Riccò, quella fuga con i cicloamatori. Gran Fondo San Marino

Riccò, quella fuga con i cicloamatori. Gran Fondo San Marino

Ciclismo
25/04/2012 –
Riccò, quella fuga con i cicloamatori
Riccardo Riccò Squalificato per 12 anni, trova solidarietà in una corsa per dilettanti:
«Non vogliamo un altro Pantani»
GIORGIO VIBERTI
Sembra di rivivere il dramma di Marco Pantani. Grandi imprese da ciclismo dei tempi eroici, poi improvvisamente la bici impazzisce e trascina il campione nel baratro. Storia di vita, prima che di sport. Una settimana fa Riccardo Riccò era stato cacciato dal mondo del pedale con una squalifica infamante e senza precedenti: 12 anni. La sentenza parla di autoemotrasfusione, e Riccò era recidivo perché già squalificato per positività al Cera, l’Epo di ultima generazione, al Tour de France 2008. Motivo per cui è stato bandito dal ciclismo fino al 18 gennaio 2024, quando avrà 40 anni: troppi per pensare di rientrare. «Adesso sarò io a divertirmi, vi racconterò delle storie che faranno tremare tanta gente» era stata la sua reazione. Guascone come quando correva, all’attacco ma con la morte nel cuore. L’avevano paragonato al Pirata per la leggerezza con cui volava in salita. E i tifosi lo chiamavano il Cobra di Formigine (il paese natio nel Modenese) per lo scatto velenoso sulle montagne. Tutto finito. Adesso bisognava ricominciare da capo, e senza più la bici a indicargli la strada.
Ma per Riccardo restare senza ciclismo è un’impresa più ardua che scalare le Tre Cime di Lavaredo, la montagna che dominò e lo rivelò al mondo dei professionisti nel Giro 2007. Non sa vivere senza pedalare. E così tutte le domeniche si intrufola furtivamente in qualche gara amatoriale. Molti corridori gli sorridono, alcuni però non lo vogliono in gruppo e capita che cerchino di cacciarlo, magari con l’aiuto della Polizia. Com’è accaduto domenica scorsa.
Si correva la Gran Fondo San Marino, partenza e arrivo a Gualdicciolo. Pronti via e parte subito una fuga animata da Ersilio Fantini, che poi vincerà la corsa. Al gruppo degli inseguitori poco dopo si aggregano alcuni ciclisti senza numero, dunque non iscritti alla gara. E fra loro, con una divisa tutta nera, c’è Riccò. Quelle del resto sono le sue strade, a pochi km c’è la casa della sua compagna Vania Rossi. «Sono tanti anni che si unisce a noi» dice Michele Rezzani, ex ciclista professionista che finirà 3° nella granfondo di San Marino «e lo stesso fanno altri professionisti, che si fanno la gamba in compagnia». Spesso sono gli stessi organizzatori delle corse amatoriali a invitare ciclisti famosi: fanno lievitare le iscrizionie comunque restano fuori classifica. Ma Riccò è un corridore scomodo, la sua è considerata pubblicità negativa. Infatti Radio Corsa annuncia a giudici e ammiraglie «c’è Riccò!» come se fosse arrivato il diavolo. Imbarazzo. Riccardo resta in coda al gruppo, ma quando la strada comincia a salire si trova quasi senza volerlo nella mischia o anche nelle prime posizioni perché tanti corridori perdono terreno. Alcuni protestano. E scoppia il caos. La giuria ordina a Riccò di restare in coda, poi – non contenta – gli intima di andarsene e fa intervenire la Polstrada che segue la corsa. La tensione cresce, eppure si sfiora la farsa quando un poliziotto penetra il gruppo e chiede: «Chi di voi è Riccò?». Risata generale: l’agente è l’unico a non conoscere il Cobra. «Perché lo trattano come un cane?» si indigna qualcuno. «Riccò non fa male a nessuno – dice un altro -. Lasciatelo stare». Altri capiscono il dramma: «Se lo trattano così, finisce come Pantani». Nessuno ha dimenticato che il Pirata morì da solo per un’overdose inunhotel a pochi km da lì. Riccò è scosso: «Ormai sono abituato ma non capisco. Non sono un assassino, non merito certe cose». La pensa così anche il gruppo. E infatti quando la giuria minaccia-«se Riccò non lascia la corsa sarete tutti squalificati» – i corridori per solidarietà quasi smettono di pedalare. «Ho corso con Pantani e Vandenbroucke – ricorda Rezzani -: sono morti entrambi giovani e dopo una lunga squalifica per doping». Anche il belga, come Riccò, fu sorpreso a correre fra gli amatori, tra l’altro con un tesserino falso e sopra la foto di Tom Boonen, campione fiammingo tuttora in attività. «Non vorrei che Riccardo finisse nello stesso modo». Ma i commissari di gara non sembrano così comprensivi. E domenica c’è la Gran Fondo 10 Colli a Bologna. «Ci vediamo là – si congeda Riccò lasciando la gara di San Marino -. Chissà se mi arresteranno».
LASTAMPA.it

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