Patrizia M. Lancellotti – Corriere Romagna: Aperto un fascicolo conoscitivo dopo i due esposti presentati dal comitato cittadino che ipotizzano un pesante impatto ambientale /
Biodigestore, la procura indaga /
La Forestale incaricata di verificare il funzionamento dell’impianto ed eventuali emissioni nocive
RIMINI. Anche la procura vuole vederci chiaro sul biodigestore di Cà Baldacci: a seguito dei due esposti presentati dai residenti è stato aperto un fascicolo conoscitivo. Nessun reato ipotizzato al momento ma la Forestale è già stata incaricata di effettuare accertamenti sul funzionamento e su eventuali emissioni nocive. Gli esposti. Il neo comitato di residenti della vasta zona coinvolta se la prende contro «la bomba chimica prodotta e l’impatto ambientale devastante legato all’aumento di polveri sottili, gas nocivi nell’aria e cattivi odori». La paura sottolineata negli esposti è legata al potenziale inquinamento prodotto. «Si tratta di un modello energetico presente da tanti in anni in Germania ma che ormai è stato messo in discussione per i suoi effetti nocivi» sottolineano gli esposti.
Le verifiche della procura. La procura ha quindi deciso di dare risposte alle preoccupazioni dei residenti e tenderà a verificare innanzitutto se l’impianto di Hera è conforme all’autorizzazione della Provincia, se è già a regime o ancora in fase iniziale di attivazione e se rispetta i parametri inquinanti. A questo proposito gli esposti, presentati a distanza di un mese l’uno dall’altro, sottolineano che «la partenza era prevista per fine 2013 ma gli impianti sono stati accesi in largo anticipo». Secondo i residenti la produzione di inquinamento sarà inaccettabile, visto che «le canne fumarie vanno avanti giorno e notte: senza contare la tremenda puzza, visto che l’impianto di compostaggio è stato chiuso». Non solo. Negli esposti si sottolinea anche il pericolo di aumento delle polveri sottili, «i cui valori – sostengono – sono destinati ad aumentare con il consequenziale aumento del passaggio dei camion per portare i rifiuti». (…)
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