Renzo Bonelli, La Tribuna Sammarinese: Non e’ male di mafia

Renzo Bonelli, La Tribuna Sammarinese: Non e’ male di mafia

La Tribuna Sammarinese

Non è male di mafia

Renzo Bonelli

L’avvocato Bonelli interviene sulla relazione dell’antimafia: anche chi si proclama innocente sapeva

Non è male di mafia

“Chi critica la
commissione
per il mancato
contraddittorio
ricordi che si è
comportato allo
stesso modo
nei confronti
dei cittadini”

Dal lavoro della
Commissione Antimafia
e dai commenti
che da più
parti sono sortiti,
favorevoli e contrari
ne è uscita una
fotografia panoramica
del Paese, che
a ben guardare rappresenta
una immagine
odierna chiara
e dettagliata, con
visioni e riflessi più
lontani. Nelle parti
della relazione, anche
se sostanzialmente
informali, il
lavoro può dirsi efficace
per chi cercava
di sapere.
Ma dalla prima mossa
gli ideatori hanno
commesso una superficialità,
forse voluta: l’OCSE,
organismo internazionale
che sorveglia anche sugli
episodi di malavita negli
stati europei, ha diramato
una circolare a tutti gli
enti e persone che si occupano
di operazioni finanziarie
(banche, finanziarie,
professionisti, società
gestrici di carte di credito,
ecc..) per disporre che fra
le informazioni che si devono
raccogliere nel corso
di qualsiasi operazione
economica, dopo i dati
anagrafici, doveva essere
annotato nel corso della
“adeguata verifica” se il titolare
era un politico ovvero
se in precedenza avesse
esercitato l’attività politica.
Ciò non tanto per il sospetto
che i politici potessero
rivestire un ruolo pericoloso,
ma perché erano
i più esposti alle pressioni
della malavita organizzata.
San Marino è stata
sempre del tutto sprovvista
di organismi con dette
finalità, per cui iniziare
con una commissione
di otto politici in verità ha
costituito quanto meno
una ingenuità (?).
La relazione per un buon
terzo indaga sulle imprese
del Notaio Bacciocchi
e di un certo Vallefuoco
e compagnia che si ritiene
appartenesse alla camorra
napoletana. Per il
resto della relazione l’indagine
si sposta su affari
e imprese del tutto locali:
mazzette ad impiegati,
lotti di Valdragone, terreno
ex Symbol, banche e
finanziarie di ogni genere,
ecc.. ecc.. Dunque movimenti
del tutto sammarinesi,
che si sono mossi ed
hanno agito secondo uno
stile che viene da lontano
e che è stato così ben digerito
che è diventato uno
stile di vita.
Uno degli accusati ha alzato
la voce ed ha protestato
per non essere stato interrogato
dalla Commissione,
onde dare la propria
spiegazione. Fra le altre
accuse fondate ha accusato
i commissari di essersi
comportati con grande arroganza
e arbitrarietà limitando
in tutto i diritti
dell’indagato per decidere
secondo preconcetti. Il rilievo
che si può fare a questa
affermazione è quello
di ricordare a chi protesta
per il trattamento di essere
stato l’artefice, con altri,
di un comportamento simile
per anni nei confronti
di concittadini.
Questo è il metodo applicato
da decenni e forse
da un secolo, quando
nel 1906 la “rivoluzione”
dell’Arengo non portò mutamenti
nelle istituzioni e
nella costituzione che attraversò
immutata gli anni
dopo, il periodo fascista,
il periodo social-comunista,
il periodo democristiano,
fino ad oggi, dove
vediamo che l’originario
sistema paternalistico,
sicuramente sbilanciato e
nutrito da continui favoritismi
si è trasformato nel
più anarcoide dei sistemi.
Anche coloro che oggi alla
lettura della relazione
saltellano felici esclamando
“noi no! Noi no!…” dimenticano
che hanno vissuto
questi tempi come le
famose tre scimmiette;
non vedo, non sento, non
parlo.
Credo che questo discorso
possa ancora andare avanti
per molte pagine; credo
che ricostruire una trama
che possa sorreggere
un sistema valido per una
comunità così esposta ai
guai come la nostra sia un
impegno troppo gravoso
per la gran parte di coloro
che oggi hanno le mani in
politica.
Si tratta di riprendere il filo
da ben lontano, proprio
dalle radici; che San Marino
ce la mandi buona!

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