Rimini. Fondazione Karis e Alberto Pellai insieme per aiutare i genitori a capire il rapporto tra figli adolescenti e nuove tecnologie

Rimini. Fondazione Karis e Alberto Pellai insieme per aiutare i genitori a capire il rapporto tra figli adolescenti e nuove tecnologie

Teatro Tarkovskij di Rimini affollato da più di 300 genitori per l’incontro, svoltosi ieri sera, dal titolo “Età delle medie: missione impossibile? Genitori alle prese con figli sempre (s)connessi”.

Protagonista dell’appuntamento Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore al dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, da anni impegnato nel campo della prevenzione dal disagio in età evolutiva nonché autore del libro intitolato “Vietato ai minori di 14 anni – Sai davvero quando è il momento giusto per dare lo smartphone ai tuoi figli?”. Lo riporta una nota della Fondazione Karis.

Al centro del dialogo con Pellai, “la necessità di affrontare questo nuovo bisogno educativo”. Tra i temi posti dalle domande dei genitori, “gli effetti negativi di un lungo uso dei dispositivi elettronici e come valutare se i figli stanno esagerando nel loro utilizzo”. Oppure “come aiutarli a gestire lo stress da attesa di una risposta, ogni volta che ‘messaggiano’ un amico o una chat di gruppo”.

Non sono mancate anche “riflessioni su come l’uso dei social coinvolga pure i genitori, con una madre che ha raccontato la sua reazione al constatare come durante gli spazi pubblicitari di un film o di una trasmissione televisiva tutti, genitori compresi, diano subito un’occhiata al loro smartphone e controllino social o mail”.

È stata “collettiva l’osservazione di come ogni adolescente appena alzato al mattino, corra subito a controllare il suo telefonino”; soprattutto, il dialogo con Pellai “ha evidenziato come per molti genitori il semplice divieto o il controllo della navigazione in rete non siano di per sé elementi sufficienti per gestire l’uso dei device elettronici”. Quello di cui c’è realmente bisogno “è della presenza, della vicinanza, dei genitori”.

“Ogni genitore accompagna il figlio alla scoperta del nuovo, del mondo che ha intorno, con i device elettronici dovrebbe funzionare allo stesso modo. Dovremmo evitare che bambini e preadolescenti ne abbiano uno personale. Avere un dispositivo proprio che consente l’accesso alla rete non risponde ai loro bisogni e interferisce con la loro crescita – ha spiegato Alberto Pellai in chiusura dell’appuntamento al Tarkovskij – sembra che abbiano una confidenza innata con questi mezzi, ma ciò non significa che li sappiano usare davvero, che siano capaci di gestire la dipendenza o l’enorme esposizione che il mondo online, con i videogiochi o con i social, può dare”. Un compito che spetta, invece, a genitori, educatori e scuola.

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