Corriere di Romagna: La battaglia legale si trascina da 10 anni tra sequestri e dissequestri. La cooperativa non si arrende. Negli stabilimenti investimenti fino a 50mila euro / Vasche in spiaggia, il Tar boccia i bagnini / Vince la Sovrintendenza: interventi non compatibili. Vanni: «Pronti al Consiglio di Stato»
Sta arrivando il Natale ma le guerre sull’areile non conoscono sosta. Ne sanno qualcosa gli oltre trenta stablimenti della zona Rimini Sud che dal 2003 non riescono a regolarizzare quelle vasche idromassaggio ormai diventate un “minimo sindacale” da avere per quasi tutti i bagni della riviera adriatica se si vogliono attirare i clienti. A Rimini, no. L’ultima bocciatura è arrivata in settimana dal Tribunale amministrativo che ha dato ragione alla Sovrintendenza: vasche irregolari anche perché non ci sarebbe la compatibilità dell’opera realizzate con la salvaguardia dei valori paesistici protetti dal vincolo. Una sentenza che non è piaciuta ai numerosi bagnini coinvolti, anche perché a Riccione, Cattolica, Ravenna, tanto per citare alcuni comuni vicini, le vasche siano ormai state accettate e regolarizzate. Mauro Vanni, della Cooperativa operatori di spiaggia Rimini, ha investito 50mila euro per due vasche, con tanto di lavori intorni per renderle più spettacolari. E’ lui a spiegare che «i permessi e le autorizzazioni di Comune e Capitaneria li avevamo avuti nel 2003, sembrava che tutto filasse liscio fino a quando non siamo arrivati all’ultimo passaggio della soprintendenza che all’epoca aveva 60 giorni di tempo per darci risposta se fare gli interventi o meno». La risposta negativa, tramite raccomandata, «era arrivata 15 giorni dopo il termine della scadenza: tanti lavori erano già iniziati e in tanti altri posti il permesso era stato rilasciato». (…)
