Rassegna stampa – La vicenda lunga sei anni coinvolgeva due dirigenti comunali, un imprenditore e un funzionario della Sovrintendenza.
ADRIANO CESPI – Una vicenda lunga sei anni quella della passerella pedonale lungo l’invaso del Ponte di Tiberio. Nata tra polemiche politiche, proteste ed esposti. Sviluppatasi con un processo e con la richiesta da parte della Procura della Repubblica di Rimini di una condanna a nove mesi di reclusione per i quattro imputati (due dirigenti di Palazzo Garampi, un funzionario della Soprintendenza di Ravenna, e un imprenditore), per il reato di danneggiamento di bene pubblico e uso indebito di bene storico (con la concessione della condizionale subordinata alla rimozione della passerella pedonale). E terminata, ieri, con l’assoluzione per tutti. Due tesi contrapposte. Da una parte quella del magistrato inquirente, secondo cui le decine di fori necessari per sorreggere la passeggiata in legno avevano danneggiato in modo irreparabile un bene storico: le mura medievali e malatestiane; dall’altra quella della difesa che ha sempre sostenuto che quell’opera, correttamente autorizzata, non aveva compromesso la conservazione del bene storico. (…)
Articolo tratto da Il Corriere Romagna