Rimini. Orrore tra le mura di casa: figlia costretta a farsi stuprare dal padre quando era una bambina

Rimini. Orrore tra le mura di casa: figlia costretta a farsi stuprare dal padre quando era una bambina

Costretta a farsi stuprare dal padre quando aveva tra gli 11 e i 13 anni. Autista di bus 47enne arrestato: picchiava i familiari e anche la ragazzina se rifiutava di concedersi

ENRICO CHIAVEGATTI – Stuprata, picchiata se si rifiutava di concedersi, costretta a soddisfare le sue voglie quando era ancora una bambina mentre in macchina attendeva l’uscita da scuola del fratello. Molestata sessualmente da grande anche durante una lezione di guida. Costretta a non uscire due anni di casa senza possibilità di avere contatti con l’esterno perché privata del cellulare. Telefono che quando le venne restituito fu costretta ad abilitare con una password concordata con il padre che così poteva controllare i suoi contatti, con chi parlava. È solo un piccolo spaccato della vita d’inferno fatta vivere per una dozzina di anni alla secondogenita da un cittadino comunitario di 47 anni arrestato ieri dalla Seconda sezione della Squadra mobile della Questura in esecuzione di un’ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini. All’autista professionale di bus, oltre agli stupri ai danni della figlia, viene contestata anche una lunga serie di maltrattamenti di cui sarebbe stata vittima la moglie, il primogenito e la figlia più piccola. Il bruto, ha denunciato la ragazza, l’ha violentata e ha abusato sessualmente di lei più volte tra gli 11 e i 13 anni. E se si rifiutava di “seguire” le sue lezioni di sesso, oltre allo stupro erano botte. Tante botte. Ripetutamente picchiata e minacciata di morte anche la moglie da tempo ricoverata in ospedale per una grave malattia. Donna che con la figlia più piccola per arrotondare il bilancio familiare in diverse occasioni era stata costretta ad andare in strada a chiedere l’elemosina. E se i soldi raccolti non erano ritenuti sufficienti scattavano le percosse come quella volta che venne frustata dopo averle sbattuto violentemente la testa contro la parete dell’ascensore. (…)

Articolo tratto da Corriere Romagna

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