Riccione. Morì annegato nella piscina, la famiglia chiede 2 milioni di danni

Riccione. Morì annegato nella piscina, la famiglia chiede 2 milioni di danni

Morì annegato nella piscina, la famiglia chiede 2 milioni di danni

MANUEL SPADAZZI – Giustizia per Diongue. Lo chiedono i familiari del 21enne di origini senegalesi, morto il 14 luglio scorso mentre faceva il bagno insieme alla cugina nella piscina del Grand Hotel di Riccione. I genitori e i fratelli del ragazzo hanno già dato mandato al loro avvocato Massimiliano Orrù di costituirsi parte civile nel procedimento. Nel frattempo, Orrù sta già preparando anche la richiesta di risarcimento danni. Non è stata ancora quantificata in dettaglio, ma si parla di una somma molto importante, che viaggia tra 1,5 e 2 milioni di euro. Nel frattempo le indagini sulla tragedia, coordinate dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, sono quasi concluse. L’unico finito sul registro degli indagati, con l’ipotesi di omicidio colposo, è Gianni Andreatta, il patron del Grand Hotel di Riccione. Difeso dall’avvocato Sandro Petrillo, Andreatta rischia il processo per non aver vigilato sulla sicurezza dell’impianto. La piscina sarebbe dovuta rimanere chiusa al pubblico nell’orario in cui Diongue è annegato (c’erano a bordo vasca i cartelli che indicavano la chiusura al pubblico dalle 12 alle 15) ed era anche priva in quel momento del bagnino di salvataggio. (…)

Articolo tratto da Il Resto del Carlino

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