La Cronaca Nuovo Quotidiano di Rimini: Il legale della donna pronto a dare battaglia. In passato la Finanza aveva segnalato una cinquantina di “professioniste”con depositi faraonici / Lo Stato chiede soldi pure alle lucciole / Accertamento fiscale nei confronti di una nota prostituta straniera / Conto corrente “carico”, escort convocata dall’Agenzia delle Entrate
RIMINI – (ad.ce.) E’ considerato il mestiere più antico del mondo. Ma, in quanto tale, non riconosciuto, almeno in Italia, come vera e propria professione. Come un lavoro, cioè, che possa garantire, a chi lo svolge costantemente, un reddito ufficiale e una pensione d’anzianità. Stiamo parlando dell’attività di prostituzione, non considerata dallo Stato fuorilegge (solo lo sfruttamento e il favoreggiamento vìolano il codice penale), ma nemmeno lecita. La legge italiana, infatti, non prevede per lucciole, gigolò e transessuali, partite Iva e inquadramento professionale. Eppure l’Agenzia delle Entrate, da qualche anno, chiede alle escort di pagare le tasse. Di comportarsi, cioè, come i tanti milioni di lavoratori dagli impieghi riconosciuti. (…) Intanto, a macchia di leopardo i funzionari delle Agenzie delle entrate inviano lettere di contestazione a vecchie e nuove prostitute. Come accaduto a Rimini. Dove una lucciola straniera, da tempo sul mercato, il mese scorso si è vista recapitare a casa una lettera di presentazione negli uffici di via Macanno. Motivo? Dalle banche dati degli ispettori delle tasse risultava che questa professionista del sesso nel 2011 aveva depositato su un conto corrente aperto in una banca riminese la bellezza di 20mila euro. Soldi guadagnati vendendo il suo corpo, ma mai fatturati proprio per mancanza di un inquadramento professionale. (…)
