“Può essere che nessuno sia tenuto a confrontarsi con nessuno, ma leggere dai giornali che è stato sottoscritto un aumento extra contrattuale per l’industria, è sicuramente da interpretare come una chiara volontà basata su individualismo e mono visione della situazione e congettura economica”.
Così l’Unione nazionale artigiani e piccole medie imprese della Repubblica di San Marino commenta l’intesa tra Anis e sindacati sul rinnovo del contratto Industria, spiegando in una nota che “non è stato firmato un contratto ai sensi della legge 59/2016, ma solo un accordo tra i firmatari, tant’è che tecnicamente la firma può impegnare solo chi è associato a quella associazione”.
“Già, perché la legge in questo senso è molto chiara e a questa noi, anche per altri contratti ci atteniamo. È prevista una metodologia specifica, democratica e trasparente per fare i contratti, dove al tavolo si siedono tutti coloro che rappresentano imprese del settore, anche se rappresentanti una quota di minoranza. Non lo affermiamo per presenzialismo, ma perché così è previsto. Tutto il resto sono accordi privati di secondo livello”, sottolinea l’Unas, che per questo motivo afferma anche che i propri associati, “se di natura industriale e che applicano il contratto dell’industria, non siano obbligati a corrispondere ora l’aumento e, parimenti, anche coloro che non sono associati a nessuno (circa il 25% del comparto) a cui mandiamo un circostanziato invito a valutare di sostenerci in questa difesa delle medie e piccole imprese sammarinesi”.
E ancora: “Se la bolla inflattiva dovesse durare, va da sé che, nel tempo, anche una rivisitazione delle tabelle retributive diventi una conseguenza, ma in piena bolla inflattiva speculativa internazionale, con una guerra cruenta e tragica in atto nel pieno continente europeo, noi, preoccupandoci delle imprese e della loro sostenibilità, ci preoccupiamo anche dei dipendenti. Siamo consapevoli della fase storica che stiamo vivendo, ma proprio per questo vogliamo essere attenti e misurati perché l’unica certezza è che le imprese si possono delocalizzare, la manodopera no!”.
Unas successivamente si pone le seguenti domande: “Qual è la logica di tutto questo? Tra gli imprenditori sammarinesi, chi è convinto che un aumento enorme sia sostenibile per le imprese? Perché non pensare, al limite, ad una progressione futura e non tutto subito, anzi con gli arretrati?”.
“Nelle più grandi industrie sammarinesi la forza lavoro incide solo in parte, nella formazione dei prezzi, grazie alla tecnologia, le macchine e le catene di produzione. Ma nella stragrande maggioranza di imprese sammarinesi, che compongono la grande famiglia delle piccole imprese fino a 10/20 dipendenti, l’incidenza della manodopera è pressoché totale! Il nostro mondo non può prendere alla leggera aumenti del 3% per l’anno 2022, applicati anche per i mesi precedenti. Senza brutte sorprese, nella logica della formazione dei prezzi tutto deve essere chiaro e tutto distribuito nel tempo: questa è la nostra idea e, riteniamo, delle persone che si affidano ad Unas per essere rappresentate”, rimarca l’Unas, che infine asserisce: “Siamo aperti al confronto, ma esistono norme chiare e recenti, esiste un Comitato garante per la contrattazione collettiva, esiste una visione d’insieme che deve essere meno individualistica e, appunto, più d’insieme”.