RASSEGNA STAMPA – Sadegholvaad: «Gli scontri ideologici a livello nazionale alimentano la disillusione dei cittadini» A destra si teme che una bassa affluenza possa agevolare De Pascale: «La sinistra vota compatta»
Sono sempre meno i cittadini che si recano alle urne. Che si interessano di politica. Che hanno fiducia nei partiti e nelle coalizioni. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Alle ultime tornate elettorali, dalle Politiche del 2022 – votò il 63,9% degli aventi diritto, il 9% in meno della tornata precedente (2018) – alle Regionali del Lazio, della Lombardia, della Liguria, di quindici giorni fa, è stato un continuo calare d’affluenza, ben sotto la soglia psicologica del 50%: 46% in Liguria, 41% in Lombardia (2023), addirittura 37% nel Lazio (2023). «E anche in Emilia- Romagna ( si voterà domenica, dalle 7 alle 23, e lunedì, dalle 7 alle 15, ndr) potrebbe ripetersi lo stesso fenomeno negativo», commentano, preoccupati, gli esponenti politici riminesi di centrosinistra e centrodestra. Non va dimenticato, infatti, che alle Regionali dell’Emilia-Romagna del 2014 andò alle urne solo il 37,7% degli aventi diritto, il 67,6%, invece, nel 2020, quando il voto incoronò, per la seconda volta, col 51,4% delle preferenze, Stefano Bonaccini, a governatore (la sua avversaria, Lucia Borgonzoni, Lega, si fermò al 43%) (…)
Articolo tratto da Corriere di Romagna