Remo Giancecchi sul coordinamento fra Pdcs, Ne, Pop e Ans

Remo Giancecchi sul coordinamento fra Pdcs, Ne, Pop e Ans

La politica a San Marino sta vivendo un grande momento di svolta. Non solo in conseguenza della riforma elettorale, che modificherà le proporzioni delle forze politiche all’interno del Consiglio, ma anche perché nella maggior parte delle persone ne è cambiata totalmente la visione. Anche per questo dobbiamo smettere di guardare il passato, vantarci delle cose ben fatte e dispiacerci o trovare mille scuse su quelle sbagliate. Il passato è passato, ora si deve guardare avanti.

Oggi le persone, indifferentemente dal fatto che si sentano di destra o di sinistra, vogliono sapere cosa i politici intendono fare nel prossimo futuro, qual è l’indirizzo che pensano di dare a San Marino sia nel campo economico sia in quello sociale e come ritengono di risolvere i problemi attuali del nostro Paese. Pertanto le coalizioni non devono basarsi più solo sui numeri e sulle alchimie politiche, ma vanno ricercate nella condivisione di idee e nella realizzazione di progetti, ragionando con ponderatezza e senso di responsabilità sul futuro che si vuol dare a San Marino. Solo in questo modo è possibile un’aggregazione forte e coesa, capace di affrontare le varie problematiche e governare per un’intera legislatura.

In questa fase, invece, la maggior parte delle forze politiche appare molto agitata e frenetica, dando l’impressione di temere le prospettive che la legge elettorale disegnerà. Si verificano cambiamenti di posizione dalla sera alla mattina e accordi che durano pochi mesi, come il fantomatico terzo polo, composto da Nuovo Partito Socialista, Noi Sammarinesi e Popolari, i quali sostenevano di aver raggiunto tra loro una grande livello di condivisione; poi, poco dopo, N.P.S. ha iniziato a corteggiare il P.S.D., mentre gli altri si sono impegnati nella costituzione di una nuova alleanza di centrodestra con il P.D.C.S. e A.N.. Mi ha sorpreso la nascita di questo nuovo polo in così poco tempo, senza un adeguato percorso di confronto e una approfondita analisi delle linee programmatiche per lo sviluppo del Paese. Quindi è d’obbligo chiedersi: queste alleanze su cosa si basano? Sui numeri? Non credo! Sono l’ unica residua mossa possibile? Forse! Solo il tempo sarà probabilmente in grado di darci delle risposte.

Non voglio poi infierire contro gli Europopolari, che non so proprio come faranno a giustificare la loro uscita dal P.D.C.S., con tutte quelle belle parole che hanno speso al Congresso (accompagnate anche da qualche lacrima!) e avendo sparato a zero nei nostri confronti, per poi oggi, a distanza di quattro mesi, dire esattamente il contrario.

Noi Democratici di Centro intendiamo imprimere una svolta ad un modo stantio di fare politica e, mentre tutti, o quasi, ci davano immediatamente al Governo, abbiamo messo a tacere non poche supposizioni. Quindi nessuna sete di potere, anche se quella del Governo sarebbe probabilmente stata la strada più breve e apparentemente più semplice. Non ci siamo invece affannati per aggregarci frettolosamente ad una coalizione, soltanto perché è vincente e i numeri permettono di governare, ma abbiamo voluto, e intendiamo ancora farlo, confrontarci sulle idee e sui progetti. La scelta delle alleanze verrà di conseguenza e riguarderà quelle forze che dimostreranno maggiori convergenze con i nostri programmi. Pensiamo che sia questo l’unico modo per riconquistare la fiducia dei cittadini!

Remo Giancecchi

Democratici di Centro

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