Corriere Romagna: Nuovo braccio di ferro. Il nome del regista può essere utilizzato dalla famiglia. “Casa del cinema” al Fulgor, presto partono i lavori /
Fellini, gli eredi bocciano il Comune /
No a Fondazione e Museo all’Arengo. «Abbiamo offerto 800mila euro, ci hanno detto no»
RIMINI. Ci siamo di nuovo. Fra gli eredi di Federico Fellini e il Comune non c’è accordo su nulla. La Fondazione? Non va bene. Il Museo virtuale? Vendeteci libri, disegni e costumi e ci pensiamo noi. L’utilizzo del nome? Compete alla famiglia. Tanto è vero che si propone una sorta di referendum: decidano i riminesi a chi affidare il proprio figlio più illustre.
Il fatto. Ieri ci si vede in commissione per dialogare sul variegato mondo di Fellini e dintorni. Il presidente del Valloni, Massimiliano Angelini, fa il punto della situazione sui lavori al Fulgor e alla Casa del cinema: 8,4 milioni. In questi giorni sono giunte notizie positive sui vari ricorsi fra Tar e Consiglio di Stato, in modo tale che chi ha vinto il bando può aprire il cantiere. I lavori durano due anni e mezzo, per partire si attendono i permessi del Comune legati alla viabilità che un po’ deve cambiare. (…)
A questo punto, la famiglia vuole fare chiarezza su una questione. «I riminesi sono con Fellini o contro Fellini? Si faccia un referendum: vista l’incapacità delle istituzioni precedenti, sia la famiglia a gestire il nome. Il marchio appartiene alla famiglia, sono tre anni che assisto allo scempio, i riminesi lo prendono a calci in faccia».
Sull’opportunità del cambio di rotta, Villa non ha dubbi. «Francesca Fabbri Fellini nel mondo è trattata come una principessa, a Rimini non è tenuta in considerazione. Tre anni fa è stato chiesto un incontro a Babbi dell’Apt e non ci ha risposto. Abbiamo finanziamenti da Parigi, Abu Dhabi. Se Francesca chiama, si muovono Robert de Niro, Steven Spielberg , Meryl Streep».