Nuovo Quotidiano di Rimini: Indagine di Cna Industria sul rapporto tra banche e aziende del territorio: la maggior parte dei finanziamenti nei macchinari, quasi nulli nello sviluppo /
Piccola impresa, investe solo i l36% /
Scarsa la propensione all’indebitamento e a soffrire di più sono le realtà “storiche”. Rapone: “Va favorita la cultura finanziaria, di fronte alla crisi si perde o vince insieme”
RIMINI. Imprese che investono poco e che se investono fanno ricorso all’autofinanziamento piuttosto che all’indebitamento con le banche, anche e soprattutto per la chiusura dei rubinetti da parte del sistema bancario. I soldi investiti, poi, servono per lo più per dotarsi di nuovi macchinari (30%), mentre pochissimo per l’acquisto di terreni e fabbricati (3%), e in misura molto bassa per lo sviluppo tecnologico (6%). Questo il quadro che emerge dalla ricerca commissionata per il secondo anno consecutivo da Cna Industria Rimini ad una équipe di R&A Consulting guidata dal professor Alessandro Berti dell’università degli studi di Urbino, per comprendere l’evoluzione dei rapporti tra sistema bancario e piccola e media impresa in provincia di Rimini. Le imprese che hanno effettuato maggiori investimenti, nel periodo preso in esame (il triennio 2009-2011), sono state quelle con 20-29 dipendenti (il 41%). Soltanto il 36% delle imprese intervistate, però, ha dichiarato di avere investito. Tra le imprese che hanno investito, il 23% ha meno di dieci dipendenti, mentre il 18% tra 10 e 19. Solo il 4,5% delle imprese
con dipendenti tra i 60 e i 69 hanno compiuto investimenti. L’indagine offre anche uno spaccato sui risultati economici delle piccole e medie imprese. (…)
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