Rimini Yacht, coinvolto Paolo Ferrari di Ferrara, Il Resto del Carlino

Rimini Yacht, coinvolto Paolo Ferrari di Ferrara, Il Resto del Carlino

Rimini Yacht, indagato per corruzione un imprenditore ferrarese

Si allarga il ‘pasticcio’ scoperchiato dalle indagini della Procura di
Bologna sull’azienda di Giulio Lolli. Il nuovo implicato avrebbe avuto stretti
rapporti con uno dei finanzieri coinvolti nel caso

Si allarga fino a Ferrara il ‘pasticcio’ scoperchiato dalle
indagini della Procura di Bologna sulla Rimini yacht: l’imprenditore ferrarese
Paolo Ferrari, infatti, il cui nome e’ emerso nelle indagini per i suoi rapporti
con il finanziere ‘corrotto’ Massimiliano Parpiglia, e’ ora indagato per
corruzione.

Questa mattina e’ stato interrogato in piazza Trento e
Trieste dal pm Antonella Scandellari alla presenza del suo avvocato, Filippo
Sgubbi, che e’ certo di aver “chiarito tutto”. A Ferrari si e’ arrivati dopo
che, alla luce degli episodi di presunta corruzione che nel caso della Rimini
yacht hanno portato a una verifica fiscale ‘pilotata’, il gup Pasquale Gianniti
(nell’ordinanza con cui ha confinato ai domiciliari i quattro finanzieri e i due
collaboratori di Giulio Lolli, il commercialista Giorgio Baruffa e il ragioniere
Alberto Carati) ha sottolineato l’esigenza di fare accertamenti su precedenti
verifiche fiscali fatte dai quattro finanzieri sott’accusa e in particolare su
quelle nei confronti di Mercatone Uno e Coop Italia.

E’ proprio in questo ambito che viene alla luce la figura di
Ferrari, il quale aveva stretti rapporti con il sottufficiale Parpiglia e che,
secondo gli inquirenti, voleva vendere alle coop e a Mercatone Uno la sua linea
di abbigliamento per bambini “Amore al cubo” e aveva anche intenzione di aprire
80 parafarmacie. Nell’ordinanza del gup, si parla di rapporti tra Ferrari,
Parpiglia e un’altra persona, con cui ci sono piu’ incontri, che e’ il vice
presidente di Coop Estense Tino Cesari. L’obiettivo degli incontri sarebbe stato
proprio quello di trovare una via per arrivare ai dirigenti di Coop Italia allo
scopo di mandare in porto il ‘piano’ commerciale (parallelo alla verifica
fiscale nei confronti della coop).

Per l’avvocato Sgubbi, in ogni caso, l’interrogatorio di
questa mattina ha chiarito ogni cosa. “Ritengo che Ferrari abbia chiarito, sotto
ogni punto di vista, l’insussistenza di ogni accusa” afferma il legale. “Non
c’e’ mai stato passaggio di denaro e nessuna delle operazioni contestate e’ mai
andata in porto, ne’ con Coop Italia, ne’ con Mercatone Uno”, ne’ sul fronte
della linea di abbigliamento ne’ su quello delle parafarmacie. “Crediamo di aver
chiarito in modo esaustivo che non c’e’ stato nessun illecito”.

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