Rimini. Uno Bianca: testimonia Eva Mikula. Nuovo Quotidiano di Rimini

Rimini. Uno Bianca: testimonia Eva Mikula. Nuovo Quotidiano di Rimini

Nuovo Quotidiano di Rimini: Si è tenuta al tribunale di Rimini l’udienza del processo all’ungherese considerato l’armiere della banda / Uno Bianca, la verità della Mikula / La donna racconta di una bomba consegnata da Thomas Samogyi a Fabio Savi / Ascoltato come testimone anche il fratello Roberto, presenti i parenti delle vittime

RIMINI – (ad.ce.) Un viaggio nella memoria. Un tuffo nel passato. Quello che Eva Mikula ha dovuto fare, ieri mattina, in tribunale a Rimini, nel corso di un’udienza del processo a Thomas Samogyi, accusato di essere l’armiere della Uno Bianca, la sanguinosa banda criminale (composta prevalentemente da poliziotti in servizio) che impervesò in Emilia Romagna dal 1987 al 1994 e che, tra rapine a benzinai, banche, Poste, e colpi a furgoni portavalori, provocò 24 morti, 102 feriti in cento azioni malavitose. Un viaggio all’indietro di una ventina d’anni, quello compiuto dalla bella rumena 37enne, fino al gennaio del 1992 quando conobbe Fabio Savi a Budapest e ne diventò, ad appena 16 anni, fidanzata. (…)

Un’ora è durata la testimonianza della Mikula, nel corso della quale l’ex di Savi ha raccontato l’incontro con Fabio e i suoi rapporti con Samogyi.“Ricordo quando nell’estate del 93 – racconta la Mikula -, al confine con l’Ucraina, Thomas (lei lo aveva conosciuto  in Ungheria quando cercava un passaporto valido per l’espatrio e Fabio, che frequentava da poco, la stava aiutando proprio per farle avere un nuovo documento per portarla in Italia, ndr) consegnò una busta con dentro qualcosa e che Fabio nascose in auto nel porta oggetti. Fabio mi disse poi, una volta tornati a casa sua a Torriana dove vivevamo, che dentro c’era una bomba tipo ananas.  (…)

 


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