solo ha recuperato, ma ancora una volta si è
imposto, attraverso una giusta scelta di alleanza di lista, come Partito
principale,
ribaltando quel numero 12 a 21
si 21 consiglieri, con circa il doppio dei voti sul secondo partito in lizza.
Una scelta quella di lista che non è stata una convenienza elettorale,
era ed è per noi un progetto, un percorso da finalizzare,
un progetto aperto anche a coloro che condividendo le nostre basi ideali
vorranno spendersi con sincerità e lealtà in un percorso serio nell’interesse
del Paese. 

E proprio a partire da questo grande consenso popolare, maturato ancora
nel momento più difficile del nostro Paese degli ultimi vent’anni, abbiamo
insieme tracciato un percorso nel modo di FARE politica dove adesso le
rotaie ci sono già: abbiamo cambiato modo di avvicinare la gente perché
crediamo nel valore portato dall’impegno delle persone e non per elargire
favori.
Ma c’è chi non condivide quello che si sta facendo.
Perciò vorrei soffermarmi su tre parole:
lealtà, trasparenza e comunicazione.
Osservando quanto sta accadendo in Europa
e soprattutto in Germania ed in Italia, sono spinto ad alcune
considerazioni.
In primis che chi come noi vince le elezioni è fedele agli impegni di
coalizione presi con gli elettori.  La stessa Merkel, anche lei leader democratico cristiano ed ancora
vincitrice alle ultime elezioni, si è alleata con i solcialdemocratici,
sostenendo che per alcuni decreti è costretta a dire: voto turandomi il naso.
L’importante è la lealtà dentro la coalizione, proprio con quegli alleati di
governo che assieme a noi hanno scommesso anche loro sul bene comune,
lasciando anche loro come noi da parte le vecchie barriere ideologiche.
Oggi per governare la difficile crisi bisogna stare insieme con gli altri, quei
partiti popolari più simili a noi.
Certo, chi non vorrebbe governare da solo!
Ma non si può più, in nessuna parte d’Europa. Mancano oggi le condizioni
e forse non torneranno più.
Per essere più precisi in Germania ed in Italia le grandi coalizioni sono
nate per necessità. Non c’erano alternative.
A San Marino invece è stata una scelta per dare risposte certe al Paese.
Non si esce dalla crisi con il decisionismo dall’alto, ma con la
partecipazione di tutti.  Non è semplice: le resistenze imposte dai particolarismi partitici e dagli
interessi affaristici sono forti. Dobbiamo perciò toglierci dalla testa che
una nostra critica ad azioni di governo voglia significare una crisi politica.
È finito il tempo dei giochetti fra i partiti.
Ma noi siamo la DC.

Mi sono giocato in prima persona per cambiare l’appiattimento del partito
sul governo:
il PDCS anche se esprime la maggior parte del Governo del Paese
non è il Governo.
Sapremo essere da stimolo ai nostri Segretari che saranno comunque
sempre sostenuti dal Partito.
Noi non abbiamo paura di assumerci le responsabilità quale maggior
Partito di Governo su provvedimenti impopolari ma che tutti sappiamo
indispensabili per l’equilibrio di bilancio pur sapendo che l’unica
soluzione è lo sviluppo.  Uno sviluppo che vediamo importante, perché sostenibile, nei settori del
turismo, della sanità e della cultura.
Per questo non accetto chi dice strumentalmente che siamo il partito delle
tasse, perché noi siamo il partito del FARE sviluppo.
Siamo il partito attento al reddito delle famiglie, siamo il partito attento ai
problemi delle famiglie.
Siamo il partito attento al lavoro, in particolare per i giovani e per i 50enni
che lo hanno perso.

In questo senso siamo molto vicini anche a tutti coloro che recentemente
hanno manifestato,
non perché siamo preoccupati del consenso,
ma perché condividiamo la necessità di avere chiaro che il lavoro è la
priorità assoluta e che tutti avranno un reddito prodotto dal loro lavoro.
(MANIFESTO)
Non per niente chi ci ha preceduto, e dai quali dobbiamo sempre imparare,
con questo manifesto programmatico, datato 9 aprile 1948, il PDCS di
allora dava precedenza al problema del lavoro e dei lavoratori ….
E poi chiamava a raccolta i cittadini. 

Anche allora in un momento drammatico, quello della ricostruzione, c’era
una esortazione a “uno spirito di collaborazione, un ambiente non più
dominato dalla violenza, dall’arbitrio e dall’egoismo”.
Allora per governare oggi, liberi dai condizionamenti, bisogna essere leali
e autorevoli.
E autorevoli si diventa quando ci si impegna in maniera trasparente per un
compito, cioè quando si hanno idee, valori e progetti. Quando si arriva al
confronto preparati. Chiediamo affidabilità.
Ed è per questo che noi dobbiamo essere credibili.
La nostra credibilità passa e passerà prima dal confronto tra gli iscritti
dentro il PDCS.
Questa modalità di confronto è già iniziata, ma i rapporti tenuti in questi
tre anni, i rapporti con i Segretari di Sezione, mi confermano che non è
sufficiente.
Dobbiamo strutturare il rapporto
dobbiamo lavorare ancora,  dobbiamo lavorare molto.
Tutti devono partecipare alla costruzione di San Marino,
tutti devono partecipare alla costruzione del futuro del nostro Paese.

Dicevo, autorevoli e leali. Non possiamo chiedere lealtà agli alleati di
governo se noi, noi del PDCS, non abbiamo un rapporto forte, trasparente,
lungimirante sui temi più importanti per San Marino.
La lealtà comincia da dentro il PDCS.
Dobbiamo eliminare le logiche di potere del passato.
Eliminare queste logiche è un lavoro che spetta a ciascuno di noi.
Siamo tutti responsabili di rapporti corretti e leali.
Ho riscontrato in questi giorni che le azioni di una vecchia politica,
forse quella dei cosiddetti poteri forti,
la politica delle coltellate alla schiena, è ormai al tramonto.
Non è che demolendo, o almeno tentando di demolire la mia immagine,
cambi qualcosa. 

Il processo di trasparenza e rinnovamento dentro il Partito è in fase
avanzata. Il treno è già partito.
E io, questo permettetemi di dirlo, ho fatto la mia parte. Ho tenuto la barra
dritta. Ho imparato. Non ho paura di niente.
La mia moralità al servizio del PDCS non è in discussione. Quindi, se ci
dovessero essere problemi, i problemi sono solo di natura politica.
Oggi San Marino non può permettersi nessun salto nel buio. C’è in gioco
la nostra credibilità e so che noi siamo una garanzia per la stabilità di
questo Governo, così come so, che insieme produrremo un cambio di
passo.
Ho cominciato un lavoro che vorrei finire.
Come guidare San Marino fuori dalla crisi? Questa è l’unica vera
grande domanda alla quale siamo chiamati a rispondere in questo
Congresso.

Dicevo prima idee, valori e capacità progettuale non ci mancano. Dobbiamo solo e
sempre riaffermarli con decisione nell’azione politica. Mi sono speso per
affermare il metodo della collegialità decisionale per tutto ciò che riguarda
l’azione del Partito e dei nostri rappresentanti al Governo: fare sempre di
più squadra con i nostri Segretari di Stato che grazie alle loro capacità
hanno raggiunto, in questo anno, traguardi importanti per le necessità di
San Marino.

FARE oggi nuova politica è dentro la continuità del percorso intrapreso in
questi ultimi anni, al di là dei doverosi aggiustamenti dovuti a una realtà in
veloce trasformazione e alle resistenze che mettono continuamente paletti
come ostacoli ad un reale cambiamento.
Io propongo al Partito quattro grandi settori per il rilancio del lavoro in
San Marino
Turismo – Sanità – Innovazione – Cultura
(cultura non solo come Arte, Musica e Cinema ma ancora educazione,
ricerca e formazione)
E qui già da adesso mi impegno con voi che questi settori verranno
discussi, sviluppati, progettati, con Voi, con le Sezioni, con i dirigenti, con gli operatori economici del
Paese, con le associazioni di categoria, con i cittadini di San Marino, con
tutti coloro che hanno a cuore il nostro futuro.
Ed una volta consegnate le proposte al Governo chiederemo la valutazione
trasparente dei risultati.
La svolta quindi avverrà dentro il PDCS, nell’organizzazione del Partito,
nella partecipazione degli iscritti, con aperture ai cittadini sammarinesi.

Dobbiamo valorizzare la nostra capillare organizzazione, dobbiamo
trasformarla in un “di più per tutti”: mi sto battendo perché le nostre
Sezioni non siano il luogo decentrato dei particolarismi, dove si
trasmettono ordini di scuderia, ma si riapproprino del compito essenziale
di essere uno strumento di rilevazione delle esigenze che vengono da tutta
la base.
Su questa cosa sono pronto a firmare le mie dimissione in bianco se ciò
non avverrà.

Sui progetti saremo promotori anche di un forte e sincero confronto con
quei partiti, anche di opposizione, che saranno capaci di portare contenuti
ma non con coloro che cavalcano il populismo ed i facili slogan.
In questi tre anni la certezza più grande che ho raggiunto è l’aver
compreso che la DC è un partito dove ogni singolo aderente ha contribuito
e contribuisce a far grande questo partito, perché è parte della nostra
anima. Ho sperimentato ancora di più che la DC è la sua gente.
Ecco perché questa capillarità deve essere più partecipata possibile, più in
rapporto con la Dirigenza del Partito. Perché gli ingranaggi organizzativi
non devono essere tali e tanti da lasciar cadere queste esigenze, o peggio
tentare risposte parziali, ma devono condividerle con il vertice, così che
tutto il partito, ma soprattutto l’ambiente in cui si vive, ne tragga
giovamento. Abbiamo bisogno da lunedì di iniziare quel lavoro fianco a
fianco, Sezione per Sezione, Castello per Castello, che ci porti a sostenere
da subito i nostri amici che si impegneranno nel 2014 per le Elezioni delle
Giunte di Castello e poi a prepararci per vincere le prossime elezioni
politiche.
Basta chiudersi nella bambagia del successo elettorale. Dobbiamo far
sapere ai cittadini di San Marino quello che facciamo e perché lo
facciamo.
I pettegolezzi, le false informazioni, il parlar male devono far parte di una
“politica”, politica con le virgolette, una politica che non ci appartiene più.

Il momento storico delle vacche grasse è finito. Tutti sono in apprensione
per una crisi globale e locale profonda, e tutti si aspettano dal PDCS fatti
concreti, progetti e azioni politiche veloci e trasparenti.
Basta leggere “Il San Marino” per capire che cosa vogliamo noi tutti del
PDCS e cosa vogliono gli operatori economici di categoria.
Tutti chiedono immediatezza nell’azione politica.
FARE bene, FARE presto.

Ma c’è’ un punto che rimbalza sempre sul tavolo delle discussioni.
Comunichiamo come una volta, troppo lentamente. Oggi le esigenze del
sapere, del conoscere dei cittadini sammarinesi sono da soddisfare con
continuità e capacità da costruire insieme.
Non possiamo trascurare il contatto, il rapporto con i cittadini.
E dire loro CHE COSA FA il Partito, cosa fanno i nostri Segretari, che
cosa fa il governo. Abbiamo già, come avete visto in questo ultimo anno,
lavorato sul giornale di partito, sulle news letter, sul sito internet, sui social
network, ma non è sufficiente.
Dentro il PDCS organizzeremo incontri nei Castelli e in sede, con Focus
sui problemi più urgenti, prima di proporli alla cittadinanza.
Perché voi dovete avere modo di far sentire la vostra voce, le vostre
ragioni, le vostre proposte.
Dovete avere ogni chiarimento guardandoci negli occhi.

Ben vengano le critiche se portano con se la soluzione sostenibile del
problema.
Come per il lavoro preparatorio al congresso, richiederemo il contributo di
persone autorevoli che ci spalanchino gli orizzonti e sostengano la
maturazione di tutto il partito e del Paese per diventare esemplari, nei
confronti dell’Italia e dell’Europa, nello sviluppo di San Marino e nella
gestione dello Stato.
Noi siamo piccoli e puntiamo alle eccellenze.
Guardiamo al mondo non solo al mare ed agli Appennini.
Organizzeremo una rete di informazioni e comunicazione. Che rimarrà
sempre. Un metodo come quello che già molti iscritti e Segretari di
Sezione fanno. Un metodo che ci ha premiato alle elezioni. Il metodo del
porta a porta.
Andare nelle case dei sammarinesi mettendoci la faccia, per spiegare le
riforme che vogliamo e allo stesso tempo a raccogliere suggerimenti per
fare il futuro.

Comunicare e connettersi con il cittadino. Non vorrei più sentirmi dire:
“ah, non lo sapevo….” oppure “se è davvero così, allora è diverso…”.
Dobbiamo far passare un dato culturale nuovo: ogni cittadino è
responsabile del futuro di San Marino.
E tutti i genitori di oggi saranno chiamati dai propri figli a dare ragioni
della qualità della vita che costruiremo.
Siamo una comunità storicamente imbattibile,
una comunità con la fortuna della conoscenza,
famiglia per famiglia, cittadino per cittadino.
Siamo costretti nonostante le differenze, a collaborare per costruire un
presente e un futuro prospero e felice.

Nell’Enciclica Evangelii Gaudium presentata proprio all’inizio della
settimana, Papa Francesco dice “La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché
cerca il bene comune. Non possiamo più confidare nelle forze cieche e
nella mano invisibile del mercato”.
Il Papa punta l’indice su “speculazione finanziaria” e “l’autonomia assoluta
dei mercati”, che “impone le sue leggi e le sue regole” e porta
all’esclusione e all’iniquità. E continua
“abbiamo accettato pacificamente il predominio del denaro su di noi e
sulle nostre società”: una vera e propria idolatria, quella del denaro, che
porta alla dittatura di un’economia senza volto, senza uno scopo veramente
umano, senza un orientamento antropologico, con l’essere umano ridotto
“ad uno solo dei suoi bisogni, il consumo”.

È con questo spirito del FARE POLITICA, ancorato ai principi che da 65
anni fondano la cultura del nostro Partito,
che voglio dobbiamo insieme occupaci anche della felicità vera dei
cittadini sammarinesi. Ogni intima preghiera deve chiedere la forza e la
rettezza di questa carità al sevizio del bene, che si esprima attraverso
azioni politiche e desideri d’amore per la nostra comunità.

Noi del PDCS o siamo al servizio con i nostri grandi valori di San Marino
o perdiamo la sfida vera del FUTURO, per realizzare quello che dice il
cuore di ognuno.
Care Amiche e cari Amici questo Congresso, decisivo per il nostro futuro,
sia l’occasione attraverso cui possa uscire rinvigorito il partito guida del
Paese per i prossimi anni, un partito saldo sui valori irrinunciabili, forte di
una linea politica matura, capace di programmi innovativi e finalmente
libero da vecchi condizionamenti, di cui la futura classe dirigente si faccia
garante e si assuma l’impegno di realizzazione.
Accennavo nel discorso conclusivo all’ultima Festa dell’Amicizia, quando
già avevo avuto segnali di insofferenza nei confronti di una mia eventuale
ricandidatura, che “… il perseguimento del bene comune è il percorso più
tortuoso e difficile. Se governiamo, se abbiamo gli attributi per gestire il
potere, dobbiamo avere il coraggio e la fermezza di fare i conti con chi
oltrepassa i limiti, per restituire credibilità all’intero sistema Paese,
mettendo in conto la disponibilità a metter le mani anche dove sta il
torbido, ma sempre con l’obiettivo di tirarle fuori pulite.”
Quindi spazio ad una dialettica di Partito anche forte purché leale, ma
d’ora in poi TOLLERANZA ZERO verso tutti coloro che oltrepassano i
limiti dell’onesta, della lealtà e della diffamazione.

Carissimi Delegati, la politica la fanno le persone vere.
E per rinnovare il nostro partito servono persone al servizio della politica e
non che la politica sia al servizio dei propri interessi. Abbiamo bisogno di
persone che sanno FARE e FARE BENE,
di donne e uomini che sanno gestire problematiche e trovare soluzioni.
Donne e uomini capaci di lavorare insieme,
donne e uomini che sanno motivare, sanno muovere e dare ragioni
trasparenti del loro operato. Persone che, sostenute da un ideale forte,
portino in dote al partito come criterio ultimo il proprio impegno per la
giustizia sociale per creare le condizioni di fondo per il benessere di tutti.
E per questo sono capaci di fare concretamente la differenza.

Abbiamo bisogno di giovani così. E li abbiamo, sono bravi, ma ne
vogliamo di più.
Giovani che collaborino alla costruzione ed al rinnovamento del Partito,
col coraggio del sacrificio e la ragione del cuore.
Abbiamo bisogno di FARE senza più tentennamenti come un vero partito
guida sa fare.
Qualcuno mi ha detto che io sostengo che tutto va bene.
È vero che sono il segretario che ha guidato la squadra che ha vinto le
elezioni e, anche per sincerità, non posso dire che tutto va male…Ma sono
il primo ad affermare che ci sono delle cose che vanno cambiate.
Su quello che ancora è stato difficile cambiare me ne assumo le
responsabilità, siamo stati forse troppo titubanti o troppo burocrati, ma non
mi tiro indietro per nessuna ragione.
Un progetto per il Paese che si può esaminare in una settimana, in una
settimana va esaminato e ne va data risposta.

Non posso permettere che si torni indietro.
Che si torni indietro su tutto quello di buono che in questi ultimi tempi si è
fatto.
Io ho imparato che siamo tutti in discussione, per questo ognuno si deve
prendere le proprie responsabilità.
Chiederò perciò a ciascuno,
che sia Segretario di Sezione o Segretario di Stato,
che sia membro della Direzione o semplice iscritto,
chiederò la valutazione trasparente del proprio risultato, di ciò che si è
assunto come impegno verso il Partito e verso il Paese. A partire da me
stesso.

Mi rivolgo a voi amici delle Sezioni e vi chiedo con estrema lucidità e
serenità di sostenermi perché in questo modo aiutiamo il nostro partito a
proseguire con determinazione questo percorso importante in cui tutti
crediamo e ci impegniamo
per avere un partito che difende la persona, la famiglia, il lavoro, la
politica vera, che valorizza chi merita di essere valorizzato, e che difende
la sammarinesità,
per avere un partito che sia una garanzia di libertà e democrazia per tutti.
Una precisazione finale me la dovete

Ho annunciato solo qualche giorno prima di questo Congresso la mia
candidatura a Segretario Politico.
Devo una veloce spiegazione.
Al di là del clima di intimidazione nei miei confronti, ma questo non ha
avuto un peso determinante, la mia scelta è stata preso dopo una serie di
valutazioni con Voi amici,
incontri con gli alleati e soprattutto un confronto con la mia famiglia.
Con Voi perché ho capito che molti hanno a cuore il bene di San Marino e
del PDCS e sono tutti, credetemi tutti, convinti che siamo davanti ad un passaggio decisivo per arginare una volta per tutti chi non ama questo
Paese.

Ringrazio tutti voi che mi siete stati vicini e soprattutto la mia famiglia,
mia moglie Milena, e i miei figli che anche oggi sono qui con me a
testimoniare che partecipare alla vita politica di San Marino significa
partire dalla famiglia.
E voglio essere di esempio ai miei figli, ai quali dico
Valentina e Gian Marco,
per quanto possa essere forte il nemico, si combatte con lealtà, si combatte
in prima fila, si combatte con l’intelligenza e l’umiltà.
Si combatte partecipando.

Pertanto per portare avanti con la DC quello in cui credo, per portare
avanti un cammino che non può tentennare,
per tutto ciò MI CANDIDO per un secondo decisivo ed ultimo mandato
alla Segreteria Politica, per far vincere il Paese nelle sfide che lo interrogano, per far vincere il futuro dei nostri giovani e dei nostri figli, per
far vincere la Politica vera del nostro amato PDCS.
Auguro che i lavori di questo Congresso siano veramente occasione per un
grande dibattito serio e costruttivo sul futuro di San Marino
e a chi presenterà la sua candidatura alla Segreteria del Partito qualunque
sia il risultato finale avrà la totale mia collaborazione
viva il PDCS, viva San Marino

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