Relazione maggioranza: Psd, Ap, Su

Relazione maggioranza: Psd, Ap, Su
Relazione Maggioranza: Psd, Ap, Su  
(Partito Socialisti e Democratici, Alleanza Popolare, Sinistra Unita)  
RELAZIONE CONCLUSIVA DELLA COMMISSIONE
D’INCHIESTA DI CUI ALLA LEGGE 28 SETTEMBRE 2006 N.103
…………………parte tecnica………………..
I FATTI E I PROTAGONISTI  
LA NOTA GUZZANTI
 
Nella seduta consiliare del 27 luglio 2006, al comma che recitava
“presentazione, discussione e approvazione del programma di Governo per la
XXVI^ legislatura”, si è sviluppato un ampio dibattito al quale hanno dato vita
numerosi Consiglieri.
 
Tra essi il Segretario della DC Pier Marino Menicucci e successivamente il
Capo Gruppo Consiliare Gabriele Gatti.
 
Il Consigliere Menicucci, come si evince dal suo intervento, introduceva la
discussione su un tema, la casa da gioco, che a suo dire andava affrontato “con trasparenza”. Egli si chiedeva “se possa essere trasparente chi da metà degli anni ottanta con sotterfugi, probabilmente con inganni, ha cercato di portare senza mai avere il coraggio di dirlo apertamente la casa da gioco a San Marino…..credo che questo argomento dovrà essere affrontato con la massima attenzione e se ci saranno elementi dovranno essere portati all’attenzione delle forze politiche del Consiglio Grande e Generale, della Reggenza e di tutti gli altri organismi che in qualche modo abbiano possibilità di approfondirli, valutarli ed esaminarli”.
(Allegato n. 55)
 
Già in questo passo c’è un’anticipazione di quello che dirà in sede di replica
e che più avanti sarà riportato.
 
Dopo questo primo intervento e all’interno del consueto elenco predisposto
dall’Ufficio di Segreteria del Consiglio, prendeva la parola il Capo Gruppo DC
Gabriele Gatti, il quale ad un certo punto affermava che “l’obiettivo è la casa da gioco” e poco più avanti “sono cose che dimostrano chiaramente il perchè oggi la casa da gioco è diventata anche in diversi interventi uno dei problemi
fondamentali”.
 
Continuava dicendo che “si tratta di capire se alcuni personaggi e qui sono
abbastanza individuati perché uno di essi si sta prestando ad assumere l’incarico di responsabile della politica estera di questo Paese, e l’altro è un noto avvocato, Alvaro Selva, ecco questi personaggi hanno avuto contatti e a quello che si dice non solo contatti, ma anche somme ingenti.
 
Si dice questo, l’avv. Alvaro Selva dovrebbe essere al corrente per allestire
una serie di progetti ma dalle somme sembra non solo sia un incarico
professionale ma sia anche molto ampio e si parla di case da gioco: Las Vegas Sound Corporation, si parla della notissima e potentissima Harras controllata dalla HIT Slovena, si tratta di Casinos Austria, si tratta della Trillium Canadese”.
(Allegato n. 60)
 
Sullo stesso argomento, dopo l’intervento del Consigliere Alvaro Selva,
vertevano le repliche dei due esponenti DC.
 
Il Consigliere Menicucci diceva: “Qualche ora fa è arrivata una nota in cui
si dice che il Senatore Paolo Guzzanti ha dichiarato, e avrei piacere di leggere questa nota, noi non diamo un giudizio su quello che c’è scritto. Se la posso
leggere….”. (Allegato n. 55)
 
A questo punto il Consigliere Menicucci leggeva la cosiddetta nota
Guzzanti. (Allegato n. 56) e concludeva: “Ora non sta a noi dare un giudizio su quello che un Senatore della Repubblica italiana ha detto nel Senato della
Repubblica, interpellando il Ministro degli Esteri di un altro Paese. Però riteniamo che stiamo discutendo di argomenti molto delicati e complessi e che anche queste situazioni vadano esaminate. Per questo mi permetto di chiedere alla Ecc.ma Reggenza di poter sospendere per dieci minuti il Consiglio perché il nostro Gruppo avrebbe piacere di esaminare questa documentazione ed altri aspetti il tutto in tempo brevissimo”. (Allegato n. 60)
 
E’ bene fissare anche l’ora di questo intervento, tra 16.00 e le 16.30 perché,
come si vedrà in seguito, emergeranno circostanze e coincidenze che ne
caratterizzeranno la sua costruzione.
 
Ottenuta la sospensione, cosa abbastanza inconsueta in relazione al
documento prodotto, il dibattito proseguiva con la replica, fra gli altri, del
Consigliere Gatti il quale, in polemica con il Consigliere Selva affermava:
“Voglio solo leggere quello che è dichiarato in un documento ufficiale di
Domenic Alfieri, Amministratore della Trillium, società di casinò canadese”.
Legge: “E’ stato portato alla nostra attenzione che voci che stanno circolando a San Marino e in Italia relative al sig. Alvaro Selva e al sig. Fiorenzo Stolfi in relazione a un numero di società di gioco che hanno espresso il loro interesse per San Marino…….successivamente mi venne richiesto dal sig. Peri di far pervenire centocinuantamila dollari canadesi (circa 157 milioni di lire italiane –ndr.) al sig. Alvaro Selva. Un ordine bancario venne inoltrato il 25 agosto 1999 e consegnato al sig. Selva. Non ricevetti nessuna ricevuta, nessuna fattura fiscale, comunque ricevetti una copia dell’ordine del bonifico dal sig. Selva che confermava il suo
ricevimento, datato 26 agosto 1999”. La lettera è stata prodotta in Consiglio
Grande e Generale nella seduta pomeridiana del 27 luglio alle ore 17 circa dal
Capo Gruppo DC Gatti. (Allegato n. 57)
 
Questi i fatti che hanno dato origine all’ordine del giorno del 31 luglio 2006
che, a sua volta, ha generato la Commissione di Inchiesta. L’ordine del giorno
impegnava il Congresso di Stato “a compiere le verifiche per accertare
l’autenticità e la reale provenienza del “documento” attribuito ad un Senatore della Repubblica Italiana e di quello a firma del Presidente della Trillium Gaming Inc. che esclude fra l’altro qualsiasi elemento a carico dei Membri del Governo”.
(Allegato n. 47)
 
Senza entrare nei particolari che ognuno ha potuto leggere negli allegati
citati, giova però ricordare il lavoro svolto, che è agli atti della Commissione, dal Dirigente della Segreteria Istituzionale avv. Giovanna Crescentini e dal
Comandante della Gendarmeria Ten. Col. Achille Zechini in esecuzione di quanto stabilito dall’ordine del giorno del 31 luglio.
 
Anzitutto è emerso con assoluta certezza che presso il Parlamento italiano
nessuna interrogazione è stata depositata sino al 2 agosto 2006 dal Senatore Paolo Guzzanti (e per quanto risulta fino a tutt’oggi).
 
Lo stesso Senatore Guzzanti il 30 agosto rispondendo per e-mail ad una
richiesta dell’avv. Crescentini contenuta nella indagine amministrativa inviata al Segretario di Stato per gli Affari Interni dal Comandante Zechini, continuava a ripetere che “aveva l’intenzione di interrogare il Governo italiano” mentre il Consigliere Menicucci il 27 luglio tra le 16.00 e le 16.30 in Consiglio sosteneva che il Senatore Guzzanti aveva già presentato una interrogazione o interpellanza parlamentare.
 
Tornando un momento indietro, già l’intervista rilasciata il 3 agosto dallo
stesso Senatore a San Marino RTV, smentiva quanto detto da Menicucci.
(Allegato n. 50)
 
Il terzo documento è la lettera inviata dal Senatore Guzzanti al Congresso di
Stato in cui è evidente la ritrattazione delle dichiarazioni in merito agli articoli
apparsi sui giornali e sulla vicenda casinò San Marino.
 
La lettera proviene dalla Segreteria Esecutiva ed è agli atti (Allegato n. 58)
 
Nell’ audizione del Consigliere Gatti alla Commissione ci sono altre
precisazioni che vale la pena di confrontare con la lettera datata 30 novembre 2006 e inviata da Menicucci al Presidente della Commissione. (Allegato n. 59)
 
In essa Menicucci smentisce le modalità di arrivo della nota Guzzanti,
pervenuta alla sede DC non a mezzo fax come precedentemente affermato ma per e-mail, quindi trasmessa al Consiglio via fax.
 
Innanzitutto la nota arriva da un collaboratore di Guzzanti e non dalla
segreteria come affermato dai due Consiglieri DC in precedenza.
 
In secondo luogo, come si saprà successivamente dall’audizione Menicucci,
lo strappo dell’intestazione del citato fax che avrebbe testimoniato orario e
provenienza del cosiddetto documento, rendono impossibile ogni verifica e quindi l’ attendibilità.
 
Alla richiesta di avere il fax originale proveniente da Roma, Menicucci
risponde che avrebbe provato a cercarlo.
 
Allo stato attuale sappiamo dalla sua nota del 30 novembre 2006 che il fax
non è mai esistito perché in realtà si trattava di una e-mail proveniente dal sig. Pucci-Poppi, stretto collaboratore del Sen. Guzzanti.
 
(Per rendere identificabili i riferimenti ai verbali della Commissione, le
parole testuali vengono indicate fra virgolette, mentre fra parentesi vengono
indicate la pagina del relativo verbale e il numero progressivo della domanda ai testi).
 
Il Consigliere Gatti, ascoltato il 17 novembre 2006 alle ore 17.15, a
proposito delle modalità di arrivo della nota Guzzanti dice: “è pervenuto un fax dalla Segreteria del Senatore Guzzanti alla sede del PDCS che a sua volta ha inviato un fax presso la sede del Consiglio Grande e Generale presso cui eravamo riuniti. Credo in un momento immediatamente precedente all’invio della nota ufficiale da parte della ADN Kronos”. (pag.2 – dom.4).
 
Questo è falso e lo ha provato Menicucci.
 
Alla domanda se esiste un riscontro nella sede della DC del fax pervenuto
da Roma, Gatti risponde:”E’ lo stesso che è stato inviato in Consiglio Grande e Generale”. (pag.2-dom.5)
 
Questa risposta contrasta con la lettera inviata da Menicucci alla
Commissione che dice cose totalmente diverse.
 
Se le modalità di trasmissione fossero ininfluenti, la cosa potrebbe essere
secondaria. Invece sia i tempi, sia i modi, sia i contenuti portano a ritenere una costruzione che non ha le caratteristiche della omogeneità.
 
Ulteriore elemento di non corrispondenza dei tempi è l’orario di ricezione
della e-mail Pucci-Poppi, che risulta essere delle 14.30 mentre il Consigliere Gatti ne illustra alcuni riconoscibili e dettagliati contenuti nel suo primo intervento del mattino, intervento iniziato alle ore 10.15 circa, come rilevabile dall’elenco degli interventi consiliari del 27 luglio. (Allegato n. 59)
 
Confrontando la nota di Guzzanti del 27 luglio collocata in un’ora che Gatti
non dice e che, con un tempismo cronometrico, coincide con la discussione sul nuovo Governo scaturito dalle elezioni, è molto difficile credere che la
dichiarazione, così come è stata data alla ADN Kronos, sia opera di Guzzanti o
non invece della collaborazione di un altro – il nome emergerà successivamente –
che era in contatto stretto con politici sammarinesi della DC.
 
La controprova è nella ritrattazione di Guzzanti sia nella versione televisiva
che in quella cartacea.
 
Tanto è vero che il Consigliere Gatti, alla domanda se conoscesse
collaboratori diretti del Senatore Guzzanti, risponde:“Non conosco collaboratori del Senatore Guzzanti”. (pag.3-dom.8)
 
Questa risposta è poco convincente per i seguenti motivi:
 
1- Guzzanti disconosce in almeno tre occasioni le sue dichiarazioni.
 
2- Guzzanti scrive sul quotidiano “Il Giornale” nell’articolo del 6 luglio
2006, del traffico, rivelatosi poi fantasioso, di uranio sul territorio sammarinese con particolari che solo l’autore della bufala, Mario Scaramella, poteva avergli riferito ed è ormai accertato che Mario Scaramella aveva già da tempo, e comunque prima del 27 luglio 2006, rapporti con Gatti.
 
3- Non c’è mai stato un atto parlamentare, interpellanza o interrogazione,
che rendesse valida ed ufficiale la posizione del Senatore Guzzanti in ordine alle affermazioni del 27 luglio.
 
La Commissione dopo il suo insediamento è riuscita a mettersi in contatto
con il Senatore Guzzanti, o meglio con la sua Segreteria. In un primo momento attraverso impiegati della Segreteria Istituzionale poi personalmente dal Presidente.
 
La Segreteria del Senatore Guzzanti ha comunicato la volontà del Senatore
stesso di non voler rilasciare la propria testimonianza alla Commissione dal
momento che la sua posizione era già stata chiarita con l’intervista e con il
contenuto della lettera inviata al Congresso di Stato.
 
A seguito dell’invito a comparire in Commissione, il Senatore Guzzanti,
riproponendo la propria posizione, ha fatto pervenire alla stessa una
comunicazione nella quale venivano nuovamente ritrattate le dichiarazioni a lui attribuite. (Allegato n. 48)
 
Sembra sufficiente motivo, a giudizio della Commissione, constatare che la
cosiddetta nota Guzzanti non ha valore alcuno quale base per ciò che la
Commissione deve accertare. Ci sono fondati elementi per dichiararla costruzione fasulla confezionata da qualcuno vicino a Guzzanti.
 
Va altresì rilevato che già a partire dal 6 luglio il Senatore Guzzanti sul
quotidiano “Il Giornale”, la cui collocazione politica è nota così come la proprietà, aveva già anticipato quello che compare nella nota di stampa citata da Menicucci.
L’articolo, per tanti aspetti chiaro, è titolato “Il ribaltone titanico della sinistra” e viene pubblicato nei giorni immediatamente successivi alla decisione del PSD di dare vita al nuovo governo.
 
I giornali sammarinesi riprendono l’argomento con lo stesso schema di
lettura: la DC, vincitrice delle elezioni, è mandata all’opposizione dal tradimento della Sinistra. Anche i giornali locali riminesi che si occupano di cronaca sammarinese riprendono lo schema. Tra essi si distingue un articolo di certo Loris Pironi su” La Voce” del 7 luglio 2006, in cui Guzzanti, intervistato, cita per la prima volta la Commissione Mitrokin e dice che “San Marino si è comportato ai limiti di stato canaglia”.
 
Anche un articolo de “Il Resto del Carlino” in edizione locale del 7 luglio
2006 – citando Guzzanti – dice: “Dal cilindro di Guzzanti esce di più fino alla
citazione di un episodio, incredibile, di traffico di uranio. Comprese le recenti
vicende di San Marino “dove di colpo e contro ogni previsione logica, i socialisti hanno scaricato i cattolici conservatori”.
 
Come si vede fanno capolino due elementi: la Commissione Mitrokin e il
traffico di uranio. Molto difficile non pensare al professore o sedicente tale, Mario Scaramella, già coinvolto nelle vicende sammarinesi, in questo caso come consulente di Guzzanti, con i risultati noti e molti altri che probabilmente verranno alla luce.
 
Documento di primaria importanza per i lavori della Commissione è la
lettera della Trillium Gaming Inc. a firma del sig. Domenic Alfieri.
 
La lettera è stata prodotta in Consiglio Grande e Generale nella seduta
pomeridiana del 27 luglio 2006, alle 17 circa, dal Capogruppo del PDCS Gabriele Gatti (Allegato n. 57)
 
Vale la pena di esaminare fin da ora, come è stato fatto per la nota Guzzanti,
le modalità con le quali la lettera della Trillium è pervenuta al Consigliere Gatti, senza entrare nel merito del contenuto che è materia di cui si tratterà
successivamente.
 
Gatti dichiara spontaneamente avanti all’avv. Crescentini ed avanti al Ten.
Col. Zechini: “Ho avuto quel documento riservato da ambienti del settore giustizia degli Stati Uniti mentre non ho avuto rapporti diretti con la Trillium Gaming. E aggiungo che non conosco il dottor Alfieri dal quale non ho avuto alcun tipo di  informazione. Il documento è pervenuto materialmente nella mia disponibilità qualche giorno prima della seduta del Consiglio”. (Allegato n. 64)
 
Nell’audizione davanti alla Commissione di Inchiesta, alla domanda come
fosse pervenuta a lui la nota Trillium, Gatti risponde: “è pervenuta da uno studio legale di Washington, studio associato Penders, fisicamente me l’ha consegnata l’avv. Falcone che è associato con questo studio”. (pag.3-dom.8,9,10,11)
 
Alla domanda se avesse avuto in precedenza rapporti diretti o indiretti con il
sig. Alfieri, Gatti risponde: “no”. (pag.4-dom.15)
 
Alla domanda se avesse avuto rapporti con i rappresentanti o delegati della
Trillium, Gatti risponde “non conosco quali possano essere persone delegate o
rappresentanti della Trillium”. (pag.4-dom.16)
 
Questa risposta è in netto contrasto con la deposizione del dott. Valentino
Peri, delegato della Trillium, avvenuta in data 6 dicembre 2006, nel corso della quale, citando date e circostanze, dichiara di aver incontrato due volte il Segretario di Stato Gatti di cui “la seconda volta sempre a Roma, il 1° agosto 2000, alle 12,15, presso l’Hotel Eden”. (pag.7-dom.19)
 
Il dott. Peri, delegato della Trillium, alla domanda di che cosa avesse
parlato con Gatti, risponde: “Dovevo consegnare a Gatti una lettera da parte della Trillium”. (pag.7-dom.20)
 
Il testo della lettera citata, firmata da Alfieri e indirizzata a Gatti, è il
seguente: 
“Il latore della presente, dott. Valentino Peri, ….., è nostro mandatario
fiduciario e rappresentante, per i programmi che il nostro gruppo andrà a svolgere sia in Italia che in Paraguay.
 
Egli è pertanto autorizzato a prendere, nella massima riservatezza, tutte le
iniziative e gli accordi che riterrà opportuno e che noi ci impegniamo, fino da ora, a ratificare nei modi che Ella stimerà più appropriati. …..”
 
All’affermazione di Gatti di non aver mai conosciuto persone delegate o
rappresentanti della Trillium, fa da contrasto questa precisa testimonianza del dott. Peri che cita data, luogo ed ora e circostanze di un incontro con Gatti. Non solo.
Gatti ha affermato: “penso di non averlo mai incontrato”. (pag.5-dom.18)
 
Il dott. Peri, al contrario, cita luoghi, tempi e circostanze dei due incontri di
cui il primo casuale e il secondo procurato da lui telefonicamente.
 
Gatti dice che la nota della Trillium gli venne consegnata dall’avv. Falcone
al bar Doney di via Veneto a Roma. A seguito di richiesta scritta del Presidente della Commissione per una maggiore precisione, Gatti risponde telefonicamente trattarsi dell’avv. Sergio Falcone del Foro di Napoli.
 
Appare poi una categoria di documenti, giunti in forma anonima, che la
Commissione, vista la particolare natura della provenienza degli stessi, ha
esaminato con tutte le cautele del caso, verificando per ognuno di essi forme, contenuti e modalità.
 
Un verbale pervenuto in forma anonima ad alcuni membri della
Commissione ma che ha un’origine certa in quanto presente sul web fino a non molto tempo fa, potrebbe ragionevolmente chiarire il percorso del documento Trillium.
 
Si tratta di un verbale del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli,
Commissione Privacy and Security, stilato il 13 luglio 2006 nella sede di Castel
Capuano (Allegato n.18) che porta insieme i nomi, nei rapporti con la American Bar Association, dell’avv. Michael J. Penders, dell’avv. Sergio Falcone e del Prof. Mario Scaramella “noto esperto in materia di sicurezza nazionale, Presidente onorario del “Comitato Scientifico”.
 
Gatti dice che Penders è l’avvocato che ha mandato la lettera Trillium
all’avv. Sergio Falcone, associato allo studio Penders; lo stesso Falcone consegna materialmente, dice Gatti, a lui la lettera; Scaramella risulta essere in rapporti sia con Penders sia con Falcone attraverso la Commissione Privacy and Security già indicata. Inoltre le consolidate e ripetute collaborazioni professionali tra Scaramella e Penders sono confermate da abbondanti documentazioni rilevabili con facilità sul web.
 
Anche Alfieri nelle sue risposte scritte alla Commissione conferma di
conoscere Scaramella. (Allegato n. 47). Scaramella quindi conosce: Gatti,
Penders, Falcone e Alfieri, oltre ad essere collaboratore del Senatore Guzzanti.
 
A questo proposito l’audizione richiesta dalla Commissione del Consigliere
Rosa Zafferani del 18 gennaio 2007, aggiunge un elemento di certezza ancora
maggiore circa le modalità quanto meno di invio del documento Trillium. La
Commissione chiede al Consigliere Zafferani se conferma quanto apparso sulla
stampa sammarinese in relazione ad una sua affermazione riguardo ad un foglio recante il nome di Mario Scaramella, visto durante la seduta del Consiglio Grande e Generale del 27 luglio. Il Consigliere Zafferani risponde: “Era un foglio che accompagnava il documento della Trillium a firma Mario Scaramella”. (pag.3-dom.2)
 
Al Consigliere Zafferani viene chiesto se lei ha richiesto spiegazioni su
quanto visto: “le ho chieste in ambito di Partito ed è a seguito di tale richiesta che è apparso successivamente l’articolo di giornale”. (pag.3-dom.4)
 
Si chiede ancora al Consigliere Zafferani se questo foglio l’ha visto solo in
Consiglio o in altro luogo. Risponde: “l’ho visto solo in Consiglio. Aggiungo che
questo foglio è stato poi piegato, appoggiato sullo scranno su cui siamo seduti ed è stato strappato il pezzo in cui compariva il nome in questione” (pag.4-dom.7)
 
Alla richiesta chi fosse l’autore dello strappo della parte inferiore del foglio
risponde: “il Capogruppo Gabriele Gatti”. (pag.5-dom.9)
 
Si precisa a questo proposito che il documento Trillium fornito dal
Consigliere Gatti è mancante della prima pagina.
 
Infatti sul documento Trillium agli atti, appaiono due indicazioni, in alto a
sinistra “Jul-21-2006 11:49”, in alto a destra “P.02/03”. Analogamente le
medesime indicazioni relative alla terza pagina.
 
Sono chiaramente i dati che precisano l’invio di un fax: lo 02 e 03
rappresentano l’indicazione delle pagine, manca lo 01 che, di solito, consente di individuare il mittente ed il destinatario.
 
Di fatto sono state consegnate due pagine su tre e la pagina mancante non è mai stata consegnata dal Consigliere Gatti.
 
La Commissione non ha mai preso in considerazione l’ipotesi di convocare
Scaramella perché momentaneamente impedito da circostanze giudiziarie
assolutamente insormontabili.
 
A conclusione dell’analisi dei documenti, che hanno dato origine agli
interventi consiliari ed in definitiva all’avvio della Commissione di Inchiesta,
appare non solo una sostanziale debolezza del loro impianto e della loro
impostazione ma si ha il forte sospetto, se non la certezza, che uno, la nota
Guzzanti, sia stato artificiosamente costruito, l’altro, il documento Trillium, sia
vero nella sostanza ma procurato in modo non chiaro.
 
Le congetture sono lecite e, se non sostenute da prove, vanno rifiutate.
 
Tuttavia le coincidenze, a parte la debolezza totale della nota Guzzanti sul
cui autore, almeno ufficiale, è atto di cortesia non andare oltre il prendere atto della ritrattazione, portano a considerare il nome di Mario Scaramella, che era nel pieno delle sue attività di mestatore nella politica sammarinese, come un probabile coautore della costruzione.
 
Quanto alle preoccupazioni di Guzzanti circa il casinò, pensiamo che molti
le condividano, ma, come si vedrà in seguito, tra i fautori della casa da gioco
c’erano e ci sono molti di coloro che lui cosi incautamente sostiene.
 
LA LETTERA TRILLIUM
 
Va subito detto che sia le Segreterie di Stato sia gli Uffici hanno collaborato
con rapidità e precisione al lavoro della Commissione. Essi hanno fornito una
mole di documenti, tutti visionati, che hanno consentito una selezione in rapporto a quanto dalla legge richiesto.
 
La nota ADN Kronos già esaminata nella fase di accertamento in ordine alla
veridicità dei contenuti, è stata ampiamente smentita dal suo stesso autore, il Senatore Paolo Guzzanti. In fase di conclusioni essa sarà collocata nel contesto opportuno in ordine al suo contenuto.
 
Ai fini dell’accertamento dei punti b), c), d) dell’articolo 2 della legge sono
apparsi significativi alla Commissione:
 
1) il documento Trillium (Allegato n. 57);
 
2) le deposizioni dei Consiglieri Gabriele Gatti, Pier Marino Menicucci,
Alvaro Selva, Ernesto Benedettini, Giovanni Francesco Ugolini, Claudio
Podeschi, del Segretario Fiorenzo Stolfi, del dott. Luciano Bollini, del dott.
Luciano Cardelli e dei Signori Romano Zanotti e Maurizio Stefanelli;
 
3) le risposte scritte del Signor Alfieri ai quesiti posti dai commissari.
 
Un discorso a parte va fatto per quei documenti che sono pervenuti ad
alcuni Commissari in forma anonima. In questa categoria rientrano:
 
1) il documento che chiameremo per comodità Selva-Freeman del 4
novembre 1999 (Allegato n. 5);
 
2) la fotocopia di uno studio di fattibilità in lingua inglese, per un casinò a
San Marino del luglio 1998, commissionato dall’avv. Freeman alla
PriceWaterHouseCooper. Va precisato che tale studio è stato presentato in
Commissione prima in fogli spaiati dal Consigliere Casali e successivamente per intero dal Consigliere Morri, che ha dichiarato di averlo trovato nella cassetta della posta del suo partito (Allegato n. 39);
 
3) la copia di una bozza di relazione redatta dall’avv. Selva indirizzata al
Segretario di Stato Stolfi in data 14 novembre 2002 (Allegato n. 31). A questa relazione sono materialmente collegate altre fotocopie di tre fogli, senza firma, datate 11 novembre 2002, dal titolo “Relazione riservata concernente la realizzazione di una casa da gioco nella Repubblica di San Marino”; un fax di due fogli inviato all’avv. Selva dall’Ing. Carnacina il 20 novembre 2002 con gli appunti della riunione avvenuta a Vienna il 13 novembre 2002;
 
4) la copia di una bozza di nota da Austria a San Marino indirizzata al
Segretario agli Esteri senza alcun riferimento né di titoli né di date (Allegato n. 34);
 
5) una lettera, non protocollata né in partenza né in arrivo, datata 5 febbraio
2003, indirizzata al Segretario di Stato Stolfi dal Ministro degli Esteri austriaco
Benita Ferrero-Waldner (Allegato n. 30);
 
6) uno studio per un casinò a San Marino consistente in tre distinti fascicoli
a colori elaborati dal Gruppo Trillium, depositato in data 2 febbraio 2007 dal
Consigliere Gatti che aveva chiesto di essere ascoltato in Commissione. Egli
dichiara sotto giuramento di essersi dimenticato di averlo con sé e di averlo
ricevuto insieme alla lettera della Trillium. (Allegati n. 40, 41, 42). Alla
Commissione sono apparsi identici a quelli mostrati dal dott. Peri nella audizione del 6 dicembre 2006 e che risalivano a circa 5 o 6 anni prima.
 
Dal punto di vista cronologico ma anche logico la Commissione ha
esaminato il documento Trillium. (Allegato n. 57)
 
Senza ripetere le considerazioni sul percorso seguito dal documento per
giungere nella disponibilità del Consigliere Gatti, già fatte nella parte iniziale della Relazione, è bene entrare nel contenuto di esso in rapporto a quanto chiede la legge istitutiva.
 
In ordine:
 
1) il documento datato 21 luglio 2006, cioè cinque giorni prima del dibattito
consiliare che avrebbe visto la nascita del Governo scaturito dalle elezioni del 4 giugno, è riferito a fatti risalenti al 1999;
 
2) la nota in capo al documento riporta “da non rendere pubblico ai mezzi di
informazione”. La sua divulgazione, nei modi che già si conoscono, nonostante il divieto, può far accrescere il mistero sui contenuti. L’avv. Falcone, come informa il Consigliere Gatti nella sua audizione, lo aveva definito “scottante”.
 
La lettera che Alfieri invia alla Commissione il 16 gennaio 2007 (Allegato
n. 47) testualmente recita: “Questa lettera non intendeva in alcun modo avanzare insinuazioni nei confronti dei suddetti. Al contrario, la lettera fa presente a chiunque possa essere interessato – in modo particolare ai responsabili della regolamentazione in Nord America ove il nostro Gruppo gestisce otto case da gioco – che né il sig. Selva né il sig. Stolfi né la Trillium hanno commesso qualcosa di scorretto. Il fatto che la lettera abbia determinato l’avvio di tale indagine…… mi lascia quanto meno perplesso”;
 
3) il documento è stranamente privo della pag. 1 di 3 che, stando alla
deposizione giurata del Consigliere Rosa Zafferani, conteneva il nome di Mario
Scaramella come mittente e che il Consigliere Gatti ha provveduto a far sparire in Consiglio nel modo già descritto;
 
4) il documento contiene i nomi di Alvaro Selva e Fiorenzo Stolfi. La
Trillium è a conoscenza che circolano voci in Italia e a San Marino sui rapporti tra i due e alcune compagnie di gioco d’azzardo che hanno espresso interesse verso San Marino. La lettera infatti descrive le modalità attraverso le quali il sig. Alfieri ha conosciuto nell’estate del 1999, attraverso Valentino Peri, mandatario della Trillium, il sig. Selva.
 
Oggetto dell’incontro è l’ipotesi del casinò a San Marino. Selva e Peri si
impegnano a preparare proposte da presentare alle competenti autorità.
 
Peri chiede ad Alfieri di inviare a Selva 150 mila dollari canadesi. L’invio
avviene attraverso bonifico del 25 agosto 1999. Non c’è ricevuta fiscale ma
ricevuta di bonifico bancario il 26 agosto 1999.
 
5) La lettera riporta un incontro con Stolfi che così viene descritto “Ho
avuto un incontro di 10 minuti con il sig. Stolfi nel novembre 2001. Il Signor Peri mi ha chiesto di andare a San Marino per incontrare le autorità competenti in merito al casinò…..mi è stato presentato il sig. Stefanelli che mi ha accompagnato all’incontro. L’incontro non è stato altro che una visita di cortesia…..il sig. Stolfi ha affermato che, essendo l’iniziativa in itinere, avrebbe tenuto conto del nostro interessamento”. Conclude dicendo che “concreti riscontri in merito non sono mai pervenuti”.
 
Questa lettera va messa naturalmente in relazione sia con l’audizione di
Selva, sia con l’audizione di Stolfi, sia con l’audizione di Stefanelli e con quella di Peri.
 
A tale proposito Selva nella audizione del 22 novembre 2006 dice: “mi
venne presentato il dott. Domenico Alfieri Direttore della Trillium Gaming Inc.,
da parte del dott. Valentino Peri e del Signor Cartoni di Roma…. nell’agosto del 1999 ebbi un incontro nel mio studio con il Signor Alfieri e con altre persone del suo staff – che non sono in grado di ricordare e comunque provenienti dal Canada – e con i suddetti professionisti romani che ho prima indicato (Peri, Cartoni)…. in occasione del nostro primo incontro il dott. Alfieri chiese l’ammontare delle mie prestazioni professionali per l’opera prestata e chiese altresì se poteva, mio tramite, provvedere al pagamento delle prestazioni professionali del dott. Peri e di altri suoi collaboratori….il 25 agosto 1999 il Signor Alfieri consegnò un assegno di 150 mila dollari canadesi a me intestato per provvedere all’incasso della somma ed al pagamento delle conseguenti prestazioni professionali. L’assegno venne incassato tramite la Banca Agricola Commerciale e all’atto dell’incasso provvidi –
conformemente agli impegni e agli ordini del Signor Alfieri – a consegnare al
dott. Valentino Peri come richiestomi, per le competenze degli altri professionisti, assegno della Rolo Banca n.1473 per l’importo di lire 100 milioni intestato al Signor Valentino Peri”. (pag.3-4-5-dom.3)
 
Vengono posti agli atti della Commissione fotocopia dell’assegno della
Scotia Bank n. 012513 (Allegato n. 1) e dell’assegno della Rolo Banca n. 1473
(Allegato n. 8).
 
Alla domanda se fu egli stesso a presentare il Signor Peri a Stolfi, così
risponde: “nell’agosto del 1999 quando il sig. Alfieri venne a San Marino lo
presentai assieme al dott. Peri al Segretario Stolfi. Una semplice visita di cortesia.
Non ho mai avuto altri incontri con Stolfi su questa materia”. (pag.8-dom15)
 
Alla domanda se ha avuto rapporti con altre strutture di case da gioco, Selva
risponde: “ho avuto rapporti con la Sumnders di Las Vegas USA, con la Societé Bains de Mer di Monaco, con la Accorders Francese e con la Casinos Austria.
Non ho mai avuto rapporti con organizzazioni ulteriori né Russe, né Slovene, né di Venezia”.(pag.9-dom.13)
 
Alla domanda se ha mai ricevuto un compenso da parte della Trillium per
l’attività lobbystica risponde: “mai. Ho avuto semmai talvolta dei rimborsi spese, ma mai compensi”. (pag.17-dom.37)
 
Alla domanda se durante la sua attività lobbystica pro-casinò ha parlato a
titolo personale o sulla base di mandati ufficiali risponde: “non ho mai avuto
mandati ufficiali”. (pag.21-dom.50)
 
L’audizione dell’avv. Selva interrotta il giorno 22 novembre per motivi
personali, riprende nella seduta del 30 novembre.
 
Ad una nuova domanda sull’assegno Scotia Bank menzionato nella seduta
precedente, Selva risponde: “l’assegno mi fu consegnato da Peri, cui l’Alfieri lo aveva fatto pervenire. Ho detto che una parte dell’importo l’ho trattenuta a titolo di rimborso spese, mentre la parte restante l’ho consegnata a Peri”. (pag.3-dom.5)
 
Fin qui le audizioni di Selva relative alla Trillium. Sullo stesso argomento,
Peri ascoltato nella seduta del 6 dicembre, alla domanda sui suoi rapporti con la Trillium risponde: “Io sono mandatario in partecipazione, in base a mandato
conferitomi in data 11 agosto 1999 e confermato il 30 gennaio 2002” .(pag.2-
dom.2).
 
Il teste pone agli atti della Commissione fotocopia dell’originale del
mandato mostrato in Commissione. (Allegato n. 9)
 
Si vuol sapere se è ancora mandatario. Risponde: “Attualmente sono ancora
mandatario non essendomi ancora stato revocato il mandato”. (pag.2-dom.3)
(Allegato n. 10)
 
Ad altra domanda sulla sua conoscenza con l’avv. Selva, Peri dice che risale
al: “maggio ’99 e mi è stato presentato dal dott. Giuseppe Cartoni, funzionario in pensione del Vaticano”. (pag.3-dom.4)
 
La Commissione vuol sapere quali furono le consulenze prestate dall’avv.
Selva. Risponde: “Prima di tutto mi informai in merito alla situazione relativa alla creazione di un casinò in San Marino. Ci siamo incontrati in un secondo tempo a San Marino, occasione in cui gli chiesi di ricevere un assegno della Trillium – non disponendo io di un conto corrente nella Repubblica di San Marino – nell’occasione in cui Alfieri era a San Marino”. (pag.3-dom.6)
 
Peri mostra un mandato tecnico-professionale in originale a firma del sig.
Domenico Alfieri e pone agli atti fotocopia del medesimo. (Allegato n. 9)
 
Mostrando fotocopia dell’assegno Scotia Bank n. 012513 già mostrato da
Selva, Peri spiega come avvenne il pagamento : “Alfieri diede l’assegno intestato all’avv. Selva con l’accordo che dopo il relativo incasso, l’avv. Selva avrebbe girato il relativo importo e versato con l’assegno in oggetto – della Rolo Banca – il restante importo, escluso il fondo spese di 40 milioni di lire chiedendo che tale importo fosse lasciato a titolo di fondo spese all’avv. Selva”. (pag.4-dom.7)
 
Il teste mostra fotocopia di assegno Rolo Banca n. 1473 già agli atti della
Commissione. (Allegato n. 8)
 
Alla domanda se conferma il contenuto del documento Trillium risponde:
“Confermo che l’unico pagamento operato è stato quello avvenuto con l’assegno.
In realtà dall’inciso non emerge che di questi 150 mila dollari canadesi 100
milioni di lire sono stati restituiti al sottoscritto più gli altri in contanti”. (pag.5-dom.9)
 
Si vuol sapere se in seguito fece altri pagamenti a Selva. Risponde: “Né a
Selva né ad altri a San Marino, né io né la Trillium abbiamo dato altro
pagamento”. (pag.5-dom.10)
 
Si chiede se ricorda l’incontro con Stolfi. Dopo aver consultato la sua
agenda risponde: “L’ho annotato come faccio sempre, avvenne il giorno
05/09/2001 poco dopo le 14.30. Erano presenti il sottoscritto, Alfieri, Stefanelli ed il figlio di quest’ultimo. Io non conoscevo Stefanelli, quindi posso dire che quasi subii l’incontro”. (pag.5-dom.12)
 
Si chiede al teste se fu breve. Risponde: “Sì, non fu lungo”. (pag.6-dom.14)
 
Emerge da questa audizione, e si vedrà anche da quella di Stefanelli, che la
data esatta non è quella di novembre del documento Trillium ma il 5 settembre 2001.
 
Alla domanda se ha incontrato qualche altro politico sammarinese risponde:
“….uno che ricordo è il sig. Romeo Morri poi ho incontrato anche Gabriele Gatti” (pag.7-dom.17)
 
Gli si chiede di precisare le circostanze: “…..Gatti in due volte, la prima
volta in occasione di una celebrazione in onore di Alcide De Gasperi a Roma,
presso l’Hotel Holiday Inn – la data non la ricordo – in cui c’erano altri due
sammarinesi di cui però non ricordo i nomi”. (pag.7-dom.18)
 
Si chiede della seconda volta e dopo aver controllato l’agenda la risposta è:
“Sempre a Roma, nel giorno 1°agosto 2000 alle ore 12.15 presso l’Hotel Eden”. (pag.7-dom.19)
 
Richiesto di che cosa parlò in quell’occasione dice: “Dovevo consegnare a
Gatti una lettera da parte della Trillium”. (pag.7-dom.20). La lettera era firmata da Domenic Alfieri. Il dott. Peri mostra l’originale della lettera di presentazione e allega fotocopia del documento mostrato. Viene posto agli atti della Commissione
(Allegato n. 2)
 
Alla domanda se illustrò solo il documento risponde: “Parlammo dei
vantaggi che si potevano avere a seguito della creazione di un casinò a San
Marino. Avevo avuto notizia che l’operazione interessava anche altri, però
ritenevo che la Trillium fosse l’unico soggetto in grado di attuare il progetto.
L’incontro si protrasse per 15 minuti; dopo allora non ho più incontrato Gatti”.
(pag.8-dom.21)
 
Si chiede quando incontrò Morri: “Ricordo solo che ci incontrammo in un
albergo a Perugia in cui avevo incontrato in un’altra occasione Selva”. (pag.8-dom.22)
 
Alla domanda se Selva era a conoscenza dei suoi incontri con Gatti
risponde: “né dell’uno né dell’altro perché ho sempre tenuto i rapporti riservati”. (pag.8-dom.23).
 
Si chiede se l’incontro con Morri fu casuale: “No, fu programmato per
discutere di tali problemi, e nell’occasione era presente anche il dott. Cartoni”. (pag.9-dom.24)
 
Alla domanda se consegnò materialmente la lettera di accredito a Gatti
all’Hotel Eden risponde: “Gliela consegnai, eravamo solo noi due”. (pag.11-
dom.27).
 
In merito agli incontri con Gatti e Morri, si chiede se i luoghi furono
occasionale: “Gatti lo incontrai casualmente mentre la seconda volta fu un incontro programmato. L’incontro con Morri fu invece programmato”. (pag.12-
dom.31)
 
Alla domanda perché Perugia, risponde: “Perché in un luogo esterno era più
riservata la cosa, nonché perché era un luogo a metà strada per entrambi”.
(pag.12-dom.32)
 
Si chiedono a Peri le motivazioni possibili che hanno spinto la Trillium a
scrivere la lettera del 21 luglio 2006. Così risponde: “Io non ho chiesto nulla in proposito al dott. Alfieri ma in quella lettera ci sono cose un po’ strane, non esatte, mezze verità e reticenze”. (pag.12-dom.33).
 
Si chiedono ulteriori spiegazioni su questa sua affermazione e risponde: “E’
difficile fare il processo alle intenzioni. Mi ha colpito una cosa. Mi è sembrato
strano anche il modo in cui tale lettera è pervenuta”. (pag.13-dom.34)
 
Si vuol sapere se era all’oscuro di tale documento. Peri risponde: “si”.
(pag.13-dom.35)
 
Il Presidente chiede ancora a Peri se era a conoscenza di altri rapporti di
Selva con Case da Gioco. Risponde: “L’ho sempre sospettato. Ufficialmente no.
Della Casinos Austria sapevo che si era interessato ancor prima della nostra
conoscenza”. (pag. 13-dom.36).
 
Si vuol sapere se è a conoscenza che la Trillium ha dato mandato ad uno
studio legale di Washington per la tutela del proprio nome. Risponde: “A me
personalmente non consta. So che loro hanno un proprio studio legale in Canada
molto valido”. (pag.14-dom.42).
 
Alla domanda se ha ricevuto gli altri 100 mila dollari canadesi entro i 60
giorni come da documento allegato risponde: “Non tutti, li ho ricevuti solo in
parte”. (pag.15-dom.45).
 
 
Ad una ulteriore domanda su quanti ne ha ricevuti e come li ha ricevuti
risponde: “Con bonifico bancario transitato dall’Unicredit Banca – Agenzia di Via Boncompagni 12 – ma non so per quale motivo furono consegnati solo in
parte”.(pag.15-dom.46).
 
Un Commissario insistentemente chiede come mai questa seconda tranche è
arrivata a lui e la prima a Selva. Risponde: “La tranche di Selva fu solo per un
motivo casuale, eravamo a San Marino e non avendo una banca chiesi a Selva di utilizzare la sua, in perfetto accordo con Alfieri. Gli accordi furono fatti il giorno 11 agosto 1999”. (pag.16-dom.47).
 
La data è stata controllata sull’agenda personale di Peri.
 
Ad altre domande risponde: “Con si soldi ricevuti dalla Trillium ho dovuto
pagare numerosi collaboratori e far fronte alle spese di numerosi viaggi sostenuti anche all’estero”. (pag.17-dom.50)
 
Si vuol sapere se nell’incontro con i politici sammarinesi ci sono mai state
da parte loro promesse o garanzie in merito all’apertura di un casinò. Risponde:
“Nessuno ha mai fatto garanzie o promesse. Dissero solo che avrebbero fatto
verifiche in proposito. Né sono stati mai, per quanto di mia conoscenza, distribuiti denari a chi che sia”. (pag.17-dom.53)
 
Si chiede a Peri se l’avv. Selva diede rassicurazioni in merito alla
realizzazione di un casinò a San Marino. Risponde così: “Interessamento sì. Ma nessuno diede mai una garanzia”. (pag.18-dom.54)
 
Si vuol sapere se Selva ha mai parlato di un mandato ufficiale della
Repubblica per l’apertura di una casa da gioco. Risponde: “Assolutamente no”.
(pag.18-dom.55)
 
Il Segretario Stolfi nella sua audizione del 22 novembre riferisce, in base
alle domande poste, sia sul documento Trillium sia sui rapporti con il Governo
austriaco e con Casinos Austria. In questa parte si prendono in esame le risposte relative a Trillium. Alla domanda se ricorda l’incontro di cui alla lettera Trillium risponde: “Non ricordo, però può essere che ci sia stato tale incontro. Ricordo che nella mia attività ho avuto incontri interessati alla questione casa da gioco, però non posso dire chi era presente con sicurezza” (pag.3-dom.4)
 
Alla domanda se ha mai promesso autorizzazioni all’apertura di un casinò,
risponde: “no”. (pag.5-dom.10)
 
Si chiede perché Selva gli presentò Alfieri “A me non risulta che me l’abbia
presentato”. (pag.5-dom.10)
 
Gli si chiede se ha mai avuto occasione di incontrare gruppi interessati al
casinò: “Ricordo di aver avuto in due o tre o quattro occasioni nel corso della mia attività di governo queste visite di persone o gruppi interessati; di cui però oggi non rammento nomi o provenienza….il ragionamento era che non era tema all’ordine del giorno e che se in futuro fossero mutate le condizioni ci si sarebbe rivisti”. (pag.6-dom.17)
 
Sulla conoscenza del dott. Peri, risponde: “Francamente non mi ricordo del
sig. Peri. Può darsi che ci fosse in uno di questi incontri ma non ricordo”. (pag.9-dom.29)
 
Come già evidenziato la Commissione procede nella verifica di coloro che
sono indicati nel documento Trillium come partecipanti all’incontro del 5
settembre 2001.
 
A tale scopo viene ascoltato nella seduta del 27 dicembre 2006 il sig.
Maurizio Stefanelli, oggi sottoufficiale in pensione della Gendarmeria, all’epoca
dell’incontro ancora parte di quel corpo.
 
A proposito della presenza all’incontro, che conferma essere avvenuto il 5
settembre 2001, dice: “Sì, era presente anche il dott. Alfieri” e poi sulla durata “circa 15 o 20 minuti”. Su chi chiese l’incontro risponde: “mi fu chiesto da un amico….di organizzare un incontro con un politico sammarinese. Organizzai l’incontro con l’allora Segretario agli Interni che fissò per il 5 settembre 2001”.
(pag.2-dom.3-4-5)
 
Su Peri risponde: “Lo conobbi il 5 settembre 2001 poi in un’altra data
perché mi doveva inviare documentazione da fare avere al Segretario di Stato.
Tale documentazione mi informò poi di averla fatta avere direttamente al
Segretario e poi la inviò anche a me”.(pag.3-dom.8)
 
Dell’incontro con Stolfi dice ancora: “…..l’incontro fu limitato alla
presentazione della casa da gioco. Seguì poi la proposta di ospitare una
Delegazione Sammarinese qualora si fosse invitata a visitare il casinò in Canada.
Nell’occasione il Segretario di Stato Stolfi, ricordo, disse che non erano maturi i tempi e che comunque si sarebbe dovuto risolvere il rapporto con l’Italia”. (pag.3-4-dom.9)
 
Si chiede al teste se, vista la sua appartenenza al Corpo della Gendarmeria,
questo tipo di consulenza non stridesse con il suo lavoro. Seccamente risponde: “No”. (pag.6-dom.18)
 
Le riflessioni, o se si vuole le conclusioni, in rapporto a quanto richiesto
dalla legge, inducono a ritenere, per le motivazioni di seguito indicate, che il
gruppo canadese si era reso conto che l’ipotesi del casinò a San Marino aveva pochissime, se non nulle, probabilità di successo, nonostante l’attività a lungo raggio svolta dal suo rappresentante dott. Valentino Peri. Infatti la somma di 150 mila dollari canadesi, corrispondenti a circa 157 milioni di lire dell’epoca, fu effettivamente spesa dalla Trillium per l’attività promozionale. Vale la pena di notare che, rispetto a quanto ipotizzato nello studio di fattibilità elaborato dalla stessa Trillium, pervenuto al Consigliere Gatti assieme alla lettera, come lui dichiara, e dimenticato nonostante la dimensione corposa e riapparso nella giornata di venerdì 2 febbraio, nella penultima seduta utile dei lavori della Commissione, tale somma, appare assolutamente bassa rispetto alla potenzialità stimata in 80 miliardi di lire, quali proventi delle entrate annuali del casinò.
 
Tuttavia mentre la lettera della Trillium indica l’avv. Selva come
destinatario unico della somma, l’audizione del dott. Peri e il mandato della
Trillium allo stesso Peri, agli atti della Commissione (Allegato n. 9) indicano
invece, con documentazione verificabile, una ripartizione grossolanamente
costituita da un terzo circa (45 milioni di lire) a favore di Selva e da 100 milioni
di lire in assegno e i restanti in contanti a favore di Peri.
 
Peri riferisce che parte di questi sono serviti per pagare le prestazioni di altri
professionisti che avevano contribuito allo studio, per i viaggi e le spese di
ospitalità e rappresentanza. Gli incontri a San Marino e a Perugia, con Selva prima e Morri poi, l’incontro a Roma con Gatti testimoniano di un’attività promozionale la quale non si è però concretizzata tanto è vero che la seconda tranche pattuita l’11 agosto 1999 con la Trillium è stata solo parzialmente liquidata.
 
La Commissione, pur constatando che la deposizione dell’avv. Selva,
all’epoca libero professionista, non si discosta da quella di Peri, tuttavia ha ritenuto di basarsi maggiormente su quella di quest’ultimo in ragione della sua
documentazione che è apparsa attendibile e verificata da riscontri oggettivi.
 
Non è compito della Commissione esprimere giudizi sul trattamento fiscale
delle somme che l’avv. Selva ha ricevuto come rimborso spese.
 
Quanto alla audizione del Segretario Stolfi emerge quanto l’incontro sia
stato fugace e ciò è dimostrato sia dalla stessa lettera della Trillium che parla di pura visita di cortesia della durata di dieci minuti, sia dalla testimonianza di Peri che conferma quanto detto nella lettera Trillium. La presenza di Stefanelli in qualità di promoter, accompagnato dal figlio, induce ad alcune considerazioni. E’ quanto meno singolare che un graduato della Gendarmeria in servizio, spacciandosi per comandante senza dire di che, fosse il promoter assieme al rappresentante mandatario della Trillium che accompagnava il Presidente e CEO della Trillium presso il Segretario di Stato per gli Affari Interni della Repubblica.
 
La cosa ancor più grave è che l’interessato, Stefanelli, non abbia sentito
alcun imbarazzo di fronte a chi faceva notare l’incongruenza tra la divisa e
l’attività promozionale di casinò.
 
 
I CONTATTI CON CASINOS AUSTRIA
 
 
Dal dibattito consiliare e dai documenti o supposti tali che hanno dato
origine alla Commissione non emerge, se non per la nota Guzzanti ed in forma
assolutamente marginale, un filone di rapporti per la realizzazione di una casa da gioco con l’Austria.
 
O meglio, da molti anni si sentiva in Paese parlare periodicamente di
incontri riservati – di esponenti politici e non – con emissari austriaci,
rappresentanti Casinos Austria.
 
Non a tutti era però nota l’intensità dei rapporti presentati come relazioni fra
Stati o come relazioni tra partiti.
 
Infatti per quanto attiene alla Stato Austriaco, le carte e le audizioni mettono
in evidenza il ruolo della diplomazia che è quello di appoggiare in modo forte le
iniziative di Casinos Austria come veicolo dello Stato e del Governo austriaci e, sull’altro versante, fare sì che Casinos Austria utilizzasse le strutture dello Stato per la sua penetrazione nei mercati laddove o il turismo o l’economia o la fiscalità in genere risultassero favorevoli.
 
Sulla data iniziale dei rapporti le carte non danno una data precisa anche
perché si può ragionevolmente supporre che una data certa presuppone contatti precedenti più o meno informali.
 
Il nome di Casinos Austria compare per la prima volta nella audizione del
Consigliere Alvaro Selva del 22 novembre 2006.
 
Dopo le domande relative a Trillium Gaming, gli viene rivolta una prima
domanda se avesse avuto rapporti con Casinos Austria.
 
La risposta è la seguente: “Ho avuto moltissimi rapporti di consulenza e
professionali con Casinos Austria. Se non si è ancora capito bene, io ho fatto in loro favore l’attività di lobbysta. Si tratta di rapporti che io considero leciti e pertinenti” e più avanti continua dicendo che: “Sono al corrente di rapporti
instaurati da altri con l’organizzazione Casinos Austria. Rapporti che io considero leciti e non censurabili”. (pag. 12-dom.29)
 
L’avv. Alvaro Selva dice: “Il mio rapporto con Casinos Austria è avvenuto
tramite un certo avv. Freeman di Miami che io avevo informato circa la possibilità di investimento in materia di casinò a San Marino.
 
Freeman contattò, considerandola l’organizzazione più credibile in materia,
la Holding Casinos Austria International”.
 
Selva prosegue dicendo che i suoi rapporti con Casinos Austria, nati tra il
1995-1996, diventano concreti “dopo il 2002”.
 
Con queste premesse il Consigliere Alvaro Selva spiega la sua attività per
l’installazione di una casa da gioco a San Marino.
 
Alla domanda se durante la sua attività lobbystica ha parlato a titolo
personale o sulla base di mandati ufficiali risponde: “Non ho mai avuto mandati ufficiali”. (pag.21-dom.50)
 
Nel frattempo fra l’audizione del 22 novembre e quella del 30 novembre ad
alcuni Commissari è pervenuta in forma anonima una fotocopia di una
dichiarazione nella quale oltre alla intestazione dello Studio Selva, oltre alla data 14 novembre 1999, compaiono le firme dell’avv. Selva e di due testi, Carnacina e Zanotti. (Allegato n. 5)
 
Una vivace discussione si sviluppa in seno alla Commissione sulla
ammissibilità o meno di documenti pervenuti in forma anonima.
 
Tra pareri contrastanti si delibera di acquisirlo ma tenendo sempre presente
la forma anomala, la mancanza di requisiti di autenticità della fotocopia e,
comunque, di chiedere informazioni alle persone le cui firme compaiono in calce al testo.
 
Riprende quindi, il 30 novembre l’audizione del Consigliere Alvaro Selva.
 
Alla richiesta di delucidazioni in merito risponde: “Prendo atto di questo
documento, chiedendo che me ne sia prodotta copia che mi riservo di verificare con la documentazione che ho in ufficio, riservandomi di riferire poi alla Commissione in seguito. Una delle firme era mia, l’altra è del Geom. Romano Zanotti, la terza dell’ing. Luigi Carnacina di Milano. Sono in grado di riferire tutte le informazione al riguardo. Anzi, siccome i contatti con l’avv. Freeman erano stati tenuti dall’ing. Carnacina, chiedo che quest’ultimo sia convocato in Commissione per fornire delucidazioni sul ruolo svolto”. (pag.4-dom.9)
 
Ad altra domanda risponde: “Siccome trattasi di un documento del 1999 ho
piacere di verificare la documentazione di cui dispongo in ufficio” (pag.4-dom.10)
 
Alla domanda se conferma l’originalità del documento risponde: “Devo
verificare esattamente come sono le cose, potrebbe essere anche un
fotomontaggio”. (pag.5-dom.11)
 
Richiesto di spiegare chi sono gli autori di questo documento, Selva
risponde: “Ho già detto la volta scorsa che i miei contatti di lobby li ho avviati con l’avv. Freeman di Miami. L’ing. Luigi Carnacina è stato il mio tramite con l’avv. Freeman ed ha costantemente lavorato con me per i rapporti con l’Austria. E’ un imprenditore, un ingegnere,……Romano Zanotti lo conoscete ed era stato richiesto dal sottoscritto di fornire alcuni dati ed informazioni tecniche. E’ un testimone occasionale”. (pag.5-dom.12)
 
Alla domanda di chiarire la sua posizione di allora con Casinos Austria
risponde: “Ero un professionista che aveva preso l’iniziativa e che aveva un
rapporto di natura professionale con Casinos Austria”. (pag. 5-dom.13)
 
Continua: “Attualmente non ho rapporti. Da circa due anni non ho
rapporti”. (pag.5-dom.14)
 
A numerose domande sul documento Selva–Freeman (Allegato n. 5)
continua a rispondere: “non mi sottraggo di rispondere a questo documento seppur pervenuto in forma anonima, voglio solo ribadire che risponderò in termini dettagliati dopo le opportune verifiche”. (pag. 6-dom.18)
 
In una nuova audizione in data 27 dicembre Selva prosegue.
 
Alla richiesta di delucidazioni in merito al documento Selva – Freeman, di
cui nell’audizione precedente Selva aveva richiesto di poter fare accertamenti
sulla autenticità, Selva risponde: “posso confermare che – in merito a quanto
richiestomi dall’ing. Carnacina per conto dell’avv. Freeman – di aver sottoscritto un documento contenente mandato professionale come si usa nella collaborazione tra studi legali. Non posso invece riconoscere con certezza che il documento che mi è stato prodotto in copia sia conforme all’originale da me sottoscritto. Dalle ricerche eseguite presso il mo studio, infatti, non ho trovato alcun riscontro circa l’originale o altre copie di tale documento. Ho anche dubbi che il documento che mi è stato prodotto dal Presidente della Commissione sia conforme all’originale in quanto lo stesso potrebbe essere frutto di un fotomontaggio…..Poiché il documento non è stato prodotto in originale né in copia conforme – opportunamente certificata – il documento stesso non può essere utilizzato a fini probatori. Pertanto io non sono disponibile a dare spiegazioni o rispondere su un  documento non utilizzabile. Quindi non risponderò alle vostre domande in merito
a questo documento”. (pag.2 e 3-dom.2)
 
Ad una serie incalzante di domande di numerosi Commissari su tale
documento (Allegato n. 5) Selva continua a non rispondere.
 
Alla domanda invece da quanto tempo non ha più rapporti con l’avv.
Freeman risponde: “Sono alcuni anni, anche perché non ho più avuto sue notizie,
non sono al corrente se sia ancora in vita o meno”. (pag.5-dom.17)
 
Si vuol sapere se ha firmato il documento in questione: “Ho già detto di
aver firmato un mandato in favore dell’avv. Freeman che mi è stato sottoposto dall’ing. Carnacina, non so se sia quello che mi viene sottoposto”. (pag.6-dom.20)
 
Si vuol ancora sapere se Selva ha operato con l’avv. Freeman in relazione
ad un mandato di carattere politico-istituzionale emesso in Repubblica.
 
La risposta: “Non ho mai avuto alcun mandato dal Governo della
Repubblica di San Marino, né ho venduto o trasferito alcun mandato”. (pag.7-
dom.21)
 
Si chiede al teste se la traduzione del documento originale sia stata trasferita
sulla sua carta intestata. Risponde: “Non ricordo le modalità ma presumo sia stata
questa. L’ing. Carnacina aveva un testo in inglese che è stato tradotto e poi
trasferito sulla mia carta intestata”. (pag.7-dom.22)
 
Si chiede al teste se Casinos Austria abbia rivendicato un eventuale
mandato politico–istituzionale, la risposta: “io e l’avv. Freeman abbiamo sempre operato, nei rapporti con Casinos Austria, nel ruolo che ci competeva, cioè quello professionale. Non abbiamo mai prodotto, esibito o mostrato o valutato incarichi ufficiali. Abbiamo sempre sottolineato che le nostre trattative erano professionali e che comunque qualunque decisione sulla casa da gioco spettava allo Stato della Repubblica di San Marino, attraverso i suoi organismi. Non ci è mai stata rivolta una specifica richiesta in tal senso”. (pag.8-dom.24)
 
Alla domanda se avesse avuto rapporti di consulenza con Casinos Austria,
risponde: “Faccio un racconto completo. Il mio rapporto con Casinos Austria è avvenuto tramite un certo avv. Freeman di Miami che io avevo informato circa le possibilità di investimento in materia di casinò a San Marino. L’avv. Freeman contattò – considerandola l’organizzazione più credibile in materia – la Holding Casinos Austria International. Ma i miei rapporti nascono tra il 1995-96, si trattava di colloqui professionali, mentre i rapporti concreti con Casinos Austria risalgono tutti a dopo il 2002. Io ho avuto numerosi incontri. Apprezzai subito i rapporti con Casinos Austria perché mi risultò da indagini fatte e dichiarazioni rese che Casinos Austria è un’organizzazione avente la Zecca Austriaca come socio maggioritario, e per quest’ultima la Banca Nazionale d’Austria, per una quota del 30%, mentre un altro 30% è di una Holding la Media Gmbh. L’altra parte di pacchetto azionario è detenuta da congregazioni religiose facenti capo alla Schewammer e Skattera. Il mio lavoro è consistito nella collaborazione con i tecnici di Casinos Austria per l’elaborazione di una proposta compatibile con la realizzazione nella Repubblica di San Marino di una casa da gioco. Sono state
redatte numerose relazioni, alcune delle quali sono state portate a conoscenza anche del Governo della Repubblica di San Marino e dovrebbero essere agli atti delle Segreterie di Stato. Per questa mia attività sono stato numerose volte a Vienna, ho incontrato tecnici di Casinos Austria a San Marino, Milano e Roma.
Come dicevo in precedenza, rapporti con Casinos Austria sono stati tenuti non solo dal sottoscritto ma anche da organizzazioni politiche e rappresentanti governativi della Repubblica di San Marino. Mi risulta che nel dicembre 2000 sia stata organizzata una visita in Austria del PDCS su invito del Partito Popolare Austriaco per “una collaborazione sul livello politico e turistico” con visita organizzata al casinò di Baden. La delegazione PDCS recatasi all’incontro era composta dal Presidente Benedettini, da Ugolini e Podeschi. Nella primavera 2001, in occasione di un concerto organizzato a San Marino da Casinos Austria, il progetto casinò fu presentato ufficialmente al ministro degli Esteri Gatti ed al ministro delle Finanze Galassi. Nell’autunno 2001, il Segretario Gatti si recava ufficialmente a Vienna per un incontro con il Ministro degli Esteri Ferrero-Waldner e rappresentanti del Partito Popolare Austriaco. Gatti, in tale occasione, espresse assenso all’iniziativa. Sono in possesso di dichiarazioni rese dal Segretario Gatti alla televisione austriaca, di cui produco – tradotto in cattivo italiano – il relativo estratto”. (pag.39-dom.13,14,15) (Allegato n. 3)
 
Ad un’altra domanda per ulteriori precisazioni Selva risponde: ”Ci sono poi
successivamente a questa visita ufficiale del Segretario Gatti, ulteriori incontri più o meno ufficiali –la cui documentazione ritengo sia già stata acquisita dalla Commissione – incontri tra il Governo della Repubblica di San Marino e quello austriaco, ci sono le visite del ministro austriaco nel cui relativo comunicato ufficiale si ribadisce la volontà di aprire un casinò nella Repubblica di San Marino. Concludo ribadendo – e desidero sia verbalizzato – che considero tutte queste iniziative pienamente lecite e non ho assolutamente elementi per ritenere il contrario. Preciso anche che ritengo pienamente lecite le mie iniziative professionali”.
 
La Commissione in data 19 dicembre 2006 ascolta l’ing. Luigi Carnacina.
La sua lunga ricostruzione si focalizza attorno al documento Selva–Freeman. E’ opportuno, a giudizio della Commissione, riportare quanti più ampi stralci possibili dell’audizione per poter poi confrontarli in sede di conclusione con quelli dell’avv. Alvaro Selva e con le risposte di altre persone che compaiono in relazione ai rapporti con Casinos Austria.
 
Carnacina riconosce la firma sul documento Selva–Freeman (Allegato n. 5)
e dice: “Ricordo tale dichiarazione risalente al 1999 e ricordo bene il testo vero che era in inglese, successivamente da me tradotto in italiano. Mi sembra manchi qualcosa. Ricordo che doveva essere una dichiarazione che consentiva all’avv. Freeman mio carissimo amico come l’avv. Selva, di far vedere alla sua struttura negli Usa l’esistenza di un rapporto di lavoro serio con un suo pari grado operante nel territorio della Repubblica di San Marino ed in grado di operare con lui alla realizzazione di un progetto cui entrambi tenevano tantissimo. Se c’è un errore nella traduzione temo di doverlo imputare a me stesso. E’ la traduzione di una lettera in inglese che può darsi abbia delle parole che non sono esattamente quelle che dovrebbero essere”. (pag.2-dom.4)
 
E a proposito della firma dice: “ Io dichiaravo che la firma dell’avv. Selva
era la sua così come lo dichiarava Zanotti”. (pag.2-dom.5)
 
Prosegue spiegando i rapporti con l’avv. Freeman e dell’aiuto che Selva
avrebbe dato in una operazione industriale in Sardegna. La sua posizione appare a
volte quella di promotore finanziario, in altri casi di interprete in numerosi incontri con personaggi politici a San Marino; in particolare dice: “sì, per quanto riguarda il mio coinvolgimento nell’iniziativa casinò San Marino esso è rimasto limitato alla realizzazione di piani finanziari, ovvero studi di fattibilità per consentire a Freeman la presentazione ad eventuali fornitori……I contatti in San Marino sono sempre avvenuti con personaggi squisiti ma sempre animati da una certa animosità nei confronti dell’avv. Selva i cui motivi non ho mai appurato…”. (pag.4-dom.7)
 
Alla domanda con quali persone o forze politiche ebbe contatti, risponde:
“Con una sola forza politica ebbi contatti: la Democrazia Cristiana. Per quanto
riguarda le persone, il primo personaggio incontrato fu il Presidente della
Democrazia Cristiana Benedettini. Poi Ugolini, Podeschi, Gatti – venuto anche in Austria – ed anche il sig. Lonfernini”. Precisa: “Anzi era Segretario” . (pag. 4-dom.8-9)
 
Si vuol sapere se egli fosse presente a questo colloqui, risponde: “Ho
presenziato e traducevo. In particolare la mia posizione era quella di porre
domande, le domande che ponevano l’uno con l’altro: Freeman chiedeva al
personaggio di turno conferma circa l’interesse dello Stato a realizzare la cosa di cui si stava parlando”. (pag.4-dom.10)
 
Si chiede anche se a questi colloqui Selva era presente, risponde: “Ad alcuni
sì, anzi alcuni avvenivano alla luce di interventi preliminari svolti da Selva”.
(pag.5-dom.11)
 
Si chiede al teste l’epoca in cui avvennero queste cose, risponde: “L’inizio
di tutto avvenne nel ’96-’97, ed ha avuto luogo il primo incontro fra Freeman e Selva a Rimini presso il Ristorante Europa. Mi ricordo, Freeman ed io venivamo dalla Sardegna e mi avevano notificato il nominativo dell’avv. Selva che io avevo conosciuto. In occasione dell’incontro si conobbero e fraternizzarono. Il 1997 la darei come data più approssimativa. Da lì fu chiesto all’avv. Selva un’idea per realizzare il casinò. Freeman aveva un amico dal cui contatto emerse il nominativo di un tal Mac Farren, membro di una società di revisione contabile. Morale, si è avviata questa ruota. La prima volta in cui Freeman venne a San Marino nel 1998”. (pag.5-dom.12)
 
Gli si chiede di raccontare degli incontri con personaggi sammarinesi in
Austria: “…in prima battuta Benedettini. Da questi contatti è stato spiegato al signor Benedettini che la tecnologia che sarebbe stata utilizzata per realizzare l’iniziativa sarebbe stata fornita da una società super esperta del settore che si chiamava Casinos Austria……. Fu anche detto che era opportuno, prima ancora di scendere nei dettagli, che una Commissione di San Marino accettasse l’invito a visitare le strutture di Baden e altrove….. “ (pag. 6-dom.15)
 
Conferma che ad alcuni di questi incontri era presente l’avv. Selva: “…..ad
alcuni sì, ad altri no. Rappresentava il personaggio di riferimento dell’avv.
Freeman”. (pag.7-dom.20).
 
Si chiede a Carnacina se mettesse al corrente di tutti i suoi incontri l’avv.
Selva. Risponde:“ non gli ho mai detto che mi veniva chiesto di escluderlo.
Sull’argomento il Presidente Benedettini mi aveva fatto una richiesta di metterlo da parte. Ad un certo momento io ho dovuto contattare l’Austria per vedere se alcune cose erano vere …….E questa lettera ad un certo punto creò un mandato in capo al Presidente Benedettini. Questo documento fece seguito ad una serie di domande formulate dal Presidente Benedettini”. (pag.8-dom.21)
 
Fotocopia della lettera e dell’elenco di domande è posto agli atti di questa
relazione (Allegati n. 12, 13).
 
Si chiede se sa i motivi per cui Selva doveva essere estromesso, risponde:
“Io non ho mai avuto idea e non ho mai approfondito la cosa……”. (pag.8-
dom.22)
 
Ritornando al documento Selva – Freeman si chiede se quanto scritto
corrisponde a quanto lui ricorda di aver tradotto. Risponde: “Se dovessi giurarlo non lo farei, però mi sembra che ci fosse un passaggio relativo ad un condizionamento per la realizzazione di una cosa. Mi sembra di ricordare che era condizionata e che comunque non era certamente un impegno. Doveva essere uno scritto per dimostrare la relazione fra un professionista ed un altro. Così mi sembra grossolano.” (pag.9-dom.25)
 
Alla domanda se questo tipo di documento è usuale risponde: “no. Lo
capisco se il Governo di San Marino avesse definito la cosa ed incaricato della
realizzazione. Ma così come redatto il documento mi sembra stupido.” (pag.9-
dom.26)
 
Si chiede inoltre se è a conoscenza del mandato di cui al documento in
oggetto. Risponde: “a mio parere manca la frase che testualmente dice – la lingua inglese fa testo in questa scrittura – tengo a precisare che non è che ricordi di aver visto nel testo inglese quanto vado a specificare qui di seguito: desidero solo chiarire che è prassi usuale in tali circostanze inserire la frase “la lingua inglese fa testo in questo documento”.(pag.9-dom.28)
 
Prosegue: “preciso che non ho firmato il documento: ho solo attestato che la
firma apposta da Selva era la sua e che ho tradotto il documento”. (pag.9-dom.29)
 
Un Commissario chiede: “lei dice che questo documento è rapportabile ad
una sorta di relazione fra professionisti. Le sembra normale che si faccia
riferimento ad uno Stato? E che si faccia riferimento agli eredi e agli
assegnatari?”. Carnacina risponde: “Ci metta un eventualmente e siamo a posto.
Tutto quello che vedeva scritto da Freeman prevedeva questa frase: che prevedeva la trasmissione agli eredi. Secondo me o non l’ho tradotto io bene o non si tratta della stessa cosa”. (pag.10-dom.34)
 
Alla domanda posta a Carnacina se si sente di giurare che il testo del
documento Selva–Freeman non corrisponde al testo inglese risponde: “lei non mi può chiedere di giurare oggi che questa è la traduzione esatta di un testo avvenuta nel 1999. Io ho firmato che quella apposta era la firma dell’avv. Selva. Se lei si informa, vedrà che i testi non attestano che l’avvocato è bianco o rosso di capelli”.
(pag.13-dom.45)
 
Si chiede al teste se conosceva l’esistenza di un mandato di Governo
all’avv. Selva o se l’avv. Freeman lo mise a conoscenza. Risponde: “ no mai”.
(pag.13-dom.46)
 
Si vuol sapere se l’avv. Selva ebbe mai l’originale in inglese. Risponde:
“chiamiamolo testo. Non originale. Era un originale di una dichiarazione
necessitante all’avv. Freeman per dimostrare l’esistenza delle sue relazioni con
l’avv. Selva. Io l’ho tradotta dall’inglese: è un riepilogo dei punti salienti
dell’iniziativa per comprovare l’esistenza di un rapporto tra Freeman e il soggetto che forniva i dati (Selva)”. (pag.13-dom.47).
 
Si chiede se il testo lo ha redatto Freeman. La riposta è: “l’originale lo ha
fatto Freeman, io l’ho tradotto”. (pag.13-dom.49)
 
Per la firma di questo documento si chiede al teste se seguì o fu promessa
una donazione finanziaria. Risponde: “Lo escludo categoricamente. Lo giuro su
ciò che ho di più caro al mondo. “(pag.14-dom.51)
 
Alle obiezioni di un commissario a fronte di una pignoleria dei dati
identificativi rispetto alle genericità del documento firmato risponde: “quello che lei dice ha molta logica e lo condivido. Credo che potremmo dare una risposta se invece di tradurre una parola come “mandato” ricorressimo ad un’altra parola come ad esempio “intenti o finalità”. (pag.14-dom.52)
 
Dal teste si vuol sapere se le modalità di redazione del documento siano
normali: “il punto fondamentale che ho tentato di spiegare è il seguente: a Freeman interessava dimostrare che aveva rapporti con un soggetto identificato – identificato tramite carta intestata. Così si è raggiunto l’obiettivo dell’accordo.
Quindi a questo punto se lei sostituisce la parola “accordo” con il termine
“rapporto” è a posto.” (pag.15-dom.57)
 
Un’ultima domanda sul Casinos Austria chiede quanti incontri ha avuto con
politici sammarinesi. Risponde: “due volte di sicuro forse tre. Un volta con
Benedettini e la seconda volta con il dott. Gatti……. E’ stata forse l’unica
occasione in cui ho potuto parlare con lui a lungo”.(pag.16-dom.61)
 
Il Geom. Romano Zanotti è ascoltato il 27 dicembre. La sua deposizione
breve si può sintetizzare in questa risposta: “L’avv. Selva all’epoca mi interpellò per fornire documentazione urbanistica all’ing. Carnacina in merito alla realizzazione del casinò in San Marino. In quell’occasione mi chiese la
disponibilità a firmare quale testimone attestando la firma del documento da parte di Carnacina”. (pag.2-dom.4)
 
Prosegue dicendo che fu firmato nello studio dell’avv. Selva alla presenza
di Carnacina e sul documento risponde: “Sì. E’ un documento tradotto
dall’inglese” (pag.2-dom.6)
 
Inoltre: “…….io ho firmato solo per autenticare la firma di Selva sul
documento” (pag.3-dom.7)
 
Alla domanda se riconosce l’autenticità del documento: “……. dichiaro che
quella riportata sul documento è la mia firma” (pag.3-dom.9)
 
Nella stessa seduta c’è una successione di audizioni che si collegano sia a
quanto già dichiarato sia da Selva sia da Carnacina.
 
Il dott. Luciano Bollini, coordinatore fino al 2005 della Segreteria degli
Esteri, risponde alle domande della Commissione. “Il 5 o 6 febbraio del 2003 sono stato in Austria su incarico del Segretario di Stato a seguito di un invito non so da chi formulato, a recarmi presso Casinos Austria”. (pag.2-dom.4)
 
Prosegue: “Il mio mandato era informativo e teso verificare come stavano le
cose in merito ai progetti in atto in Austria circa la realizzazione di un casinò a San Marino. Quello che potevo dire era che la realizzazione di un casinò non era nei programmi di governo. La seconda cosa che dovevo dire era che il casinò non poteva realizzarsi perché c’era la convenzione fra Italia e San Marino”. (pag.3-dom.5)
 
Gli si chiede se è a conoscenza di mandati conferiti dalla Repubblica a tal
proposito, risponde: “Assolutamente no” (pag.3-dom.6)
 
Comunica anche di un’altra occasione: “……..nel 2005 partecipai ad un
tavolo di confronto, un incontro ufficiale a Vienna sulla firma del Trattato contro le doppie imposizioni. ….Ebbi occasione di confrontarmi anche con esponenti di Casinos Austria presenti in Delegazione”. (pag.3-dom.7)
 
Si chiede da chi era composta la delegazione e se agli incontri era presente
l’avv. Selva, risponde: “Nel 2003 c’ero io. Nell’incontro era presente anche l’avv. Selva, presentatomi come consulente di Casinos Austria. Non ebbi modo di dubitare di ciò.” (pag.4-dom.10)
 
Alla domanda se l’incontro del 2003 fosse caratterizzato da particolare
segretezza risponde: “No, non ebbi sentore di tale segretezza, non era una
missione con incarichi particolari”. (pag.4-dom.8)
 
Alla domanda quale fu il riscontro oggettivo di tale incontro risponde:
“quando sono arrivato mi si parlò che a seguito di una visita ufficiale dell’allora Segretario di Stato agli Esteri del 2001 e di un precedente incontro dei Capitani Reggenti, si era parlato di intraprendere attività di tipo turistico in San Marino nel cui ambito rientrava anche la casa da gioco. Dissero che c’era un interesse diretto dell’Austria. Non abbiamo però fatto accordi in materia”. (pag.9-dom.4)
 
Ritorna, anche nella vicenda Casinos Austria il Gendarme Stefanelli, la cui
attività a latere del lavoro abbiamo già visto nel caso Trillium. Nel 2002
accompagna in qualità di promoter di casinò, alcuni ospiti dal Segretario agli
Interni Stolfi.
 
La presentazione avviene alla Segreteria di Stato agli Affari Interni presso
la Parva Domus. (pag.4-dom.11)
 
Di seguito: “A metà gennaio 2002 mi fu chiesto dallo stesso personaggio un
altro incontro sempre con l’allora Segretario agli Interni Stolfi e con un signore, di cui mi sfugge ora il nome. Tale incontro mi fu poi riferito che era per Casinos Austria”. (pag.3-dom.6)
 
Ancora: “Erano presenti oltre a me il sig. Gentili Ezio, questo signore
austriaco residente in Italia (nella zona di Belluno) ed un certo Cesaretti che mi sembra fosse di Roma”. (pag.3-dom.7)
 
Dell’incontro del 2002 con Casinos Austria dice: “Avvenne alla Segreteria
di Stato per gli Affari Interni presso la Parva Domus”. Prosegue: “In linea di
massima fu dello stesso tenore del primo”. (pag.4-dom.11-12)
 
Stefanelli dichiara di non conoscere l’avv. Freeman e nega di aver mai
sentito parlare di mandati di personaggi politici per la realizzazione di un casinò in San Marino. Circa il motivo per cui si è rivolto al Segretario di Stato per gli Affari Interni dice: “Per la mia conoscenza diretta con il Segretario Stolfi”. (pag.9-dom.36)
 
Il teste dichiara di non aver mai avuto vantaggi economici per il suo lavoro
e che gli fu pagato il pranzo alla Taverna nell’occasione da Peri.
 
Dal momento che il nome del Consigliere Ernesto Benedettini era stato
citato sia da Selva sia da Carnacina, la Commissione ha ascoltato Benedettini il 27 dicembre 2006. La sua audizione esordisce così: “No, non sono stato né ospite né su invito di Casinos Austria”. (pag.2-dom.3)
 
Si chiede se si parlò di casinò in quella circostanza: “Assolutamente mai”.
(pag.2-dom.5)
 
Gli si ripete la domanda sottolineando dichiarazioni di altri testi, risponde:
“Si è parlato di possibilità…… Nell’ultima sera ci ospitarono a cena nel casinò e lì parlammo del potenziale turistico insito nel casinò”. (pag.2-3-dom.6)
 
Gli si chiede se si parlò dei rapporti esistenti con qualche intermediario
sammarinese o italiano da parte di Casinos Austria, risponde: “Non fu definito
intermediario, ma dissero che avevano rapporti con Selva”. (pag.3-dom.7)
 
Ancora gli si chiede se quale Presidente del PDCS ebbe mai notizia che il
Governo della Repubblica di San Marino o qualche suo membro avesse dato un mandato a qualcuno per interessarsi al casinò, risponde seccamente: “No”. (pag.3-dom.9)
 
I Commissari chiedono al teste se era a conoscenza della richiesta da parte
del Segretario politico della DC Lonfernini all’ing. Carnacina a proposito di
contatti avuti, risponde: “Della lettera no, dell’ing. Carnacina mi ricordo perché era presente quella sera. Quella sera parlò pochissimo”. (pag.4-dom.15)
 
Anche il Consigliere Claudio Podeschi è ascoltato il 27 dicembre dalla
Commissione perché il suo nome era comparso in precedenti audizioni, in
particolare in quella dell’ing. Carnacina.
 
L’audizione è così verbalizzata: “ Io ho fatto parte di una delegazione del
PDCS presieduta da Ernesto Benedettini di cui faceva parte anche il Consigliere Ugolini. Era una delegazione costituita su invito del Partito Popolare Austriaco.
Nell’occasione incontrammo il Presidente del Partito Popolare Mock ed il
Ministro del Turismo Prohaska…..” . (pag.2-dom.3)
 
Alla domanda se si parlò di un casinò a San Marino, risponde: “No,
nell’incontro parlammo di come l’Austria era riuscita a riconvertire il proprio
settore turistico. Con il borgomastro la sera fummo invitati nel casinò di Baden a cena……perché è il posto più elegante di cui dispongono”. (pag.3-dom.5)
 
Continua: “Quando fummo all’interno del casinò parlammo ovviamente di
tale struttura, inclusi i sistemi di sicurezza che ne rappresentavano il fiore
all’occhiello”. (pag.3-dom.6)
 
Si chiede al teste se nell’occasione gli fu riferito di un mandato all’avv.
Selva per la realizzazione del casinò, risponde: “Assolutamente no”. (pag.3-
dom.7)
 
Si chiede Inoltre se era stato dato ad alcun membro di Governo lo stesso
mandato, ancora risponde: “ No, non mi risulta”. (pag.4-dom.8)
 
Si vuol sapere quali altre persone erano presenti agli incontri (austriaci),
risponde: “Quando facemmo gli incontri con Mock eravamo solo noi e Vytiska, lo stesso in occasione degli incontri con il Ministro Prohaska…..”. (pag.5-dom.15)
 
Alla domanda se conosce il Sig. Peri ed il Sig. Alfieri risponde
risolutamente: “no”. (pag.6-dom.18)
 
Sullo stesso argomento ma in una seduta successiva è ascoltato il
Consigliere Giovanni Francesco Ugolini. L‘8 gennaio 2007 rende la sua
testimonianza alla Commissione. A proposito di possibili incontri con Casinos
Austria dichiara: “..Mi sembra un anno fa, un certo Vytiska assieme ad un
Ministro o ad un vice ministro non ricordo, hanno avuto un incontro con le categorie presso il Grand Hotel. Mi hanno chiamato a me come presidente
dell’USOT…”. (pag.3-dom.6)
 
Si chiede al teste se conoscesse il ruolo di Vytiska, risponde: “io no”.
(pag.4-dom.8)
 
Si chiede se conoscesse il contenuto di una lettera in data 8 febbraio 2002 in
cui lo si proponeva quale Presidente di un gruppo di studio sul casinò, risponde: “non mi risulta, sono contento per la considerazione”. (pag.5-dom.11)
 
Il Segretario di Stato Stolfi ascoltato il 22 novembre, già citato per la parte
riguardante la Trillium, risponde anche a domande circa i rapporti con l’Austria e con Casinos Austria.
 
Alla domanda se conoscesse qualche funzionario di Casinos Austria,
risponde: “No. Conosco i rappresentanti diplomatici dell’Austria. L’Austria usa i
propri rappresentanti per spingere la questione casinò per cui in occasione di
incontri diplomatici promuovono tale tema”. (pag.7-dom.20)
 
Si chiede se l’avv. Selva l’abbia mai rappresentato in occasione di incontri
con personaggi interessati al casinò senza il suo consenso, risponde: “No e spero che non sia successo”. (pag.8-dom.25)
 
Dice anche: “..Bollini andò a Vienna su mio mandato, avendo io assunto da
pochi mesi la responsabilità degli Esteri. Credo ci fossero pressioni austriache per andare avanti sulla questione casa da gioco alla luce di alcuni passi avanti. Chiesi al mio Coordinatore di andare per verificare in cosa consistessero tali passi in avanti e lì incontrò Selva, quale rappresentante di Casinos Austria”. (pag. 9-dom.26)
 
Prosegue: “Credo che i passi in avanti siano da riferirsi ad una
Commissione nominata dal precedente Governo che doveva approfondire con l’Austria una serie di temi economici, culturali, turistici. Era sottointeso il tema
casinò”. (pag.9-dom.28)
 
La Commissione di cui sopra corrisponde al gruppo di lavoro costituito con
delibera del Congresso di Stato n. 4 del 17 ottobre 2002. (Allegato n. 71)
 
Anche il Consigliere Gatti nella sua audizione del 17 novembre 2006 dedica
un’ampia parte ai quesiti posti dalla Commissione sui rapporti con l’Austria,
Casinos Austria e quelli fra il Partito Popolare Austriaco e la DC sammarinese. Si ritiene utile riportare la trascrizione della audizione.
 
D.: “Quale è stato lo scopo della sua ultima visita ufficiale in Austria?”
 
R: “Una visita ufficiale su invito del Ministro degli Esteri sig.ra Ferrero
Waldner che avevo conosciuto molto bene a Strasburgo al Consiglio d’Europa.
Abbiamo parlato di collaborazione in vari settori (finanziario, commerciale,
turistico ed in materia di doppia imposizione fiscale) nell’ambito di tale incontro il Ministro mi ha parlato se ero disponibile ad incontrare il Presidente del Casinos Austria perché era fortemente interessato all’apertura di un casinò a San Marino.
Naturalmente l’incontro c’è stato alla presenza del Ministro al quale ho fatto
presente la nostra situazione convenzionale con l’Italia che ci impediva di aprire una casa da gioco ed anche la delicatezza di questo argomento nel dibattito politico sammarinese”.
 
D: “La data di quell’incontro?”
 
R: “Non me la ricordo”
 
D: ”In occasione delle sue visite di Stato in Austria ha avuto altri contatti
con Casinos Austria?”
 
R. “Solo in occasione dell’ultima visita. A San Marino non con
rappresentanti ufficiali del Casinos Austria. Ho però avuto occasione di incontri fugaci con l’Ambasciatore e con il dott. Vytiska che mi hanno parlato del desiderio di Casinos Austria di aprire un casinò a San Marino”.
 
D: “In che veste Vytiska parlava con lei? Chi era costui?”
 
R: “Ho conosciuto il dott. Vytiska durante la mia visita ufficiale in Austria.
Ed essendo presente all’incontro con il Ministro degli Esteri l’ho reputato un
rappresentante del suo Paese”.
 
D. “Quindi un diplomatico”
 
R: “Ribadisco un rappresentante del suo Paese”
 
D: “in quale veste era con lei il sig. Vytiska?”
 
R: “Aveva sempre la cravatta. Queste domande meritano solo queste
risposte”.
 
D: “Di tale incontro ha informato il Governo?”
 
R: “Ho informato il Governo sull’incontro ufficiale prima e dopo
l’incontro……..Ma il Governo era perfettamente al corrente dei desiderata
austriaci. Ed io ho sempre fatto presente con fermezza l’impossibilità di affrontare il tema casinò. E successivamente l’Ambasciatore austriaco e Vytiska pur essendo costantemente presente a San Marino non mi hanno più cercato”.
 
D: “Le risultano rapporti tra il PDCS e il Partito Popolare Austriaco in
merito alla casa da gioco a San Marino?”
 
R: “Fra i due partiti c’è una lunga consuetudine di amicizia…Credo di
ricordare che ci fu un invito a rappresentanti della DC in Austria per perorare la
causa casinò. Non ne conosco però i dettagli. Ricordo solo che c’è stata”.
 
D: “Quindi lei non sa con chi furono intrapresi tali rapporti?”
 
R: “In questo momento non ricordo i nomi di chi ha accolto l’invito
austriaco”.
 
D: “Ci può riferire quali altri contatti ha avuto in relazione alla casa da
gioco?”
 
R: “Bisognerebbe chiarire cosa intendiamo per contatti. Io non ho mai
trattato la possibilità di aprire una casa da gioco con alcuno. A livello di rapporti tra Stati solo con l’Austria ho avuto modo di ascoltare una loro proposta nei termini sopra indicati…Con l’Italia ho avuto occasione di affrontare concretamente questo tema nell’incontro alla Farnesina con il Ministro degli Esteri Giulio Andreotti dal quale è emerso un comunicato congiunto agli inizi del 1987, in cui si dice che il problema della casa da gioco è un problema interno sammarinese, e che lo si può affrontare attivando una Commissione mista con la presenza anche dei due ministeri degli interni. Dopo quella data, non ho mai sollecitato l’attivazione di quella Commissione in quanto preoccupato degli effetti che la presenza di una casa da gioco avrebbe potuto avere nel nostro Paese”.
 
D: “Ha avuto proposte di apertura di un casinò? Se si quali? E da chi?”
 
R: “Sicuramente da imprenditori italiani, non da fuori dell’Italia”.
 
(da pag.7-dom.30 a pag.10-dom.40)
 
Sull’argomento anche il Consigliere Menicucci Segretario della DC nella
sua audizione del 17 novembre 2006 richiesto dalla Commissione di riferire su
rapporti fra il Partito Popolare Austriaco e la DC riferisce con disponibilità che i rapporti tra PDCS e Partito Popolare Austriaco sono da sempre buoni. La visita in Austria su invito austriaco dice Menicucci a cui parteciparono i Consiglieri Benedettini ed Ugolini riguardava l’intensificazione di rapporti di tipo
commerciale ed economico. Non esclude Menicucci che si possa essere parlato dell’apertura di una casa da gioco ma la DC ha sempre fatto presente che era una eventualità impraticabile dati gli accordi del 1953. Continua Menicucci riferendo che trattandosi di un invito ufficiale, il Presidente Benedettini aveva titolo per parteciparvi e presume che anche il Consigliere Ugolini abbia dato la sua disponibilità. Entrambi al ritorno riferirono sugli incontri avuti e sugli ottimi rapporti tra i due partiti. Ad una domanda che chiedeva se ci fossero stati colloqui con Casinos Austria, Menicucci risponde che a distanza di anni fa fatica a ricordare ma che loro hanno sempre fatto presente la situazione legata agli accordi del 1953. Ribadisce infine che quella visita non aveva lo scopo di avviare rapporti con Casinos Austria.
 
Nella fase finale dei lavori della Commissione, i Commissari Casali e Morri
hanno presentato fotocopie di documenti loro pervenuti anonimamente o, nel caso di Casali, ritrovati per sua dichiarazione nell’archivio del Nuovo Partito Socialista.
Sembra opportuno, anche se già citati in precedenza, esaminarli qui perché tutti si riferiscono ai rapporti con il Governo Austriaco e con Casinos Austria. Il primo è uno studio di fattibilità commissionato dall’avv. Freeman alla
PriceWaterHouseCooper, notissima multinazionale di consulenze e revisione,
nella quale accanto a tavole comparative ed esplicative, compare il nome dell’avv. Alvaro Selva, come fondatore di una società. Lo stesso Selva, ascoltato in merito il 27 gennaio 2007 sull’argomento dice testualmente: “questa relazione mi pare rappresenti uno studio di fattibilità per una casa da gioco a San Marino, non è mai stata da me commissionata e sottoscritta per cui non posso rispondere in merito né fare considerazioni……..” (Pag.2 dom.3)
 
Selva risponde ad altre domande e riferendosi alle precedenti audizioni in
particolare dice: “…gli studi sulla realizzazione a San Marino di un casinò sono
stati fatti da tante persone, però io non posso essere responsabile delle
affermazioni contenute in detta relazione, qualunque esse siano”. (Pag.3-dom.5)
 
Prosegue: “Cosa intendesse scrivere Freeman io non ne ho idea. La frase da
lui usata nel foglio 3 non esprime certamente rapporti illeciti con il
Governo…..Preciso che azioni non sono mai state emesse, non esistono e non le ho mai sottoscritte. Con tale dizione Freeman non poteva pertanto fare riferimento alla sottoscrizione di azioni da parte mia”. (pag.4-dom.6)
 
E ancora sul gruppo di fondatori azionisti risponde: “Io non ho mai
partecipato a società di questo tipo. Quello che ha fatto Freeman per mettere insieme i suoi sostenitori sono affari suoi”. (pag.4-dom.7)
 
Prosegue: “Io ad una società di Miami non ho mai partecipato né ad altri
business. Ho costituito una lobby, una intesa professionale con l’avv. Freeman come ho dichiarato fin dall’inizio. Poi per il resto ognuno agiva di propria iniziativa “. (pag.4-5-dom.8)
 
A proposito dei documenti mostrati gli si chiede se era a conoscenza di
questo o qualcosa di simile, risponde: “io sono stato informato più volte che l’avv. Freeman aveva in atto studi in merito alla fattibilità di un casinò commissionato da persone interessate a ciò…. Io non ne sono mai venuto in possesso. Io ho seguito invece direttamente, la elaborazione che i tecnici di Casinos Austria, valendosi probabilmente anche direttamente di studi fatti dall’avv. Freeman, tutto il progetto per la realizzazione di una casa da gioco nella Repubblica di San Marino, estremamente elaborato e preciso, che mi risulta essere stato trasmesso ufficialmente alla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri…..Sugli altri studi sono stato informato, non posso riferire in merito a questa ditta di cui non ricordo il nome”. (pag.6-dom.10)
 
Gli si chiede a chi fu consegnato lo studio di fattibilità di Casinos Austria: “
Fu consegnato nel 2003 in occasione della visita in cui partecipò il dott. Luciano Bollini, quando era Segretario di Stato Fiorenzo Stolfi”. (pag.6-dom.11)
 
Le audizioni dell’avv. Selva terminano qui anche se in fase successiva
torneremo su di lui per affrontare il tema della fuga di notizie di cui è stato
protagonista.
 
Nello studio di fattibilità compare anche una società sammarinese, la
SARIM s.a. ed una società avente sede nelle Isole Vergini Britanniche, la Titan Devco Ltd.
 
La Commissione ritiene opportuno ascoltare, dopo aver acquisito presso il
Tribunale il relativo fascicolo e dopo averlo visionato, il dott. Luciano Cardelli,
Amministratore Unico nel 1998, data dello studio di fattibilità eseguito dalla
PriceWaterHouseCooper e fatto tradurre dall’inglese dalla dott.ssa Marina
Volpinari, interprete del Dipartimento Affari Esteri. Il dott. Cardelli, interpellato
nella mattinata del 6 febbraio, ha dato immediatamente la disponibilità ad essere ascoltato nel pomeriggio. Gli viene illustrata la circostanza che vede la SARIM s.a. nello studio sopraddetto e gli viene spiegato che il testo fa comprendere come essa sia indicata come un soggetto in grado di partecipare alla realizzazione di un casinò nella Repubblica di San Marino. Il dott. Cardelli risponde:” Non è vero. La Società è stata costituita in forma anonima nel 1990 e i soci erano membri della mia famiglia. Ciò che dice il documento – documento che io non conosco – è falso, sarei anche curioso di sapere chi ha redatto il documento”.(Pag. 3-dom.3)
 
Gli si chiede se conosce una Società dal nome “Titan Devco Ltd.” risponde
: “ho sentito nominare tale società. Nel 1997 l’avv. Selva mi chiese se avevo una società che avrebbe potuto compiere ed organizzare uno studio per lo sviluppo turistico a San Marino, nel cui ambito era anche prevista la possibilità di creare un casinò a San Marino…..gli dissi che era possibile perché disponevo di una piccola società di famiglia….qualche settimana dopo mi disse che c’era da mettersi in contatto con la società che mi avete menzionato, io dissi che andava bene anche perché fare esperienze in merito mi interessava. Dopodichè non ho avuto più esperienze in merito”. (pag.3-dom.4).
 
Si chiede al teste se ha seguito altri progetti legati al gioco a San Marino.
Risponde: “Si mi è capitato più volte…..da moltissimi anni ho contatti con il
casinò di Venezia, da lunga data….. al riguardo tengo ad evidenziare ……sia una delle migliori soluzioni per un casinò nella Repubblica di San Marino, un’ipotesi che vedo preferibile a quella di un rapporto di soggetti privati in merito a tale questione”. (pag.4-dom.6)
 
Infine la Commissione ha esaminato una serie di fotocopie prodotte nel
modo già detto dal Commissario Casali, non protocollate da uffici pubblici. La
prima datata 14 novembre 2002 (Allegato n. 32) consta di 3 fogli, indirizzata al Segretario di Stato Fiorenzo Stolfi, con la dicitura in capo “Relazione riservata personale alla cortese attenzione del Segretario di Stato dott. Fiorenzo Stolfi”, è firmata Alvaro Selva e comprende un appunto anch’esso riservato che illustra, ad altri, la situazione di San Marino in ordine al casinò. Tale relazione riferisce di incontri a Vienna tra una delegazione di parlamentari italiani con Casinos Austria.
Altre persone italiane non parlamentari sono citate. La delegazione, come al
solito, visita il casinò di Baden, è ricevuta dal Presidente del Parlamento austriaco il 12 ed incontra il Presidente, il vice Presidente ed altri esperti di Casinos Austria International.
 
Tralasciando altri aspetti che si possono leggere nell’allegato, i parlamentari
italiani assicurano il favore di ambienti del loro governo alla immediata apertura di una casa da gioco a San Marino, purchè la gestione sia affidata a Casinos Austria.
 
I parlamentari assicurano il loro appoggio “totale e solutivo” per
l’approvazione dell’Accordo di Cooperazione Economica tra San Marino e
l’Italia. Il documento riporta che “l’incontro ufficiale per gli accordi dovrà
avvenire entro gennaio 2003”.
 
Gli altri fogli sono: copia di un telefax di Carnacina a Selva, del 20
novembre del 2002, e un verbale dell’incontro a Vienna del 13 novembre 2002.
 
Più o meno nello stesso periodo, il 5 febbraio 2003, il Ministro degli Esteri
austriaco Benita Ferrero-Waldner scrive al collega Stolfi (da notare che la lettera è priva del protocollo di arrivo) con linguaggio diplomatico, nella quale dà per scontata la fase finale per l’apertura di un casinò a San Marino, raccomandando vivamente Casinos Austria che, grazie alla sua composizione societaria, ha l’appoggio dello Stato. (Allegato n. 30)
 
La Commissione, pur con visioni differenti, sulla validità dei documenti sia
in ordine al modo di reperimento sia perché non protocollati, ritiene opportuno
ascoltare il Segretario Stolfi, il quale si dichiara disponibile ad una nuova
audizione, che ha luogo il giorno 6 febbraio nel pomeriggio.
 
Vengono mostrati al Segretario i numerosi documenti presentati dal
Commissario Casali, in particolare gli appunti della relazione inerenti al casinò
redatti dall’avv. Selva in data 14 novembre 2002 e si chiede se ricorda il
documento. Risponde: “Sì, ne ho memoria, anche se preciso che non l’ho mai
ricevuto e ne sono venuto a conoscenza perché l’estensore – l’avv. Selva – mi
contattò presso la sede del PSS una sera dicendomi che era intenzionato ad
inviarmi un riferimento – che dovrebbe essere questo qualora lo avessi visionato.
Ricordo che allora ero Segretario alle Finanze e gli dissi che non era il caso che mi
mandasse tale documento perché non era di mia pertinenza. Poi non ho più visto il
documento”. (Pag. 2,3-dom.3)
 
Si insiste per sapere se il documento gli fu consegnato, nuovamente
risponde: “Io non ho ricevuto niente, ho preso visione del documento che mi si
voleva inviare ma che poi non ho mai ricevuto. Anche perché non ritenevo che
fosse un documento da inviare a me”. (Pag.4 – dom.6)
 
Si fa notare al Segretario come nel documento ci sia un passaggio
sull’Accordo di Cooperazione tra Italia e San Marino contestuale alla
realizzazione di una casa da gioco. Risponde: “Se è riferita a quel momento lì, io
non posso dire nulla perché non mi occupavo della materia. Per quanto riguarda le
mie responsabilità successive – come Segretario degli Esteri a febbraio
presentatore di una proposta di Accordo di Cooperazione – la questione Casinò
non si è mai intrecciata con la proposta di Accordo di Cooperazione……” (Pag. 4-
5 – dom.8)
 
Vengono poste al teste ulteriori domande pressochè simili a quelle della
precedente audizione. Le risposte sono pressochè identiche.
 
Tutto ciò che attiene al rapporto di politici, amministratori, professionisti e
gente di vario tipo, con il governo austriaco e con Casinos Austria è qui
ampiamente illustrato. Ci sono agli atti della Commissione anche altre
documentazioni relative agli anni precedenti, in particolare al 2001, in occasione della visita dell’allora Segretario Gatti il 22 ottobre a Vienna. Sono note interne, con tutta probabilità riferibili a Casinos Austria (Allegati n. 3 e n. 4), la quale aveva tutto l’interesse a diffondere il giudizio di un ospite di alto livello, perchè favorevole all’installazione di un casinò a San Marino.
 
Al Segretario Gatti, in queste informative, vengono attribuiti, soprattutto
durante la rituale visita al casinò di Baden, giudizi positivi su quanto visto e
intenzioni favorevoli per installare il casinò a San Marino.
 
Una nota singolare va fatta a proposito dei rapporti fra il Partito Popolare
Austriaco e la DC sammarinese. L’allora Segretario della DC Lonfernini, riferisce Carnacina in una lettera, era stato tenuto all’oscuro o comunque scarsamente informato di quello che i rappresentanti del Partito, invitati in Austria con la solita visita al casinò di Baden, avevano concluso. Si rivolge a Carnacina il quale lo informa e suggerisce la strada per giungere alla realizzazione del casinò a San Marino. Una conclusione è che, nonostante questi immani sforzi, la cosa è rimasta al punto di partenza. Dai documenti, ufficiali, ufficiosi, anonimi, non appare allo stato dei fatti alcun passaggio di danaro lecito o illecito.
 
Appare invece un mondo spesso al limite della correttezza che ritiene il
gioco d’azzardo un forte impulso all’economia degli stati piccoli o grandi.
 
 
CONCLUSIONI
 
 
Non vanno sottaciute o minimizzate le fughe di notizie di cui l’episodio che
ha visto protagonista il consigliere Selva è il più grave.
 
Esso era stato preceduto da un calcolato dosaggio di ”informazioni” lasciate
uscire per influenzare una opinione pubblica che aspettava ed aspetta di conoscere
la verità.
 
Prima ancora di questo episodio la Commissione attraverso i commissari
Mario Venturini, Stefano Palmieri ed Augusto Michelotti si era rivolta alla
magistratura perché facesse indagini su tali fatti, allegando prove, non essendo
questo compito della Commissione.
 
Le ipotesi sulla accidentalità o sulla volontarietà dell’atto non attengono ai
compiti della Commissione ma a quelle del dibattito politico.
 
Ciò nonostante l’episodio è deplorevole e va condannato.
 
Le immediate dimissioni, se non cancellano la gravità del fatto, sono
comunque segno che anche l’autore ne ha percepito interamente la rilevanza.
 
Che poi esso non abbia influito in alcun modo sui lavori conclusivi della
Commissione quanto all’accertamento dei fatti, lo dimostrano queste pagine che si fondano solo su ciò che è stato accertato ed il cui utilizzo risponde a criteri di connessione temporale e logica.
 
Il lavoro della Commissione, all’interno di una forte dialettica che in alcuni
limitati casi si è spinta fino alla contrapposizione, al di là delle conclusioni la cui diversità è legittima ma che per essere credibile deve poggiare sui fatti certi, è stato produttivo e sempre effettuato con uno scrupolo ai limiti della ripetitività.
 
In riferimento al compito che la legge richiedeva alla commissione, di cui
all’articolo 1 commi a) b) c) d), le risultanze sulla base delle carte allegate sono sufficientemente chiare e in moltissimi casi assolutamente incontrovertibili.
 
Il risultato è che la cosiddetta nota Guzzanti è stata prima corretta, poi
smentita, e infine negata dallo stesso autore.
 
Le circostanze temporali, le modalità di partenza e di arrivo sono
assolutamente non credibili perché la verifica di esse, la testimonianza anche di
chi lo ha prodotto, e cioè il Consigliere Pier Marino Menicucci, hanno messo in
luce senza ombra di dubbio le contraddizioni.
 
Se l’autore della nota non è il Senatore Guzzanti, e di questo siamo certi
perché lo ha detto lui stesso più di una volta, tutte le circostanze, i contenuti, il linguaggio portano ad un nome che conosciamo già bene, Mario Scaramella, consulente di Guzzanti nella ormai celebre Commissione Mitrokin, e ben conosciuto interlocutore, diciamo così, del Consigliere Gabriele Gatti e non solo di lui.
 
C’è un particolare, piccolo in sè, ma grosso come un condominio, che è
rivelatore che la “nota” è stata costruita in laboratorio ma assemblata male.
 
Un esempio solo: il nome di Germano De Biagi, non c’entra niente rispetto
ai temi di cui la nota voleva essere la spinta propulsiva e decisiva, ma solo per una miracolosa ispirazione poteva essere nell’agenda e nelle preoccupazioni di Guzzanti.
 
Non può che essere stato suggerito da qualcuno da San Marino.
 
L’episodio poi si è rivelato per quello che è, provocando la sdegnata
reazione del Consigliere De Biagi.
 
In ogni caso le pagine iniziali titolate “I Fatti” sono lì con il loro linguaggio
e con la documentazione a dimostrare questa sintesi.
 
Anche per quanto riguarda la Trillium, esaminate le audizioni, i documenti
portati dai testi e acquisiti dalla Commissione, il copione è simile, con un pizzico di suspense, dato dalla presenza del denaro.
 
Una cosa è certa, il dott. Alfieri era ben conosciuto dal Consigliere Gabriele
Gatti, come le audizioni, i documenti portati dal dott. Peri, ed acquisiti dalla
Commissioni dimostrano. Gatti nella sua deposizione ha affermato il contrario.
 
Ma mentre Peri ha portato prove e documenti, Gatti ha portato solo la sua
parola.
 
Quanto alle modalità di ricevimento del documento Trillium, illustrate da
Gatti, lasciano apparire molto fantasioso il viaggio a San Marino dell’avv. Sergio Falcone nello studio di Gatti, per informarlo di avere un documento “scottante” al punto che lo stesso Consigliere Gatti è costretto qualche giorno dopo ad un viaggio romano al Bar Doney per farsi consegnare il documento “scottante”.
 
Il documento consegnato da Gatti manca però della pagina 1; Gatti non ha
mai detto il perché o ha spiegato le circostanze di tale mancanza. A questo
proposito ci soccorre la testimonianza giurata del consigliere Zafferani che toglie ogni ombra di dubbio: la firma di Mario Scaramella era in quella pagina dalla quale è stata strappata fino alla scomparsa totale di quella pagina del documento consegnato monco.
 
Il documento già citato, proveniente dall’Ordine degli Avvocati di Napoli,
mette insieme Penders, Falcone e Scaramella, tutti legati al documento Trillium.
Anche Alfieri conosce Scaramella. Gatti conosce Falcone e Scaramella direttamente, Penders e Alfieri indirettamente, la pagina 1 manca. Il cerchio si è chiuso.
 
Si evince dunque che quanto richiesto dalla Legge istitutiva della
Commissione all’articolo 1 comma c) e cioè “se la documentazione prodotta sia stata sollecitata direttamente o indirettamente da Consiglieri della Repubblica per strumentali finalità politiche”, tale ipotesi risulta effettivamente accertata.
 
Quanto al denaro ottenuto da Selva, le carte e le testimonianze dicono che la somma ricevuta nel 1999 è di 40 milioni di lire.
 
Fosse un rimborso spese, fosse il pagamento di attività professionale poco
conta. La Commissione ha accertato questo, e nel 1999 Selva faceva già da tempo il libero professionista e che si interessasse di casinò era cosa nota e documentata.
 
All’interno della Commissione ci sono stati diversi commissari che hanno
approfondito con domande ai testi una lettura dei documenti tesa ad ipotizzare, e a supporre l’esistenza di altro denaro transitato. Le supposizioni, solo qualora gli indizi lo consentano sono lecite e legittime ma allo stato attuale e relativamente alla questione, le carte e le testimonianze non avvalorano assolutamente tali indizi.
 
Anche il documento pervenuto anonimo Selva-Freeman all’interno del quale compare la parola “mandato” è stato sottoposto ad una accurata indagine da parte della Commissione. Per i particolari rimandiamo alla parte di relativa trattazione. In ogni caso non sono emerse prove di quale che sia coinvolgimento politico di alcuno. Non è emerso che la parola “mandato” tradotta da parola inglese che non sappiamo quale fosse, non avendo prodotto nessuno un originale, perché la stessa lettera che non è stata riconosciuta interamente vera ne’ da Selva ne’ dal traduttore Carnacina, non pare riferirsi ad alcunché di ufficiale e di politico. La spiegazione data laddove sono citati “gli eredi“ sembra di natura privata.
 
E’ emersa invece in sottofondo una rete di affari solo sommariamente
descritti, soprattutto in Sud America di persone con le quali l’avv. Selva era in rapporti professionali, rapporti che non hanno alcuna attinenza con le questioni oggetto dell’inchiesta.
 
Quanto a Casinos Austria le cose sono diverse: la serietà della società
austriaca è fuori discussione e non ci sono, a nessun livello, ombre o sospetti di passaggio di denaro leciti o illeciti.
 
C’è invece, accanto a figure minori ma significative per capire a quale
livello era giunta la faccenda casinò, un andirivieni di politici sammarinesi. Alcuni in veste di rappresentanti dello Stato e del Governo, in missioni ufficiali di cui gli organi dello Stato, Consiglio e Congresso, hanno avuto formali riferimenti, altri sono rapporti documentati intercorsi tra partiti o tra rappresentanti di partiti, Forza Italia, PDCS, OVP, il cui legame ideale è dato dalla comune appartenenza al Partito Popolare Europeo.
 
Nei comunicati ufficiali non si parla di casinò, si parla di turismo, di
economia, di intrattenimento, di centri benessere. Tutte le visite si concludono nel casinò di Baden.
 
In definitiva dalla fine degli anni ottanta, l’ipotesi della casa da gioco è
entrata con invadenza sempre maggiore nella vita politica sammarinese
coinvolgendo responsabili di governo, di partito, membri del Consiglio Grande e
Generale.
 
Colpisce il fatto che mentre la realizzazione del casinò non è mai comparsa
nel programma di alcun governo, è stata comunque il motore dell’attività di 
personaggi di vario tipo – intermediari, mediatori improvvisati, lobbysti – che,
anno dopo anno, si sono alacremente adoperati per stabilire collegamenti fra
gruppi interessati alla gestione di case da gioco e politici sammarinesi.
 
Tali personaggi hanno trovato interlocutori attenti e sensibili in molti
versanti, con la differenza che mentre i gruppi o le società del settore agivano in direzione di obiettivi assolutamente compatibili con le loro finalità
imprenditoriali, spesso i politici intrattenevano rapporti poco trasparenti per
costruire progetti che non rientravano nell’agenda dei governi.
 
E’ accaduto in sostanza che i comportamenti dei singoli hanno sconfessato
programmi, impegni con gli elettori e pubbliche dichiarazioni. Anche per questo agli occhi dell’opinione pubblica la classe politica ha perso credibilità, a maggior ragione quando le vicende legate alla realizzazione del casinò sono finite sulle pagine di giornali non solo locali.
 
Numerosi sono gli atti che la Commissione d’Inchiesta ha registrato a
testimonianza di attività politicamente discutibili. I documenti e le audizioni
rappresentano uno spaccato significativo delle manovre che hanno caratterizzato gli anni dei rapporti con Trillium e con Casinos Austria. Tuttavia essi non hanno comprovato l’evidenza di illeciti sui quali la Commissione ha indagato secondo quanto disposto dall’Ordine del Giorno consiliare del 31 luglio 2006.
 
In oltre tre mesi di attività, la Commissione ha acquisito prove e
testimonianze di incontri, corrispondenze, studi di fattibilità e di ogni circostanza in cui essi si sono realizzati. Allo stato dei fatti tutto ciò non ha rilievo dal punto di vista giuridico-legale. Sul piano politico, tuttavia, i comportamenti eticamente non lineari ai quali si sono adeguati alcuni personaggi di primo piano, vanno condannati senza incertezze.
 
* * *
 
I lavori della Commissione si sono conclusi con la redazione di questa
relazione che è il risultato di esami di documenti, di verifica degli stessi, di audizioni di testi, di discussioni sull’insieme dei contenuti, il tutto puntualmente riportando negli allegati.
 
I Commissari che la sottoscrivono affermano di avere operato con l’intenzione
di fornire al Consiglio Grande e Generale un riferimento per quanto possibile
completo e documentato in conformità al mandato ricevuto.  
San Marino, 12 febbraio 2007 
————————————-
Clausola di esclusione della responsabilità
Non si può garantire che il testo riportato riproduca esattamente quello
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Istituzionale della Repubblica di San Marino è da considerarsi
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.
 
 
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