Un buco da 17 milioni di euro da recuperare con Imu e
tassa di soggiorno, al via dal primo di ottobre. Il sindaco di Rimini Andrea
Gnassi presenta il bilancio di previsione del 2012 non risparmiando stilettate
al governo: “Macelleria sociale”. Già, i tagli: con le ultime quattro manovre
finanziarie, il Comune ha perso ben 14 milioni di euro di trasferimenti statali,
che gravano come un macigno sui conti locali. Molti di questi verranno quindi
recuperati con l’imposta municipale.
L’ex Ici si pagherà con un’aliquota dello
0,5% sull’abitazione principale, un punto in più rispetto all’aliquota minima:
percentuali più alte per le seconde case (0,99% quando il minimo è fissato nello
0.76%), e fino alle stelle per gli immobili sfitti (sui quali si pagherà l’Imu
all’1,06%): prevista una franchigia da 200 euro. Chi vanterà, cioè, un’Imu al di
sotto di quella cifra, potrà considerarsi esonerato; e per ogni figlio a carico
previste detrazioni da 50 euro, per un massimo di quattro. Non pagano i
residenti dell’edilizia popolare: i costi verranno coperti dal Comune.
Dal
confronto serrato a Palazzo, non passa la tassa di scopo, ossia quella che –
secondo la manovra – ogni sindaco può introdurre a “piacimento” per finanziare
precisi progetti.
L’Irpef rimane allo 0,3% con un’esenzione sui redditi fino a
15mila euro che interesserà 29.104 riminesi. E la tassa di soggiorno: scivola a
dopo l’estate, l’avvio della pressione fiscale sugli albergatori.
Il prelievo
verrà introdotto dal primo ottobre, e fino alla fine dell’anno,
per un aumento delle entrate nelle casse comunali da 500mila euro. I proventi
(si pagherà da un minimo di 50 centesimi per gli
hotel a una stella, con diverse fasce di esenzione per i bambini fino a 12 anni
e per le permanenze sopra i 6 giorni non verrà applicata) verranno
destinati alle politiche per il turismo e al verde (fogne comprese).