RASSEGNA STAMPA – La Corte di giustizia tributaria condanna la società a versare l’imposta pretesa da anni dal Comune Chiuso anche il contenzioso sull’ex Questura, ma per l’amministrazione sarà dura riscuotere l’Imu
È in arrivo un tesoretto di quasi 6 milioni per Rimini, dalla battaglia legale contro Eni per le piattoforme in mare. Un contenzioso che si trascina da molti anni. Palazzo Garampi aveva presentato il conto a Eni per i 6 impianti al largo, chiedendo di pagare la relativa Imu sulle piattaforme. E non si parla certo di briciole. Il Comune aveva chiesto 13,5 milioni di euro di tasse a Eni per gli anni dal 2011 al 2015, e altri 5,5 milioni – sanzioni comprese – per gli anni 2016 e il 2017. Eni si era sempre opposta alle richieste di Rimini, così come a quelle avanzate da altri comuni, ritenendo non dovuto il pagamento delle imposte. E in primo grado la commissione tributaria aveva accolto il ricorso di Eni. Sentenza a cui il Comune di Rimini aveva presentato appello nell’ottobre del 2020. Quattro anni dopo è arrivata la sentenza che ha ribaltato quella emessa nel primo grado di giudizio, dando ragione a Palazzo Garampi e condannando Eni a pagare. Il 12 agosto la Corte di giustizia tributaria di Bologna si è riunita per deliberare sulla vicenda e ha accolto il ricorso del Comune di Rimini per le imposte relative al 2016 e al 2017, imponendo così a Eni di versare i 5,5 milioni richiesti dall’amministrazione (…)
Articolo tratto da Resto del Carlino