Riforma legge “mutui prima casa”: il Governo tira dritto! CSU

Riforma legge “mutui prima casa”: il Governo tira dritto! CSU

Riforma legge “mutui prima casa”: il Governo tira dritto!
Nell’attuale sessione consigliare approda in seconda lettura la contestata riforma dell’edilizia sovvenzionata, il Governo tira dritto senza ascoltare  critiche e proposte della CSU
San Marino, 19  Febbraio 2015
Seguendo una discutibile coerenza, che non ha minimamente tenuto conto degli articolati e motivati suggerimenti e delle forti critiche espresse dalla CSU in più occasioni, il Governo ha deciso di tirare dritto e di portare in seconda lettura la legge che riguarda  “disposizioni in materia di edilizia sovvenzionata” , meglio conosciuta come riforma della legge sui “mutui prima casa”. Non va dimenticato che la legge attuale ha consentito a larghissima parte delle famiglie sammarinesi di diventare proprietarie della propria abitazione: un pilastro del nostro “welfare” ed un aiuto all’economia sammarinese che sta vivendo momenti di forte criticità.
La CSU ha evidenziato le innumerevoli criticità presenti nel provvedimento di riforma, il pesante impatto sociale verso le categorie più deboli della popolazione – giovani e neo-famiglie –  e le ricadute estremamente negative che avrebbe causato anche nel comparto immobiliare abitativo e nelle aziende che operano nel settore, questo ambito è già pesantemente interessato dalla crisi e da altre problematiche.
La CSU ha reiterato le proprie critiche e rilanciato le proprie proposte anche subito prima della convocazione della Commissione Finanze, tenutasi dal 13 al 17 Novembre; nonostante le richieste del Sindacato unitario, il testo è stato emendato in pochissimi punti non sostanziali (l’unico degno di rilievo è l’incremento della durata prevista per i mutui da 20 a 25 anni, mentre oggi è di 30 anni). La CSU, anche in quell’occasione, confermò la richiesta – inascoltata – di fermare l’iter per consentire una revisione del provvedimento in un ottica condivisa, coinvolgendo al tavolo della trattativa tutte le parti interessate. E’ palese l’intenzione del Governo di confermare l’impostazione discutibile della Legge approvata in prima lettura, senza curarsi dell’impatto sociale che avrà.
In sintesi questi sono i principali elementi di criticità che sono stati evidenziati dalla CSU con la propria lettera e ribaditi durante i due incontri avvenuti con la Segreteria al Lavoro.
Viene eliminata la forma tecnica della “convenzione” che oggi prevede la garanzia da parte dello Stato alla banca che eroga il prestito e, parallelamente, la definizione dei tassi applicati dal sistema bancario; ciò comporterà la richiesta da parte delle banche di garanzie più ampie e metterà il richiedente del mutuo – parte debole –  in condizioni di oggettiva difficoltà nella trattativa del tasso da applicare al prestito. In particolare saranno penalizzati i richiedenti che non potranno offrire alle banche garanzie congrue o che non hanno familiari disposti o in grado di garantirli con la propria fidejussione.
Non è chiaro come verrà erogato il contributo in conto interessi da parte dello Stato, che oggi viene corrisposto contestualmente alla rata del mutuo.  Il contributo statale verrà limitato a soli 25 anni (e non più 30 come oggi), con conseguente ulteriore aumento dell’importo delle rate. E’ evidente il forte impatto economico a carico di chi richiede il mutuo, che dovrà valutare con attenzione la sostenibilità in base al proprio reddito.  
La CSU ritiene che in situazioni di forte preoccupazione per la stabilità economica delle famiglie, di crescenti incertezze per le giovani generazioni e per le famiglie di nuova costituzione, sia oltremodo inopportuno che lo Stato ridimensioni in maniera così rilevante i propri interventi in un settore fondamentale come quello dell’edilizia abitativa finalizzata alla “prima casa”.  Il Sindacato richiede nuovamente con forza che il Governo fermi l’iter di approvazione definitiva della riforma ed attivi – con tempestività e tempi certi – un tavolo di confronto allargato a tutti i soggetti interessati, nell’ottica di emanare una normativa condivisa e socialmente sostenibile.

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