Rimini. Venti lunghissimi minuti di parapiglia, contestazione Cancellieri

Rimini. Venti lunghissimi minuti di parapiglia, contestazione  Cancellieri

Simone Mascia di Corriere Romagna Rimini resoconta  quanto successo ieri a Rimini,  con Carmen Lasorella in primo piano che regge il microfono a Federica del Paz davanti a Errani e Cacellieri, dopo che, fra il pubblico,  era comparso uno striscione giallo a caratteri verdi: “Stop violenza polizia” 

 (…) Ma la scritta sparisce in
pochi secondi: la polizia e i
carabinieri intervengono.
Lo striscione viene in parte
strappato ed esplode un
putiferio tra spintoni e urla.
Una situazione che sta
degenerando. I discorsi su
legalità e democrazia – sul
palco allestito nel campo –
si interrompono.
L’attenzione è catalizzata
verso il parapiglia che
non accenna a fermarsi.
Errani schizza in piedi e
prende il microfono per
invitare a un confronto sereno.
Applausi anche per
lui.

Ma la
contestazione
non cessa.


Intervengono
allora,
nell’ordine,
Gnassi, Vitali
e il provveditore
Agostina Melucci:
salgono i gradoni per
placare gli animi.
Si arriva a un compromesso:
lo striscione può
essere esposto. Le urla di
protesta comunque non
accennano a diminuire.
Che fare? La polizia non
interviene per non compromettere
una situazione
già sull’orlo di una crisi
di nervi.

La giornalista
Carmen Lasorella allora
ha il guizzo: «Se volete parlare
fatelo in modo civile:
venga qualcuno qui giù».
Dalla prima
fila, i volti di
sindaco,
provveditore,
prefetto e
presidente
della Provincia
impallidiscono.


Il Paz accetta:
mandano in avanscoperta
Federica che, discorso
scritto in mano, si assesta
sul palchetto a microfono acceso. E scoppia il finimondo:
«È inaccettabile
che il ministro dell’Inter –
no, che ha comandato di
caricare alle manifestazioni,
stia
qui a parlare
di legalità».
Volti in prima
fila sempre
più cerei.
Poi via
con un altro
siluro: «Alle manifestazioni
– va avanti la ragazza
tra gli applausi di tanti
studenti – c’è stata una reazione
spropositata fatta di
manganellate e gas sparato
ad altezza d’uomo: atti
di una violenza inaudita»
. (…)

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