RASSEGNA STAMPA – Il tribunale del Riesame ha deciso di non ribaltare il dispositivo del 16 luglio ritenendo fondato l’impianto accusatorio contro il 34enne senegalese La consulente Bruzzone: «Tanti punti oscuri negli elementi chiave»
Louis Dassilva deve rimanere in carcere. Dopo due giorni di attese spasmodiche (la decisione è stata presa lunedì scorso, ma notificata solo ieri) il tribunale del Riesame ha negato la libertà al 34enne senegalese, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli. Confermata la validità dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Vinicio Cantarini ed eseguita il 16 luglio scorso, al pari dell’impianto accusatorio messo in campo dal pm Daniele Paci e dalla squadra mobile, guidata dal commissario capo Marco Masia.In attesa delle motivazioni che saranno depositate tra 45 giorni, si può solo ipotizzare che i giudici del Riesame abbiano concordato su quanto sostenuto dal gip Cantarini. Cioè che «Dassilva non ha un alibi per la fascia oraria in cui Pierina Paganelli veniva uccisa». Quanto alla sera del delitto (3 ottobre 2023), tutti i sospettati – e cioè Louis e la moglie Valeria Bartolucci, la nuora Manuela Bianchi e il fratello Loris Bianchi – erano presenti al terzo piano nel condominio di via Del Ciclamino. Ma mentre nuora e fratello hanno un alibi credibile, secondo il gip, Dassilva non ce l’ha perché la moglie, come confermato dalle interazioni col cellulare, era in dormiveglia. Sempre attraverso l’analisi del cellulare e dei contatti con la piattaforma Netflix fino alle 22.06, investigatori, Procura e gip concordano nel sostenere che il senegalese in quel momento era sveglio e che possa essere uscito di casa tra le 22.07 e le 22.35, ed abbia avuto il tempo per uccidere la povera Pierina alle 22.13 (…)
Articolo tratto da Resto del Carlino