La Voce di Romagna: Teatro Galli / “LA RICOSTRUZIONE IN QUESTO MOMENTO NON È UTILE” / Il presidente stronca il “com’era dov’era” / “Scelta perdente, come se non avessimo segni da lasciare del nostro tempo / A proposito di cultura: “Abbiamo risorse inutilizzate come il Tempio Malatestiano”
RIMINI. Nell’ambito dei forum che sta organizzando La Voce la redazione ha ospitato il presidente della Fondazione Carim Massimo Pasquinelli con cui abbiamo affrontato una serie di temi decisivi per la città.
Come si può risvegliare il fascino di Rimini sotto l’aspetto culturale?
Oggi Rimini ha una capacità propria di fare cultura anche senza interlocutori istituzionali. I soggetti che la vivono ci sono, perché cultura è relazione con la realtà, è il tuo sguardo ideale che si incrocia con quello che capita, compresa l’economia del territorio, la miseria, la rabbia o la bellezza. Ci sono tanti soggetti importanti, dai più piccoli ai più grandi. E l’osservatorio della Fondazione è interessante: ci chiedono molti interventi e non riusciamo ad aiutare tutte le realtà. Ma c’è un’autonoma esigenza di cultura nel territorio. Sono le libere espressioni del desiderio. C’è cultura dove c’è desiderio. (…) Se penso alle decine di milioni che in questo momento occorrono per il Teatro Galli qualche perplessità, a livello personale, ce l’ho. Il Comune è totalmente legittimato a fare la scelta che vuole, ma la ricostruzione del teatro non è utile e quei fondi potevano essere utilizzati per altre iniziative. Facile il confronto con il sistema fognario… Quella del Galli non è un’emergenza. (…) Che voto si sentirebbe di dare alla politica riminese? (…) Nel complesso il quadro è deludente. E questo mi dispiace particolarmente perché ritengo che non dovremmo ritirarci dalla politica, anzi dovremmo investirvi.
