Rete: C’è lavoro per tutti?

Rete: C’è lavoro per tutti?

C’è lavoro per tutti?

Se andiamo a guardare la legislazione prodotta negli ultimi anni, veniamo sommersi da una valanga di provvedimenti, che sicuramente non rispondono agli interrogativi posti, ma che evidenziano la maniera di mantenere intatto lo strapotere del Congresso di Stato e di giocare la partita della competitività delle imprese sulla pelle dei lavoratori, sulle buste paga al ribasso, su una defiscalizzazione selvaggia a vantaggio delle imprese “mordi e fuggi”. Che poi se ne vanno lasciando i dipendenti senza paga e una marea di debiti sui contributi previdenziali. Quindi, il nulla osta del Congresso di Stato concesso a tante società, a tante aziende non corrisponde affatto ad una garanzia di affidabilità

L’avvento della quarta rivoluzione industriale: dalle tecnologie informatiche alle macchine intelligenti, sta cambiando profondamente il concetto di fare impresa e di conseguenza il concetto di lavoro, che oggi passa attraverso tipologie contrattuali molto diverse e molto più numerose che in passato, ma che comunque non possono mai rinunciare ai diritti del lavoratore, conquistati con anni di lotte.

Un piccolo Paese come San Marino, che non è mai uscito dalla crisi internazionale del 2008, che sta faticosamente avvicinandosi dall’economia di scala all’economia di scopo (aziende che lavorano just in time), un Paese dove il terziario avanzato costituito da banche e finanziarie è stato paurosamente decimato e che ora si trova a dover affrontare il problema di un numero enorme di esuberi; un Paese dove la burocrazia strozza sul nascere l’impresa individuale e quella più strutturata; dove una fetta importante di lavoratori  è costituita da frontalieri, ha doveri e impegni ancora più forti di un grande Paese.

RETE è convinta che, pur in una situazione molto difficile, che ha visto crescere a dismisura la disoccupazione, occorre mettere la persona al centro di ogni politica occupazionale, favorire i processi di rinnovamento in maniera sistemica, ovvero creare condizioni trasparenti perché a San Marino si possa fare impresa e di conseguenza realizzare nuove opportunità di lavoro.   

Si dovrà arrivare al contratto unico, perché non ci siano più disparità di condizioni normative e retributive fra i lavoratori e fare in modo, attraverso il confronto e l’accordo con le parti sociali, che tutti possano accedere al mondo del lavoro.

Sarà fondamentale la pianificazione, ovvero capire la domanda del mercato individuando i settori strategici su cui investire, programmare la formazione e creare le nuove generazioni di lavoratori.

Politiche sbagliate hanno svilito il lavoro, svuotandolo dei suoi contenuti economici, etici e sociali. Il nostro Movimento reputa che sia indispensabile ripensarlo come garante della libertà individuale, dell’identità sociale e della coesione dei cittadini all’interno della comunità.

Di tutto questo parleremo nell’ottavo appuntamento “Dall’Aula alla piazza” giovedì 7 novembre, ore 21, Centro Sociale di Fiorentino.

Il contributo del pubblico è sempre particolarmente gradito.

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