Procacciavano clienti e mediavano incontri con prostitute, concordando anche il prezzo delle prestazioni, ricevendo in cambio una percentuale del 30% per ogni prestazione sessuale.
Cinque portieri e un facchino, dipendenti di hotel a 5 stelle di Rimini, destinatari delle 6 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Rimini Sonia Pasini ed eseguite dai carabinieri nello scorso giugno, hanno avanzato attraverso i propri legali una richiesta di patteggiamento.
I sei erano stati indagati, a vario titolo, per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nell’ambito dell’operazione dei carabinieri di Rimini, denominata “Movida”.
Si tratta del riminese Pierpaolo Tamburini, 49enne, indagato quando era portiere di notte al Grand Hotel di Rimini; Carlo Giammaria, 48enne originario di Matera, facchino al Grand Hotel; Franco Cogoni, cagliaritano 53enne nonché residente a San Clemente, portiere di notte all’hotel Gradisca; Renato De Leo, milanese e residente a Bellaria, portiere di notte allo Sporting; Mauro Catani, 39enne portiere di notte dell’Hotel Duomo e il sostituto di Tamburini, un 29enne riminese.
Le richieste di patteggiamento, avanzate dal giudice, vano tutte da un anno e mezzo ai 2 anni.
L’inchiesta, che aveva sollevato il caso della prostituzione in hotel di lusso in Riviera, era partita da un’altra indagine, quella relativa a furti di suppellettili e preziosi avvenuti nel 2010 al Grand Hotel di Rimini.
Le indagini hanno permesso di disarticolare una rete di portieri notturni di prestigiose strutture alberghiere riminesi, le cui proprietà e direzioni sono risultate estranee ai fatti contestati, i quali, con modalità collaudate e sistematiche, in concorso tra loro, procacciavano e mediavano incontri tra clienti e prostitute, concordando anche il prezzo delle prestazioni (tra i 150 e i 300 euro).
Fonte: “Nuovo Quotidiano di Rimini” – www.nqnews.it