Nonostante la notizia diffusa di una concordanza di tutti i partiti sull’esborso di 60 milioni di euro da parte dello Stato per la ricapitalizzazione di Cassa di Risparmio, Sinistra Unita precisa di non aver partecipato a nessuno dei due ultimi incontri in cui la decisione è stata maturata. La scelta di non partecipare è stata una scelta politica.
Certamente non si devono e non si possono fare speculazioni politiche su di un istituto che rappresenta il cuore finanziario del Paese. Ma al tempo stesso non è possibile tacere di fronte ai giochi di potere fatti sulla testa dei sammarinesi, e che potrebbero concludersi in un disastro finanziario e sociale.
Se da una parte non si può non apprezzare l’operato di Tito Masi per una tutela dell’istituto e per una trasparenza dei numeri, dall’altra non possiamo non sottolineare come le nomine siano avvenute in un contesto puramente partitico, che ha visto la designazione di un gran commis non certo estraneo alla politica leggera degli anni novanta.
Sinistra Unita, inoltre, ribadisce con forza come non si sia voluto minimamente tenere in considerazione l’ipotesi di una nazionalizzazione della banca, attraverso l’adozione di percorsi chiari per un suo nuovo status giuridico. Uno status, quello attuale, che non risulta né pubblico, e che per questo ha portato ad una deresponsabilizzazione della classe dirigente rispetto alla gestione dell’istituto.
Sinistra Unita è consapevole della delicatezza della situazione, ma afferma fin d’ora di non essere disposta a dare il proprio avvallo per un progetto di rilancio che non vuole fare chiarezza con il passato e con il Paese. Sinistra Unita non ci sta al gioco della privatizzazione degli utili e alla socializzazione delle perdite, dove a fronte di tanti bei discorsi su innovazione e trasparenza si continua ad operare alla maniera di sempre.
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