Simone Mascia – Corriere Romagna: Dopo l’apertura del fascicolo per abuso di ufficio, arrivata la citazione in giudizio. Gli importi si aggirano sui 300 euro per famiglia più gli arretrati /
Iva sui rifiuti, Hera trascinata in tribunale /
In 86 fanno causa alla multiutility. Il legale: «Chiederemo anche gli interessi»
RIMINI. Sono un centinaio, sono agguerriti e non hanno intenzione di deporre le armi. Anzi: ora vanno alla carica e trascinano Hera in tribunale per una battaglia legale che potrebbe andare avanti per lungo tempo. Oggetto del contendere: i soldi chiesti in bolletta dalla multiutility sotto la voce Iva, applicata al 10 per cento alla tariffa per il servizio gestione rifiuti. Un importo che per ogni utente si aggira attorno ai 300 euro, a cui aggiungere anche eventuali arretrati, a partire dal 2003, anno di introduzione della Tia, Tariffa igiene ambientale, nel comune di Rimini. Il partito degli scontenti è cresciuto anno dopo anno, soprattutto dopo che la Corte Costituzionale (sentenza del 24 luglio 2009 numero 238 ) e la Cassazione (sentenza dell’8 marzo 2012 numero 3756) hanno stabilito che la Tia è in realtà una tassa e in quanto tale non assoggettabile a Iva. Tutto chiaro? Nemmeno per sogno. Hera non ha restituito un solo centesimo, spiegando a chiare lettere di avere «versato regolarmente all’Erario statale l’intero gettito d’imposta mano a mano riscossa, nei modi e nei termini previsti da specifica normativa». Quindi? «Non si potrà procedere ad alcuna forma di rimborso – spiega Hera – sino a quando non otterremo dallo Stato la restituzione dell’imposta versata all’Erario». (…)
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