Federico Rossi – Nuovo Quotidiano di Rimini: Il comitato torna alla carica con il parere dell’esperto. Ancora nessuna spiegazione sulla fuga di gas, ma circolano ipotesi / “Biodigestore, un impianto che produce al pari di 3000 caldaie, altro che 40”
RIMINI. Che cosa è successo due lunedì fa all’ormai famoso biodigestore di Ca’ Baldacci? Una domanda che aspetta ancora di trovare una risposta. Risposta che peraltro potrebbe arrivare a giorni, ma non prima della prossima settimana. Da Arpa fanno sapere infatti che ancora non è stato possibile raccogliere tutte le informazioni tecniche necessarie per fare chiarezza sulla misteriosa nube di gas fuoriuscita quella sera dall’impianto, creando fastidi e bruciore alle vie respiratorie delle famiglie che abitano in zona. “Ci mancano ancora alcuni elementi – chiarisce Mauro Stambazzi, direttore della sezione provinciale Arpa di Rimini -. Quando avremo
anche questi potremo capire che cosa effettivamente è successo e scrivere quindi la nostra relazione, che invieremo poi immediatamente alla Provincia. Anche noi siamo ansiosi di avere delle risposte e di darle poi ai cittadini, ma ci sono dei tempi tecnici che è necessario rispettare per poter svolgere accuratamente il nostro lavoro”. In attesa di conoscere il responso di Arpa, tra i cittadini di Ca’ Baldacci circola intanto un’indiscrezione circa le cause che avrebbero provocato l’incidente. “Si sarebbero verificate quella sera ben due anomalie – spiega Mauro Franceschini, uno dei residenti -. La prima ha a che fare con la stessa fuoriuscita di gas, un fatto,
checchè ne dica Hera, tutt’altro che normale. La seconda e forse ancora più grave riguarderebbe un malfunzionamento alla torcia dell’impianto, ovvero il grande camino che in caso di emergenza, cioè appunto di fuoriuscita di gas, dovrebbe bruciare la sostanza stessa, impedendo così il rilascio all’esterno delle componenti nocive, ovvero dannose per la salute. (…)
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