Rimini. “I colpi in banca? Li ho fatti per finire in carcere e avere vitto e alloggio sicuri”

Rimini. “I colpi in banca? Li ho fatti per finire in carcere e avere vitto e alloggio sicuri”

“I colpi in banca? Li ho fatti per finire in carcere e avere vitto e alloggio sicuri”. Il rapinatore solitario ha raccontato al giudice di essere finito nei guai dopo il divorzio: “Non riesco a trovare lavoro, la pensione non di invalidità non mi basta”

LORENZO MUCCIOLI – Senza lavoro e con una pensione di invalidità di appena 300 euro al mese. Per lui non c’era altra scelta: “O tornare a fare le rapine oppure spararsi un colpo in testa”. Lo ha sostenuto, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Rimini, il 61enne torinese che il 3 novembre scorso è entrato in azione in due banche, la Popolare Valconca di via Tommaseo e la RivieraBanca di via Circonvallazione. Al giudice, il rapinatore ha detto di aver messo a segno i suoi colpi con il preciso intento di essere scoperto dalle forze dell’ordine e quindi essere portato in carcere, dove almeno avrebbe potuto avere “vitto e alloggio”. Questo spiega perché abbia agito a volto scoperto, permettendo agli agenti della Polizia di Stato (che già lo avevano accompagnato in Questura poche ora prima della tentata rapina in via Tommaseo) di rintracciarlo facilmente, con una parte del bottino nella tasca del giaccone. (…)

Articolo tratto da Il Resto del Carlino

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