Risposta alle affermazioni del Don Mangiarotti apparso su tribuna il giorno 15 settembre 2014

Risposta alle affermazioni del Don Mangiarotti apparso su tribuna il giorno 15 settembre 2014

Descrivere il
desiderio di due persone che si vogliono bene di unirsi per la vita
davanti alla legge come una VOGLIA, NON UN DIRITTO, come ha fatto Don
Mangiarotti nel suo infervorato intervento su Tribuna del 15
settembre, è vergognoso.

Di più, è vergognoso e non rispettoso
della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, che ribadisce
chiaro in ben due articoli quello che dovrebbe essere il principio
cardine di un qualunque Stato laico:

Art. 4 della Dichiarazione Universale
dei diritti dell’uomo: 
“La libertà consiste nel potere fare
tutto ciò che non nuoce ad altri. Così l’esercizio dei diritti
naturali di ciascun individuo non ha altri limiti se non quelli che
assicurano agli altri membri della società il godimento di questi
stessi diritti.”

Art. 5 della Dichiarazione Universale
dei diritti dell’uomo:
“La legge ha diritto di proibire
soltanto le azioni nocive alla società.”

Ora: ci piacerebbe capire dalle truppe
cammellate degli autoproclamatisi sostenitori dell’etica cristiana,
anche se di cristiano certi comunicati hanno veramente molto poco,
quale diritto loro o di qualunque cattolico praticante violerebbe
l’unione di due persone, anche se omosessuali, riconosciuta davanti
alla legge.

L’Istanza presentata da Federico
Podeschi non nomina neppure il “diritto all’adozione”, che non
è un diritto ma al massimo una facoltà, che a San Marino non hanno
solo le famiglie eterosessuali, ma tutte le persone che vengono
riconosciute adatte dal Tribunale. Non la nomina, quindi non si
capisce perché Don Mangiarotti tiri fuori questo concetto nel suo
infervorato intervento su Tribuna del 15 settembre, se non per
spargere il seme della paura dell’ignoto in una società non ancora
pronta a discutere di determinati argomenti.

Non chiedono, i firmatari, neppure che
la Chiesa cattolica espanda la possibilità di contrarre il
sacramento del matrimonio anche alle coppie omosessuali, nel qual
caso l’intervento a difeso del dogma religioso di Don Mangiarotti
avrebbe un suo valore di esistere.

L’Istanza chiede di correggere una
evidente violazione del principio di uguaglianza davanti alla legge
per tutti i cittadini di uno Stato laico.

L’Istanza chiede che non ci siano
differenze DI LEGGE fra due cittadini che intendono vedere il proprio
diritto alla famiglia, inteso come nucleo di persone che si vogliono
bene, riconosciuto giuridicamente, con diritti e doveri connessi.

Gli istanti non chiedono altro. Per
questo riteniamo sacrosanta la richiesta di uguaglianza presentata
dal cittadino e primo firmatario Federico Podeschi. Per questo
riteniamo fuorvianti i concetti espressi dai sostenitori dello Status
Quo in questa materia.

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