Rimini, Riccione, Green bar: un fiume di danaro anche per San Marino

Rimini,  Riccione, Green bar: un fiume di danaro anche per San Marino

Il Resto del Carlino Rimini Riccione: La difesa. Castaldo non è pericoloso. Presenteremo ricorso contro questo sequestro /Green bar, altri tre milioni di euro trovati su conti correnti all’estero / Secondo la Finanza i soldi sarebbero riconducibili a Castaldo
Un fiume di denaro, per oltre tre milioni, nascosti su conti correnti all’estero. E’ quello che avrebbero scoperto gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza. I conti correnti detenuti all’estero, (alcuni pare anche a San Marino), per investimenti in titoli che negli anni hanno superato i 3 milioni di euro, sarebbero tutti riconducibili a Salvatore Castaldo, l’imprenditore napoletano di 45 anni, titolare della societa’ che gestiva il ‘Green Bar’ di viale Ceccarini, il locale amato dai vip nel cuore di Riccione. Un tassello, questo, che si va ad aggiungere all’importante operazione condotta dagli uomini delle dalle Fiamme Giamme, coordinati dal maggiore Marco Antonucci, operazione che ha portato venerdì mattina alla confisca delle quote societarie del famoso ‘Green Bar’, oltre ad altri beni riconducibili sempre all’imprenditore partenopeo. Il tutto adesso verrà gestito dall’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati alla Criminalità.
Castaldo, che ha alle spalle una pena patteggiata per tentata estorsione e un’abitudine ad evadere le tasse, è stato oggetto del provvedimento di ‘confisca finalizzato all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati’ attraverso l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale previste dal nuovo codice antimafia. Dalle indagini del nucleo di polizia tributaria della Gdf emerge una discrepanza di almeno un milione di euro tra il reddito dichiarato dal napoletano e il patrimonio realmente posseduto.
Castaldo ha alle spalle un patteggiamento con la condanna di 2 anni per tentata estorsione, con l’uso di un’arma, ai danni dell’avvocato riccionese che patrocinava gli interessi dei proprietari dei muri del Green Bar (gli imprenditori di una nota casa di abbigliamento) e un altro episodio, stavolta in concorso con due pregiudicati campani, in cui erano stati esplosi colpi di arma da fuoco contro la vetrina del negozio della moglie del legale
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